
All’Organizzazione di Braila
Nella circolare del 21 gennaio 1935 (Circolari e Manifesti, di C. Z. Codreanu – ed. All’Insegna del Veltro) Codreanu ribadisce alcune regole di disciplina indirizzate in particolare all’organizzazione di Braila dove alcuni legionari hanno manifestato la volontà di redigere un giornale. Il Capitano non nega loro questa possibilità ma obbliga i legionari che decidessero di pubblicare il giornale ad abbandonare la Legione. Contestualmente come avvertimento viene fatto divieto a tutti i legionari di leggere il giornale che, se realizzato, non avrebbe pressoché alcun seguito.
Ogni iniziativa propagandistica da parte di una singola organizzazione all’interno del Movimento risulterebbe autoreferenziale perché il Movimento parla con una sola voce ed è quella del suo Capo. Solo il Capo ha la responsabilità di dare il segnale della battaglia perché riconosce quando i tempi sono maturi e l’attesa può terminare. Un Capo parla quando necessario. I legionari sono tenuti all’ordine del silenzio e Codreanu si aspetta che anche a Braila rispettino questo comando.
«Questa è l’ora dell’eroismo della pazienza» scrive Codreanu. Ai legionari è richiesto il sacrificio dell’attesa, senza fare fughe in avanti che potrebbero compromettere l’esito finale. La vittoria richiede pazienza e la pazienza è la virtù degli eroi.
Nella disciplina legionaria il rispetto della gerarchia si estende anche a quella che possiamo definire la “gerarchia della parola”: parla solo chi deve parlare, quando è chiamato a farlo. Se il Capitano non dà comunicazioni non significa che abbia timore, che non sappia cosa fare o che abbia smesso di lottare. «Io sono qui e rispondo della vittoria».
Il militante di oggi e di domani rifugga la moda proclamistica e la mania degli annunci, manifestazioni tipiche delle società del chiacchiericcio al quale le piazze virtuali hanno abituato. Riscopra piuttosto la purezza del silenzio rotto dal suono di un comando e la bellezza di rispondervi con l’oratoria dei fatti.
