
Guarda questa foto comparativa. Che tu sia uomo o donna – se sei onesto e non corrotto dall’ideologia del gender – impiegherai frazioni di secondo a dire quale Donna è bella e quale no.
Lo chiamano body-shaming (derisione/umiliazione di una persona a causa del suo corpo), ma qui nessuno vuole umiliare la ragazza presa da Gucci quale modella ed eretta dagli scagnozzi dell’informe a ‘parametro di bellezza’.
Qui semplicemente vogliamo affermare che è bello ciò che è bello, ma non è bello ciò che piace (ai media e ai signori del gender). Dire che una donna (o un uomo o un cane o un disegno) è brutta e un’altra donna è bella non è discriminazione, bensì è giudizio, è espressione, è affermazione, è riconoscimento di verità in base a canoni oggettivi che ci appartengono quali essere umani.
Dunque, chi decide cosa è bello? Lo decide l’intima coscienza umana che, se non viene traviata dal politicamente-corretto, dalle accuse di discriminazione e dal relativismo imperante, sa riconoscere immediatamente l’Assoluta Bellezza, perché fa parte di quel richiamo ancestrale, di quel ‘ri-cordo’ primordiale che alberga nell’essere umano. Che non ha bisogno di spiegazioni, di calcoli, di formule, di giustificazioni culturali ma che, al contrario, è e basta. Come è bella un’alba tra le montagne, un fiore sbocciato potente a primavera, la risata di un bambino, così è oggettivamente bella una donna che lo sia veramente.