
Abbiamo spento la televisione da un bel po’, soprattutto in questo periodo in cui le trasmissioni sono invase di esperti, fenomeni, luminari e ‘untori di verità’. Che sistematicamente falliscono nelle loro previsioni. Ma fintantoché abbiamo guardato un po’ di tv, ci siamo accorti di un nuovo mestiere dei politici e dei governanti: gli opinionisti in tv. Così, anziché occupare le poltrone delle camere – dalle assemblee comunali a quelle parlamentari – i nostri ‘eroi’ hanno accettato – se non proprio richiesto e implorato – le famose ospitate nei vari talk-show. Tutti pronti a sostenere posizioni mutevoli, basta l’inquadratura e quel minimo di visibilità. In particolare, sono stati proprio i sindaci a essere in prima linea: così, dalla Appendino di Torino a De Magistris di Napoli, da Sala di Milano a Merola di Bologna, abbiamo visto sfilare – e li vediamo ancora imperversare – i primi cittadini delle maggiori città.
Ma c’è stata una grande assente: il sindaco di Roma Virginia Raggi. Lei non si è mai vista né sentita. Lei non si percepisce. Lei non la invitano? O lei non accetta di partecipare? Lei non c’è, non si manifesta. Qualcuno dirà: “non perde tempo a parlare, preferisce lavorare“. Ma qualsiasi romano onesto affermerà il contrario: la città è sempre la stessa (salvo la puzza dei rifiuti, ma con i negozi chiusi è troppo facile tener pulita Roma). Forse che il sindaco di Roma non sia astrattamente ‘degno’ di partecipare alle trasmissioni? La sua opinione non è forse astrattamente importante? Non è Roma una città da rappresentare accanto alle altre principali italiane?
Appunto, in astratto certamente sì: Roma è importante, come – se non di più, per meri motivi di espansione e influenza – altre città italiane. Ma il suo sindaco non c’è.

La risposta è più breve della premessa e si esaurisce in poche parole: visti i danni prodotti dalla Raggi ovunque e comunque, sempre e ininterrottamente, è del tutto evidente che il sindaco di Roma sia stato volutamente tenuto lontano dalle scottanti telecamere e dai vibranti microfoni di questo periodo. Si è adottata con la Raggi la nota strategia del ‘politico invisibile – politico buono‘, secondo cui l’apprezzamento del politico viene rinforzato mediante l’assenza dai temi dell’opinione pubblica. D’altra parte, visto che come si muove la Raggi fa danni e danneggia il suo movimento5spie, allora va da sé che occorre coprirla e nasconderla: sostituirla nel suo incarico sarebbe impossibile (si sarebbe andati a nuove elezioni, con vittoria del centro-destra) e quindi va portata fino a fine mandato, quando i romani ringrazieranno l’incompetente con la pernacchia di sordiana memoria. Così la Raggi non c’è, non si vede e non si sente, Roma è senza sindaco e, mai come in questo caso, meglio così.