La ruota gira veloce e chi prima era accusatore, giudice e carnefice, ora è imputato. Succede a Facebook e Instagram, ovvero i social del noto imprenditore Zuckerberg, che sono stati accusati da diversi gruppi per i “diritti civili” di avere “algoritmi razzisti”. La situazione fa ridere per la forte ironia; infatti sono passati pochissimi giorni da quando i social si sono schierati in prima linea a sostegno di BLM e LGBT; cancellando pure, in maniera totalmente arbitraria, dei post del presidente Trump. Eppure oggi il mondo funziona così.
Non fai in tempo ad accusare qualcuno di razzismo, o a chiudere la bocca a e a togliere la libertà di parola a gruppi, politici e intellettuali di destra -e al Presidente degli Stati Uniti- che subito sei tu ad essere accusato di razzismo. Cosa ancor più ridicola, ad essere accusati non sono i programmatori, le linee politiche o i dirigenti di Facebook, ma gli algoritmi! Gli algoritmi sono razzisti! È ovvio no?! A tutti è capitato di camminare per strada ed essere stati insultati da algoritmi razzisti e violenti.
Non pensiamo che si possa aggiungere altro, la notizia è così ridicola e senza senso che parla da sé. Vogliamo solo far notare a tutti i nostri lettori che quando scriviamo di come
questo mondo moderno sia deviato, sia costantemente in cerca di notizie sensazionali, di persone da accusare, di finti processi e di sciocche news necessarie per distrarre le persone, intendiamo proprio questo. L’ideologia livellatrice e sovversiva è la stessa che ha animato il regime del “Terrore” di Robespierre.
E gli esiti saranno gli stessi, ricordiamo infatti che, presto o tardi la testa a cadere è stata proprio quella di Robespierre. Facebook sta istituendo un team internazionale per verificare se gli algoritmi che regolano il social network e Instagram sono viziati da pregiudizi razziali.
Lo scrive la rivista del Mit, secondo cui in particolare saranno analizzati i metodi di apprendimento automatico (machine learning) che gestiscono ad esempio le inserzioni pubblicitarie.
Il social, spiega la rivista, ha una lunga storia di accuse di discriminazioni nei propri sistemi. Uno studio pubblicato lo scorso anno ad esempio ha verificato che i post che pubblicizzano lavori di segreteria sono mostrati maggiormente alle donne, mentre quelli per lavori nel campo delle pulizie o come autisti sono indirizzati in maggioranza verso minoranze etniche.
(tratto da ansa.it) – Facebook controllerà se i propri algoritmi sono razzisti
Facebook sta istituendo un team internazionale per verificare se gli algoritmi che regolano il social network e Instagram sono viziati da pregiudizi razziali.
Lo scrive la rivista del Mit, secondo cui in particolare saranno analizzati i metodi di
apprendimento automatico (machine learning) che gestiscono ad esempio le inserzioni pubblicitarie.
Il social, spiega la rivista, ha una lunga storia di accuse di discriminazioni nei propri sistemi. Uno studio pubblicato lo scorso anno ad esempio ha verificato che i post che pubblicizzano lavori di segreteria sono mostrati maggiormente alle donne, mentre quelli per lavori nel campo delle pulizie o come autisti sono indirizzati in maggioranza verso minoranze etniche.
Recentemente diversi gruppi per i diritti civili hanno invitato al boicottaggio del social, che ha portato molte grandi aziende, da Coca Cola alla Disney, a sospendere le proprie campagne pubblicitarie. Il problema, spiega la rivista, è però di difficile soluzione, perché i pregiudizi sono insiti nei database che vengono usati per “addestrare” gli algoritmi.
Modificare questi dati è un argomento controverso. Inoltre questo è solo uno dei problemi dei social, e Facebook dovrebbe elaborare una strategia anche contro la presenza di gruppi suprematisti o negazionisti dell’Olocausto.