
“Tutto è opinione’’. Chiare sono queste parole di risposta al cinico Monimo, e chiara è anche la loro utilità per chi ne sappia cogliere il meglio, nei limiti in cui corrisponde la verità.
Che al giorno d’oggi ogni cosa sia opinabile è una questione sotto gli occhi di tutti.
Il relativismo imperante ordisce lo sgretolamento delle certezze che sono state erette per secoli a pilastro della civiltà europea.
Tutto può esser messo in discussione in questa società in cui si sta giungendo a sguainare spade “il cielo è azzurro“, in cui non basta più nemmeno un organo sessuale per definire cosa sia un uomo e cosa sia una donna, in cui non è più concesso distinguere fra cosa sia Sacro e cosa profano, perché il moralismo inebetisce le menti impugnando il vessillo del politicamente corretto allo scopo di uniformare le masse al dogma del pensiero unico.
E questo relativismo non è altro che il figlio malato di un padre sovversivo quale è stato l’individualismo che ha iniziato a insinuarsi nella società europea allo scadere di quel periodo che invece era stato fortemente incentrato su di una Visione sacrale del mondo: il Medioevo.
Poiché laddove l’uomo si distacca dallo Spirito e non lo pone più al centro della propria esistenza e della propria azione allora significa che pian piano non è più un tutt’uno con esso. Lo Spirito si cela e l’uomo non lo cerca più.
E se l’uomo moderno è diventato un conglomerato di bipolarismi e di maschere tale per cui ogni verità può esser messa in discussione a seconda dei propri interessi e comodi, è perché l’uomo moderno non aderisce al Vero e a ciò che è giusto. D’altra parte, quando si perde il riferimento del centro, non c’è più distanza, orientamento, direzione: tolto Dio, il Centro, ci ritrova circondati da idoli e da pseudo-centri, uno buono per ogni stagione, a seconda di “come mi va…“.
L’Uomo della Tradizione invece non mette mai in discussione il Sacro e lo pone al centro di tutto il proprio agire. Pertanto si defila rispetto alle seducenti opinioni di comodo che l’ego gli suggerisce sottovoce, poiché sa che la Verità può essere solo Una per definizione.
Certamente si rende conto di come tutto sia opinabile, ma questo non significa che sia legittimo voler relativizzare ogni cosa.
Significa invece che tutto è relativo rispetto al diverso grado di approssimazione e di interiorizzazione della Norma, ma solo nei limiti in cui esso corrisponde alla Verità.
Altrimenti è solo una comoda menzogna. In poche parole, non è relativa la Verità, bensì la prospettiva da cui l’uomo moderno ha deciso di vedere il mondo.