a cura della Redazione di RigenerAzione Evola
Il 14 luglio, in tanti festeggiano la Presa della Bastiglia quale evento centrale della Rivoluzione Francese, la cui portata fondamentale nel processo di rovesciamento e degenerescenza della storia dell’umanità è ben noto in ambito tradizionale. In questo curioso articolo uscito nel 1956 sul “Roma”, Evola analizza brevemente una tesi molto singolare circa la mano che, più o meno strumentalizzata da altre forze dietro il paravento della “vendetta” e della nemesi storica, avrebbe agito dietro le quinte di quella terribile, drammatica vicenda…
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di Julius Evola
tratto dal “Roma”, 1 maggio 1956
Uno storico francese ha osservato che mentre oggi si riconosce ormai che le malattie dell’organismo umano non nascono da sole ma sono dovute ad agenti invisibili, a microbi e batteri, nei riguardi delle malattie di quei più grandi organismi, che sono le società e gli Stati, malattie corrispondenti alle grandi crisi storiche e alle rivoluzioni, si pensa che le cose vadano altrimenti, cioè che si tratti di fenomeni spontanei o dovuti a semplici circostanze esteriori, mentre in esse delle forze invisibili possono aver avuto una parte così importante come quella dei microbi nelle malattie umane.
Molto è stato scritto sulla Rivoluzione francese e sulla causa di essa; ordinariamente viene riconosciuta la parte che, almeno come preparazione intellettuale, vi hanno avuto certe società segrete specialmente della dei cosiddetti Illuminati. Una tesi specifica più spinta è, a tale riguardo, l’idea che la Rivoluzione francese abbia rappresentato una vendetta dei Templari. Già in un periodo assai vicino a quella rivoluzione si era affacciata una simile idea. In seguito, il De Guaita doveva riprenderla e approfondirla.
La distruzione dell’Ordine dei Cavalieri Templari fu uno degli avvenimenti più tragici e misteriosi del Medioevo. I Templari erano un Ordine crociato di carattere sia ascetico, sia guerriero, fondato verso il 1118 da Hugues da Payns. Esaltato da San Bernardo nella sua Laude della nuova Milizia, doveva rapidamente divenire uno degli Ordini cavallereschi più ricchi e potenti. Improvvisamente, nel 1307, esso fu messo sotto accusa dall’Inquisizione. L’iniziativa partì essenzialmente da una figura sinistra di sovrano, da Filippo il Bello di Francia, che impose la sua volontà al debole papa Clemente V, mirando a incamerarsi le grandi ricchezze dell’Ordine. Si rinfacciava ai Templari di professare solo in apparenza la fede cristiana, di avere un culto segreto e una iniziazione estranea al cristianesimo ed anzi anticristiana. Come siano state veramente le cose a tale proposito, non lo si è potuto appurare con esattezza. Comunque il processo si concluse con una condanna; l’Ordine fu sciolto, la maggior parte dei Templari fu massacrata o finì sul rogo. Arso fu anche il loro Gran Maestro, Giacomo de Molay. Questi proprio sul rogo segnò i giorni di vita dei responsabili della distruzione dell’Ordine, del re e del pontefice. Filippo il Bello e Clemente V dovevano esattamente morire entro il termine profetizzato dal Gran Maestro templare per presentarsi dinanzi al tribunale divino.
Jacques de Molay al rogo sull’isola della Senna.