“Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.”
Nel lontano 1932 Aldous Huxley pubblicava l’ormai noto romanzo di fantascienza di genere distopico dal titolo “Il mondo nuovo”. Ebbene, a distanza di quasi un secolo dalla pubblicazione di quel libro, più che un romanzo distopico, al giorno d’oggi potremmo definirlo un programma antropologico dettagliato sul quale fondare l’intera (in)civiltà futura.
Nel film “Operazione sottoveste” del lontano 1959, Tony Curtis rese celebre l’espressione: “Nel torbido si pesca meglio”. In questi giorni ci stavamo domandando, quasi “preoccupati”, dove fossero finiti degli squali come i Rockefeller in una situazione di “crisi” come questa.
Alcuni squali amano il torbido e sono soliti vivere nelle profondità; a volte però, è possibile vederli anche in superficie, addirittura in prossimità delle rive, alla luce del giorno.
Recentemente è avvenuto proprio questo: gli squali, i Rockefeller, si sono affacciati in superficie, sono emersi dalle profondità e ci hanno fatto visita alla luce del giorno, tramite la loro pinna, la Rockefeller Foundation.
Quest’ultima infatti, proprio qualche giorno fa, sul proprio sito ha pubblicato un piano d’azione per “gestire” la pandemia causata dal covid-19. Il titolo di questo programma “Piano d’azione nazionale per i test covid-19”, sembra preannunciarci la solita favoletta propagandistica dei filantropi più potenti dell’intero universo che si preoccupano della salute di milioni e milioni di cittadini (ma che carini!). Tuttavia, mano a mano che si procede nella lettura di questo piano, si ha la sensazione che dietro questo messaggio si celi una precisa strategia di controllo dell’intera popolazione.
Molti a questo punto penseranno: “Ah, ecco i soliti complottisti”.
A ben vedere però, il piano, che si pone come obiettivo quello di elencare i punti necessari per riaprire i nostri luoghi di lavoro e le nostre comunità (cosi come evidenziato nel sottotitolo), analogamente al consiglio di produzione di guerra che gli Stati Uniti crearono durante la seconda guerra mondiale, equiparando la situazione attuale a quella di una vera e propria guerra, raccomanda di costituire un sistema verticistico permanente e d’inquadramento militare. Al vertice di questo sistema si dovrà collocare il cosiddetto “Consiglio di controllo della pandemia”, un nuovo organo paraistituzionale composto da leader del settore finanziario ed economico (ma che strana coincidenza!), rappresentanti del governo e accademici. L’obiettivo di questi “salvatori dell’umanità”, dopo aver ricevuto i poteri straordinari che in caso di guerra spetterebbero al Presidente degli Stai Uniti (ma per questa pericolosissima situazione dovrebbero essere affidati a lor signori), sarà quello di gestire la pandemia arrivando a realizzare entro un anno 30 milioni di test al giorno. Inoltre, si specifica che questi test non saranno gratis ma andranno pagati a coloro i quali li forniranno, ovvero laboratori privati e multinazionali farmaceutiche. Questi cari signori ci vogliono così bene che hanno davvero pensato a tutto e non hanno lasciato nulla al caso: infatti, ciascun test, stando all’andamento attuale del mercato, dovrebbe arrivare a costare 100 dollari. Si creerebbe cosi (ovviamente, sempre e solo per i più complottisti) un settore economico nuovo: “L’economia del covid“.
Ma non preoccupatevi, perché se non sarete d’accordo con il piano e quest’ultimo proprio non dovesse andarvi a genio, la fondazione non si dimenticherà di voi: il consiglio di controllo della pandemia sarà autorizzato a istituire il “Corpo di risposta alla pandemia“, un corpo militare speciale il cui compito sarà quello di controllare la popolazione. Sempre dal piano della Rockefeller Foundation, si legge che tale corpo potrà esser costituito da un numero di uomini compreso tra le 100.000 e le 300.000 unità.
Necessariamente, il controllo dovrà essere a 360 gradi e sarà facilitato dalla collaborazione diretta tra il consiglio e le grandi aziende del panorama tecnologico mondiale quali Google, Apple, Facebook e via dicendo. Non a caso, nel documento si fa presente come siano già stati sviluppati dei sistemi di tracciamento e identificazione digitale. Sempre i complottisti, potrebbero chiedersi: dove finirà tutta quella enorme mole di dati che tali signori (sempre e solo per il bene di ogni cittadino) raccoglieranno su di noi?
Anche qui, potete stare tranquilli (che bello!): i dati raccolti finiranno in una piattaforma digitale che sarà gestita esclusivamente dallo stato federale e da “alcune” società private. Sull’entità di queste società private la fondazione questa volta non si sbilancia, anche perché magari potrà costituirne qualcuna nell’attesa che il piano trovi applicazione pratica. Chissà…
Tuttavia, come dicevamo poc’anzi, potete stare tranquilli perché questi dati serviranno per osservare da vicino il comportamento di ciascun cittadino e conseguentemente stabilire, in virtù della sua capacità di rispettare o meno i provvedimenti emanati, nuove misure da introdurre di volta in volta nei confronti della popolazione. Insomma, se farete i cattivi non ci vorrà molto per scoprirlo.
Il piano elaborato appare essere pensato e strutturato su scala nazionale, ciò nonostante, conoscendo il grande amore che questi filantropi nutrono nei nostri confronti, non ci sarà da meravigliarsi se la lunga mano della fondazione sarà in grado di oltrepassare i confini statunitensi approdando sul grande palcoscenico internazionale.
Dopo queste brevi linee guida essenziali, ai complottisti e a chi vorrà soddisfare la propria curiosità, consigliamo vivamente di leggere l’intero piano.
Per coloro i quali invece non sopportano proprio che il finale gli venga spoilerato, il consiglio è quello di accendere la televisione, di mettersi comodi sul divano con patatine e pop-corn e di attendere… perché tanto il nostro futuro, lo decidono i Rockefeller!
Cliccando su questo link potete leggere l’intero piano: