26 Agosto 1789 – Ma quali “diritti” e quale “uomo”!
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ll 26 agosto del 1789 era un mercoledì, proprio come oggi.
Una sedicente “assemblea costituente”, espressione delle folle armate e non del diritto, dal cui ventre mai sazio sarebbero sorti regicidi e ghigliottine, approvava quel giorno la cosiddetta “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”.
Un documento scarno, privo di vita e raggelante, che tramutava il diritto e la concezione stessa dell’uomo in una standardizzazione matematica e illusoria, senza più valore né dignità.
L’uomo che nasceva da questa dichiarazione – se di uomo può ancora parlarsi – era il piccolo intrallazzatore di città, il politicante, il borghese panciuto. Quello che fugge dalla trincea, ama i letti caldi, i pasti in orario, le pantofole.
Quello, per intenderci, il cui unico anelito è alla comodità, a stendere la mano e a ottenere benefici e benessere materiale, dimentico del sacro e dello scopo superiore della vita.
Di contro a questi terribili infantilismi che oggi sono dogma per quasi tutti i nostri contemporanei, rispondiamo fermamente con l’unica, vera dichiarazione dei diritti dell’Uomo, così felicemente proclamata da Julius Evola:
“Ognuno ha la libertà che gli spetta, misurata dalla statura e dalla dignità della sua persona“.
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