In occasione della noiosa lagna per Nilde Jotti, tra cui la fiction RAI (tanto per cambiare…), postiamo questo articolo che è stato rimosso dagli scagnozzi di Facebook. Buona visione!
(tratto da Facebook) – Nilde Jotti, buona visione
Come reazione al panegirico in stile Nord Corea propinato stasera dalla TV di Stato per glorificare la Jotti e Togliatti, ecco la storia in breve, depurata di ogni retorica.
Leonilde Jotti nasce nel 1920. Dal 5 ottobre 1942 è iscritta al Partito Nazionale Fascista presso la Federazione dei Fasci Femminili di Reggio Emilia.
Verso il termine della guerra, come fecero tanti fascisti, si fa comunista e una volta eletta deputata diventa l’amate di Togliatti, fino alla morte di quest’ultimo nel 1964.
Come conseguenza di questa relazione, la moglie di Togliatti Rita Montagnana e il figlio Aldo, malato di mente, furono fatti sparire dalla circolazione e relegati a Mosca.
Ovviamente fa carriera nel PCI, fino ad essere nominata Presidente della Camera dei Deputati.
Difficile solo pensare che questa donna, oggi glorificata dalla TV di stato, non abbia condiviso in pieno la linea politica del suo amante.
Come ripassino di Storia, ecco alcune illuminanti parole che guarda caso non sono state riportate nella tanto politicamente correttissima quanto lacunosa fiction di stasera su RAI 1 in prima serata:
1930 – Nel XVI congresso del PCUS a Mosca:, Togliatti: «È per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte più del migliore italiano».
1943 – estratto di una lettera originale scritta da Togliatti al compagno Vincenzo Bianchi, a proposito dei prigionieri italiani dell’ARMIR che stavano morendo in massa nei gulag di Stalin: “La nostra posizione di principio rispetto agli eserciti che hanno invaso la Unione Sovietica, è stata definita da Stalin, e non vi è più niente da dire. Nella pratica, però, se un buon numero dei prigionieri morirà, in conseguenza delle dure condizioni di fatto, non ci trovo assolutamente niente da dire, anzi e ti spiego il perché. Non c’è dubbio che il popolo italiano è stato avvelenato dalla ideologia imperialista e brigantista del Fascismo. Non nella stessa misura che il popolo tedesco, ma in misura considerevole. Il veleno è penetrato tra i contadini, tra gli operai, non parliamo della piccola borghesia e degli intellettuali. È penetrato nel popolo, insomma. Il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini, e soprattutto la spedizione contro la Russia, si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il migliore, è il più efficace degli antidoti”.
1946 – (nel pieno del dramma delle Foibe e della persecuzione di Tito contro gli Italiani in Istria e Dalmazia) Togliatti va a Belgrado e afferma: “Desideravo da tempo recarmi dal Maresciallo Tito per esprimergli la nostra schietta e profonda ammirazione”.
1949 – Articolo su Rinascita. Togliatti scrive a proposito dell’Esortazione Apostolica di S.S. Pio XII all’Episcopato Cattolico per riparare i gravissimi peccati dell’ateismo e dell’odio contro Dio: «Essa si riduce a poche righe, ma gravi, di significato minaccioso. In esse si dice che, di fronte a quella che egli descrive come l’offensiva dell’ateismo, il Papa saluta con gioia e approva quelle iniziative che, allo scopo di sventare tali minacce, tendono a riunire le nazioni in alleanze con vincoli sempre più stretti. Ci siamo e abbiamo capito: contro gli odiatori di Dio il blocco di Londra e il Patto Atlantico. È la prima volta che dal Vaticano esce una parola così grave. Qui viene chiaramente detto senza reticenza né infingimenti che il Papa vuole la Santa Alleanza contro i popoli che hanno commesso il terribile sacrilegio di liberarsi dal capitalismo e dall’imperialismo… le imprese di guerra vengono cosparse d’acqua santa… Da una parte v’è chi minaccia di uccidere o mutilare milioni di uomini. Dall’altra vi è chi vuole la pace, offre la pace… Il Papa è con i primi: il Papa è contro i secondi!».
1951 – Togliatti, nel discorso tenuto a Bologna, il 23 settembre: «Queste gerarchie (della Chiesa Cattolica) sono sempre state parte integrante e sostegno attivo delle nostre classi ricche e privilegiate. Ma è bene che da ora in avanti questa responsabilità sia fatta presente anche all’ultimo dei cittadini e anche all’ultimo dei sacerdoti. Voi siete responsabili se nel nostro paese si chiudono le fabbriche, si lasciano gli operai senza pane e senza lavoro; voi siete responsabili se abbiamo un governo di inetti e di cinici, che predicano l’odio contro i lavoratori mentre stringono la mano ai banditi della Sicilia; voi siete responsabili se si nega il pane a chi vive soltanto del lavoro; voi siete responsabili se il nostro paese viene spinto verso la guerra. A questa responsabilità voi non sfuggirete più”.
1953 – Morte di Stalin, Togliatti alla Camera dei Deputati: “Giuseppe Stalin è un gigante del pensiero, è un gigante dell’azione. Con il suo nome verrà chiamato un secolo intero, il più drammatico forse, certo il più denso di eventi decisivi della storia faticosa e gloriosa del genere umano. […] ogni volta che viene pronunciata una parola di pace, ogni volta che si compie un atto che può assicurare la pace, ivi troviamo Stalin, la sua mente saggia, prudente, il suo animo sollecito di assicurare ai popoli quella che è necessità prima alla loro esistenza: la pace; e non solo per un giorno o per un anno, ma per un intero periodo della storia, una pace fondata su comprensione, tolleranza, collaborazione reciproche”
1956 – Togliatti definisce l’invasione di Budapest e la conseguente brutale repressione come una giusta azione contro la “reazione fascista-clericale”.
Buona visione.