I giovani della nostra epoca sono i più pigri e i meno attivi di tutti. Non lo dice l’anziano seduto al bar, ma Regina Guthold dell’Organizzazione Mondiale della Salute. Quattro giovani su cinque infatti non compiono abbastanza attività fisica, con tutti i problemi conseguenti. E i ragazzini italiani sono fra i peggiori. A quanto pare non va più di moda il detto “mens sana in corpore sano” e gli insegnamenti dell’antica sapienza tradizionale cadono nel dimenticatoio. L’era della Sovversione, come ovvio, ribalta tutto: si pubblicizza l’obesità come “normale” quando invece andrebbe considerata una malattia alla pari dell’anoressia.
Il problema, dicono gli “esperti” è dovuto alla rivoluzione tecnologica dei nostri anni. I giovani stanno ore e ore seduti davanti agli schermi mangiando schifezze e compiendo minimi sforzi fisici. Tutto corretto, ma è anche vero che il corpo è il riflesso dell’anima. E tempi così nefandi non possono che portare alla bruttura del corpo e dell’anima.
(tratto da ansa.it) – Poco moto per 81% giovani, italiani tra peggiori a mondo. Nostri teenager terzultimi tra paesi ricchi – di Paola Mariano
Uno dei problemi della scarsa attività fisica dei giovani è rappresentato dalla rivoluzione elettronica che ha drasticamente trasformato i nostri movimenti nelle 24 ore: le persone dormono meno, stanno più tempo seduti, camminano meno di frequente mentre sono regolarmente in auto, fanno meno attività fisica e anche il gioco si è trasformato da gioco attivo e di movimento a gioco digitale da fermi.
Secondo gli autori bisogna correre ai ripari e pianificare prima possibile strategie (dalla pianificazione urbanistica alla scuola etc.) atte a spronare i giovani a svolgere più attività fisica (che comprende il gioco attivo, camminare, andare in bici anche solo per andare a scuola, sbrigare faccende domestiche oltre che naturalmente fare sport a scuola e in orario extrascolastico), altrimenti non si riuscirà a raggiungere l’obiettivo fissato nel 2018 dall’Assemblea Mondiale della Salute, organo legislativo Oms, di ridurre entro il 2030 la prevalenza dei giovani poco attivi al 70% rispetto all’attuale 81%