“Solo le donne partoriscono”. Questa la frase che è costata l’incarico di portavoce dell’associazione inglese delle ostetriche a Lynsey McCarthy-Calvert.
Sembrerebbe un paragrafo di un romanzo distopico alla 1984, invece è il Regno Unito del 2019. La lobby LGBT, dopo aver conquistato i mass media, prosegue indisturbata occupandosi ora anche delle associazioni professionali e società scientifiche. Un lavoro di contraffazione della realtà che passa attraverso il tentativo di rimodulare il linguaggio: pochi giorni prima il Cancer Research UK ha eliminato la parola “donne” dalla sua campagna per i PAP test dicendo invece che lo screening era «per tutti i 25-64enni con una cervice». Dopo l’utero in affitto, l’acquisto di bambini nel Terzo Mondo e il giubilo per l’ennesimo figlio di Richy Martin, ora il mondo LGBT vuole mettere le mani persino sul parto.
Il parto, l’atto che anche in maniera più fisica e tangibile testimonia al mondo il legame madre-figlio, diventa il bersaglio numero uno di chi vuole propagandare un’ideologia di sradicamento, fluidità, sostituibilità, egoismo ed individualismo. Il tutto nel nome dell’ ”inclusività”.
(tratto da www.ilmessaggero.it) – Scrive su Facebook: «Solo le donne partoriscono». Portavoce delle ostetriche costretta a dimettersi

Scrive su Facebook: «Solo le donne partoriscono». Ed è costretta a dimettersi dall’incarico di portavoce di Doula Uk, l’associazione nazionale inglese delle levatrici o assistenti materne che sostengono le donne nella gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino. Lynsey McCarthy-Calvert, 45 anni, è stata travolta dalle critiche durissime degli attivisti dei diritti transgender che l’hanno insultata sui social per «il suo linguaggio assolutamente disgustoso». L’accusa che le è stata rivolta è di aver «dimenticato che non solo le donne mettono al mondo bambini».
Dopo un’indagine di qualche mese, l’associazione è arrivata alla conclusione che il post di Lynsey ha violato «le linee guida di Doula UK». Da qui le dimissioni. «Sono arrabbiata e triste», ha detto Lynsey, come riporta il Dayl Mail. «Sono stata vittima di ostracismo per aver detto che sono una donna e lo sono anche le mie clienti. La leadership è paralizzata dal non voler turbare gli attivisti per i diritti transgender».
La controversia è arrivata dopo una serie di recenti vittorie per attivisti transgender. La margarina Flora ha smesso di fare pubblicità su Mumsnet dopo che il sito web è stato accusato di essere transfobico per aver ospitato una vasta gamma di opinioni su questioni transgender. E i produttori di assorbenti hanno rimosso il simbolo femminile dalla confezione dopo le lamentele sempre degli attivisti. Il Cancer Research UK ha eliminato la parola “donne” dalla sua campagna per i pap test dicendo invece che lo screening era «rilevante per tutti i 25-64 anni con una cervice».
Lynsey McCarthy-Calvert per risposta ha pubblicato su Facebook un post: «Non sono un “proprietario di cervice “. Non sono un “mestruator”. Non sono un “sentimento”. Sono una donna: una femmina umana adulta. Le donne fanno nascere tutti, costituiscono la metà della popolazione, ma meno di un terzo dei seggi alla Camera dei Comuni sono occupati da noi».
Dopo le polemiche scatenate dal post, la portavoce l’ha cancellato ma questo non è servito ad evitare le dimissioni. Doula UK ha negato di essersi piegata alla pressioni degli attivisti e di aver cacciato McCarthy-Calvert dall’organizzazione. Un portavoce ha aggiunto: «Siamo orgogliosi di dire che cerchiamo di ascoltare l’esperienza di gruppi che si sentono emarginati emarginati e di apportare modifiche, compresi i cambiamenti alla lingua che utilizziamo, se riteniamo che sia necessario rendere la comunità di Doula nel Regno Unito più accogliente e solidale».