
Se è vero che, ora come non mai, dobbiamo tenere duro e rispettare le misure di contenimento dell’epidemia restando a casa, pure, si notano strani comportamenti emergere. Comportamenti che ci fanno sprofondare indietro di trent’anni, perché sembra di essere nella Germania dell’Est, con la Stasi e un esercito di spioni e delatori fin dentro casa. Negli ultimi giorni, infatti, al desiderio di prevenzione si è sostituita una certa voglia di repressione indistinta da “vigilantes della passeggiatina”, che spesso finisce esposta in tweet, post e stories di segnalazione di chi non rispetta il divieto (e la tanto decantata privacy? Vabbè…).
Magari costoro avrebbero anche delle ragioni plausibili e giustificate, ma nulla importa al delatore che, sempre più diffuso nelle nostre città, non aspetta altro che di poter denunciare il prossimo suo. E’ qualcosa di molto orwelliano, che sta avvenendo, con la complicità di una comunicazione pubblica che avalla psicologicamente questo tipo di comportamenti. Siamo passati, così, nel giro di neanche un mese da una comunicazione di massa in cui dovevamo tenere aperti i porti e le frontiere, tanto per dirne una, al plauso per chi denuncia il suo vicino di casa.
(tratto da wired.it) – Santi, poeti e delatori: la nuova Italia ossessionata da chi esce di casa. Certo che dobbiamo rimanerci tutti. Ma nelle ultime ore al desiderio di prevenzione si è sostituita una certa voglia di repressione indistinta da vigilantes della passeggiatina, finita in tweet, post e stories di segnalazione (anche di chi non ha altra scelta)