Antonio Medrano | La fine del Kali-Yuga

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tratto dal sito di Heliodromos

Antonio Medrano ci ha inviato questo suo scritto in cui tratta un tema particolarmente pressante ed attuale, anche in relazione con le vicende “sanitarie” che stanno interessando l’intera popolazione mondiale. Grazie alla sua consueta capacità espressiva e alla luce di una profonda e meditata conoscenza dottrinaria, Medrano analizza gli eventi di questa particolare fase di esistenza mantenendosi rigorosamente fedele agli insegnamenti della Sapienza tradizionale, fornendo saldi punti di riferimento e indicando la via da percorrere per evitare di farsi travolgere ed annebbiare dalla voluta confusione caotica generalizzata.

Una domanda che suole porsi con frequenza, e che emerge spesso nella nostra mente senza che si riesca ad evitarlo, visto il grave squilibrio, i disordini d’ogni tipo e i grandi mali che si moltiplicano dappertutto nel Kali-Yuga, la fase finale dell’attuale ciclo dell’Umanità, è quando finirà questo Kali-Yuga, questa “Età Oscura”, “Era Nera”, “Età del Ferro” o “Era del Lupo”.

Domanda alla quale è difficile, se non impossibile, rispondere, perché come insegnano i testi sacri e numerosi maestri spirituali, solo Dio sa quando terminerà il Kali-Yuga o “Era tenebrosa”. Conoscere questa cosa è fuori dalla nostra portata.

Alcuni autori, basandosi sulle indicazioni della cosmologia indù, calcolarono già a metà del XX secolo, che la fine del Kali-Yuga sarebbe avvenuta approssimativamente verso l’anno 2020 o 2030, chiarendo tuttavia che si sarebbe trattato solo dell’inizio della fine. Cioè, che intorno a queste date del XXI secolo si sarebbero verificati eventi e fenomeni nei quali sarebbe stata evidente la prossimità o imminenza della chiusura dell’attuale ciclo.

In un libro pubblicato nel 1973, Jean Phaure situava la fine del Kali-Yuga tra gli anni 2012 e 2160, segnalando che nel 2008 sarebbe iniziata “la Grande Tribolazione”. E a tal proposito, conviene ricordare che in questo anno 2008 scoppiò la grave crisi economica che ebbe una ripercussione mondiale e che rovinò moltissima gente, subendosi le sue conseguenze tuttora in numerosi paesi, che non sono ancora stati in grado di uscire dal tremendo crollo provocato da tale crisi. Già nel 1498, nell’Italia rinascimentale, Pico della Mirandola, aveva pronosticato che nel giro di 514 anni avrebbe avuto luogo una grande perturbazione, che potrebbe considerarsi l’annuncio o l’inizio della fine del mondo: se sommiamo 514 a 1498, otteniamo proprio la cifra 2012.

Nel 2012, quando ancora si soffrivano le conseguenze della crisi del 2008, ebbero luogo, fatto molto sintomatico e simbolico, assassinii di massa in vari paesi, come negli Stati Uniti, seguendo una inveterata linea di violenza e demenza sociale, e comincia la cruenta offensiva del terrorismo islamico contro la Francia, che si sarebbe accentuata negli anni successivi, e si intensifica anche la sua azione in altre nazioni europee, come la Russia, dove spicca il massacro di Mosca, con l’assalto al Teatro Dubrovka, con centinaia di morti, la maggior parte bambini. Già nel 2011 il principale aeroporto di Mosca era stato oggetto di un mortale attacco suicida islamista, con un’infinità di morti e feriti.

Ma le citate teorie sulla fase finale del Kali-Yuga non sono prive di ipotesi più o meno fondate, che uno può accettare, criticare o rifiutare, poiché dipendono dalla maggiore o minore esattezza dei calcoli che si erano fatti, senza intaccare l’essenziale e il prioritario. Il quale non è altro che quel che riguarda l’atteggiamento da adottare di fronte alla “fine dei tempi”, cosa che interessa in modo particolare la nostra realizzazione spirituale, il bene di tutti e la salvezza della società in cui viviamo. Fondamentale, essenziale e basilare, indipendentemente dall’avanzamento più o meno rapido della crisi, è il bene, l’ordine, la pace e la luce che possiamo apportare ognuno di noi in questi tempi difficili.

Prima di proseguire, è necessario avvertire che parlando della fine del Kali-Yuga non si sta parlando della fine del mondo, come tante volte si è soliti pensare, ma solo, e non è poco, della fine di un mondo. E questo mondo, la cui fine sarà accompagnata dalla fine di un grande ciclo storico-cosmico, non è altro che il mondo in cui attualmente viviamo, il mondo forgiato dalla moderna civilizzazione occidentale, che oggigiorno si è estesa alla quasi totalità del pianeta. Questo mondo — o immondo, come si è indicato più di una volta — che ha imposto il suo potere a livello planetario, è quello che, con le sue concezioni, i suoi sistemi e meccanismi, le sue strutture e istituzioni, le sue risorse materiali e i suoi sviluppi tecnici, la sua mentalità e il suo modo di vita, si vede minacciato dal crollo totale e dalla sparizione definitiva.

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Bisogna tener conto che, data la velocità sempre più accelerata che negli ultimi tempi ha raggiunto il divenire storico — oggigiorno si verificano nel giro di pochi anni cambiamenti e processi che prima ci mettevano secoli a prodursi —, non ci devono sorprendere gli scatti, le alterazioni, i disturbi, gli sconvolgimenti e gli scossoni bruschi che forse arriveremo a vedere molto presto e che oggi non possiamo nemmeno immaginare.

Non sappiamo né possiamo prevedere quando si concluderà definitivamente la fase terminale del Kali-Yuga nella quale attualmente ci troviamo (il Kali-Yuga del Kali-Yuga, come opportunamente è stata definita questa fase terminale). Quel che sappiamo è che la fine del Kali-Yuga è prossima e che verrà accompagnata da grandi cataclismi, da atroci convulsioni, da catastrofi e perturbazioni terrificanti che seppelliranno l’attuale mondo decadente, caotico, rajasico e tamasico, nefasto e discentrato che ha preteso costruire la sua civilizzazione prepotente e inumana voltando le spalle alla Sapienza, all’Ordine universale e alla Realtà spirituale. 

Si assisterà ad una accentuazione esplosiva di tutti i fenomeni negativi ed estremamente distruttivi che si sono andati manifestando da alcuni anni, sintomi caratteristici del Kali-Yuga: crisi ambientali e catastrofi naturali (inondazioni, sismi ed eruzioni vulcaniche, tsunami che travolgono tutto, incendi di dimensioni terrificanti, siccità e carestie, alterazioni climatiche con gravi ripercussioni d’ogni tipo); l’ombra sinistra dell’anarchia violenta e vandalica, la ribellione sistematica e la violenza di strada, così come il terrorismo, con una capacità distruttrice e annientatrice sempre maggiore (la distruzione delle Torri Gemelle di New York l’11 Settembre del 2001 fu un segnale che lasciava intravvedere quel che si prospettava in un non lontano futuro); diffusione e crescita esponenziale del consumo di droghe, il commercio crudele di esseri umani, il narcotraffico e la delinquenza organizzata (mafie con un potere talvolta superiore a quello dei governi, essendo spesso infiltrate in essi se non addirittura fuse e confuse coi suoi dirigenti); guerre civili e conflitti bellici, aggravati dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa (nucleari, chimiche e batteriologiche); crisi economica ed energetica (rovina e distruzione dell’economia nei paesi più avanzati, con le conseguenze di disoccupazione, miseria, impoverimento generalizzato e violenti conflitti sociali); esplosione di centrali nucleari (per un motivo o per l’altro, sia accidentalmente, sia per attentati o catastrofi naturali, come è già successo a Chernobyl e Fukushima); immoralità, corruzione, indegnità, inettitudine, incompetenza e mediocrità crescenti dei dirigenti (arrivando ad instaurare il governo dei peggiori, che non sapranno o non vorranno affrontare i gravi problemi che hanno davanti, piuttosto accentuandoli e aggravandoli); degradazione e demoralizzazione sempre più accentuate della società (edonismo, narcisismo, banalità e frivolezza, egocentrismo, stupidità generalizzata, nichilismo, rincretinimento e abbrutimento degli individui e delle masse); crescita travolgente delle ideologie e della propaganda, che invadono ogni cosa, imponendo la dittatura della menzogna, la manipolazione delle menti e delle coscienze (il bombardamento ideologico-propagandistico deforma e falsa la realtà, disintegra e fanatizza la società, semina l’odio e il risentimento, intontisce, anestetizza ed avvilisce l’essere umano, con l’inevitabile risultato di asfissia e diminuzione della libertà); abbandono delle campagne, dei villaggi e delle zone rurali, con la sparizione progressiva dell’agricoltura e la desertificazione di regioni prima fertili, tutto questo accompagnato da un preoccupante calo delle nascite (invecchiamento della popolazione, suicidio demografico); emigrazioni di massa, con l’invasione di numerosi paesi da parte di individui di razze o culture estranee, se non ostili, alla cultura nazionale (come, per esempio, la crescente islamizzazione dell’Europa); rivoluzioni sanguinose, con l’instaurazione di sistemi oppressivi, dispotici e tirannici (con l’inevitabile repressione, distruzione di tutto quel che è degno e prezioso, crudeltà, rapine ed estorsioni, confische ed espropriazioni, violenza e stupri, torture e assassinii, miseria e morte in definitiva); comparsa e diffusione di malattie che non si saprà come curare o combattere, compresi parassiti e pandemie favoriti dalla globalizzazione e il livellamento imposti dal mondialismo.  

Basta pensare a quel che significherà per il mondo attuale la confluenza di tutti o molti di questi fenomeni distruttivi, intensificati e aggravati al massimo, considerando che colpiscono alcune società e alcuni gruppi umani alla deriva, inermi e senza difese di fronte a tante e così gravi catastrofi, totalmente discentrati e disorientati, senza sapere come reagire di fronte ad eventi di tale portata e senza arrivare a capire perché succede quel che sta succedendo.  

Non bisogna perdere di vista, d’altronde, che la società o civilizzazione attuale, tanto sicura della sua forza e solidità, che si crede potente e invincibile, risulta invece, proprio in funzione del suo elevato e sofisticato sviluppo tecnologico, estremamente vulnerabile. Tutta la sua impalcatura è sempre più attaccabile. È esposta, come organismo collettivo, ad ogni tipo di gravi pericoli che le società più antiche non conoscevano e che possono rovinarla dalle sue stesse fondamenta. Qualunque virus informatico, errore accidentale o attacco cibernetico, come è già stato dimostrato in diverse occasioni, può smantellare, annullare e rendere inservibili tutti i sistemi e le strutture che gli permettono di funzionare normalmente portandola al collasso: dalla burocrazia e le diverse amministrazioni al sistema sanitario, dall’esercito e i dispositivi di difesa alla polizia e le forze dell’ordine, dal sistema bancario o le strutture produttive e commerciali ai trasporti e le comunicazioni.

In ogni caso, questa — di quando sarà la fine del Kali-Yuga — è una questione da cui non bisogna lasciarsi ossessionare né perdere eccessivo tempo pensandoci. Ci sono problemi più importanti, più urgenti e decisivi, da affrontare e sui quali dobbiamo concentrare innanzitutto la nostra attenzione. Tra gli altri, come risponderemo o come stiamo rispondendo di fronte all’ambiente negativo e caotico dominante nel Kali-Yuga, che non farà altro che aggravarsi sempre più; che atteggiamento dobbiamo adottare e che azione dobbiamo intraprendere di fronte al disordine che vediamo intorno a noi e che non solo avanza intorno a noi, ma che penetra addirittura al nostro interno e ci impregna in tutti i modi.

La grave epidemia dell’implacabile virus che subiamo attualmente, estesa su scala mondiale, con le tremende e tragiche ripercussioni che sta avendo in tutti gli ordini, con gli spettacoli terrificanti, luttuosi e sinistri che mostra ai nostri occhi e che giammai saremmo potuti arrivare ad immaginare, ci può dare l’idea dell’ambiente che può determinarsi alla fine del Kali-Yuga. Non sarà questo letale flagello universale che stiamo soffrendo l’inizio o il primo passo di quel finale profetizzato come prossimo dalla Scienza sacra? Siamo già, come era stato annunciato già da diversi anni, sulla soglia della fase finale dell’Età Oscura?

bill gates

Sono spuntate in questi giorni molteplici teorie, di tipo cospirativo, indagando se la mortale epidemia che ci affligge si propone qualche obiettivo nella lotta per il potere politico ed economico tra i distinti blocchi o potenze che aspirano al dominio mondiale. Può darsi che vi sia del vero in tali speculazioni, per quanto risulti abbastanza dubbio. È possibile che l’avvio o l’innesco iniziale del problema derivi da sofisticate ricerche e manipolazioni scientifiche con l’obiettivo di produrre armi letali da usare in una possibile guerra batteriologica.

Ma in realtà, in ogni caso, qualunque siano le cause reali dell’epidemia del coronavirus, tutto sembra indicare che ci troviamo di fronte ad uno dei peggiori disastri provocati dagli apprendisti stregoni che hanno forgiato questa civilizzazione innaturale, anti cosmica, antiumana e antispirituale, e che continuano a controllare, convinti nella loro superbia narcisista che la realtà sia sottomessa ai loro dettami (considerando che, in caso di conflitto tra la realtà e i loro schemi o dogmi ideologici, sia la realtà a sbagliare). Convinti anche di essere riusciti a costruire il migliore dei mondi possibili col suo progresso incessante e inarrestabile (disprezzando tutto il passato, quello che li ha preceduti, tutta la ricca e saggia eredità anteriore, scartandolo totalmente come frutto dell’ignoranza, della viltà, della stupidità e della superstizione) e fermamente adagiati nella superstiziosa convinzione di poter dominare e controllare a loro piacimento il Cosmo, la Creazione, la Natura e la Vita.  

L’attuale epidemia universale, che semina la morte, l’angoscia, la paura e la rovina dappertutto, non è altro che il risultato dell’epidemia spirituale, intellettuale e morale che la moderna civilizzazione occidentale, razionalista, individualista e materialista, ha contagiato al resto del mondo. Non è casuale che l’origine di una così mortifera epidemia sia stata in Cina, il grande paese che ha avuto in passato una fiorente, saggia ed alta tradizione spirituale, ma che nel XX secolo ha subito in modo travolgente e distruttivo il contagio invasore di uno degli aspetti più nefasti di questa epidemia di origine occidentale, come il marxismo-leninismo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la nazione cinese, l’antico Impero di Mezzo, fu invasa e avvelenata dal virus criminale dell’ideologia comunista, nato in Europa e subito mutato nella sua variante maoista, che causò milioni di morti fin dai primi anni in cui impose la sua tirannia e che in seguito si sarebbe esteso a molte altre nazioni dell’Asia (Corea, Vietnam, Laos, Cambogia, Sri Lanka, il Tibet), lasciando in tutte esse una scia di morti, distruzione, tirannia e sofferenze indicibili. Questo virus ideologico, di colore rosso sangue, è risultato molto più mortale del funesto coronavirus o Covid-19 che attualmente soffriamo. 

L’origine di questa epidemia mondiale nell’esteso e sovrappopolato territorio della Cina comunista è un chiaro simbolo del nero processo in cui siamo immersi. Un simbolo che bisogna saper cogliere, valutare e comprendere in tutto il suo profondo significato. È come se la maledizione che l’Occidente, con la sua prepotenza e presunzione, lanciò sull’Oriente e su tante altre zone del pianeta, tornasse ora su di noi come un funesto e tetro boomerang rimbalzato dall’inevitabile logica della Nemesi storica o dalla legge del karma. 

Questa epidemia planetaria, con la sua ondata di morti, è avvenuta proprio quando molti corifei ed araldi dell’avvenire, affascinati dalle eccellenze del sistema imperante, sventolando la bandiera della fede nel progresso e gli schemi mentali inculcati su vasta scala, sostenevano che eravamo già quasi sul punto di vincere la morte ed ottenere l’immortalità grazie agli incredibili sviluppi della scienza. Elucubrazioni così insensate riportano alla memoria la promessa lanciata ai quattro venti dall’ideologia marxista-leninista, secondo la quale nella futura società comunista non ci sarebbe più stata morte: la quale sarebbe sparita grazie al trionfo del materialismo dialettico e alle sue grandi conquiste scientifiche.

Gli eventi tristi, drammatici, luttuosi e terribili che stiamo affrontando, e quelli molto più terribili che dovremo affrontare in futuro, sono un’opportunità per il risveglio. Per il nostro risveglio personale e per il risveglio di questa società fallimentare nella quale viviamo, sprofondata in un sonno letale e funesto, e che è nostro dovere e missione sottrarre al suo letargo, per salvare tutti i valori imperituri della grande Tradizione europea che in essa perdurano per quanto repressi e nascosti.

Per ardua ad astra, “attraverso le asperità sino alle stelle”. Questo antico, lucido e saggio motto ci dovrebbe guidare in questi momenti. Eccolo il sentiero duro, ripido e difficile, ma anche imperioso, e al contempo affascinante e liberatorio, che si apre davanti a noi. Questo è il nostro destino, che ci indica dall’alto la nostra Stella. In mezzo all’arduo, fosco e tenebroso panorama che si offre ai nostri occhi dobbiamo rimanere saldi e coraggiosi, avanzando senza titubare sulla via solare, il sentiero sacro che conduce verso il Sole eterno, portando all’Umanità il messaggio luminoso che irradia questo Sole supremo, i cui raggi illuminano e rischiarano l’ambiente oscuro dell’“Era tenebrosa” (la “selva oscura” di cui parla Dante: esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura).

La letale epidemia che attualmente soffriamo in tutto il mondo è l’annuncio di quel che si avvicina. Il lavoro degli amanti della Sapienza, di tutti quelli che non hanno perduto la fede e la fiducia nella forza dello Spirito e nella potenza vivificante del Sacro, è prepararsi ad affrontare in modo saggio, giusto e corretto tutta questa grande confusione universale, e seminare o andare preparando il terreno per la nuova Aurora, l’oramai prossima Alba. La nostra missione e il nostro dovere è aprire, consolidare e preparare i passaggi e i ponti che condurranno alla futura Età dell’Oro, era di pace e di armonia, di libertà e unità, di autenticità e pienezza, che verrà con il rinascimento della Sacralità ed il trionfo irradiante della Sapienza. Una realtà che dovrà realizzarsi e farsi presente già nei nostri cuori.

  *   *   *

Alcuni giorni fa, in questi momenti di preoccupazione, angoscia e smarrimento, ho aperto a caso il libro dei Proverbi, uno dei libri sapienziali della Bibbia, e mi sono visto spuntare davanti un testo folgorante le cui parole risuonavano come una descrizione della situazione attuale, soprattutto alla luce di quel che sta succedendo in Spagna, uno dei paesi maggiormente colpiti dall’attuale pandemia, con aspetti tragici, macabri e vergognosi, essendo il nostro paese guidato da una schiera di individui sinistri, narcisisti ed egocentrici, ignoranti, insolenti, incompetenti e irresponsabili, carichi d’odio e superbia, stolti demagoghi e settari che non rispettano nulla, con una mente pervertita dall’ideologia dell’estrema sinistra. Essendo queste parole in realtà applicabili al mondo e alla civilizzazione attuale nella sua totalità, non posso fare a meno di riprodurre un frammento di questo testo poetico e profetico al quale si suole dare il titolo di “Arringa agli sprovveduti” o “Parole dei Sapienti” (Prov. I, 20-33).

Il frammento a cui faccio riferimento, estrapolato dai proverbi e insegnamenti di Re Salomone, ci mostra la Sapienza o la Saggezza “gridando nelle strade e facendo sentire la propria voce nelle piazze” per svegliare una società discentrata e disorientata, nella quale i suoi corrotti dirigenti e le masse che li seguono remissivamente vivono nell’ignoranza, nella cecità spirituale, traviati e sottomessi da ogni tipo di vizi e aberrazioni.

 Fino a quando, o inesperti, amerete l’inesperienza

e i beffardi si compiaceranno delle loro beffe

e gli sciocchi avranno in odio la scienza?

Volgetevi alle mie esortazioni:

ecco, io effonderò il mio spirito su di voi

e vi manifesterò le mie parole.

Poiché vi ho chiamato e avete rifiutato,

ho steso la mano e nessuno ci ha fatto attenzione;

avete trascurato ogni mio consiglio

e la mia esortazione non avete accolto;

anch’io riderò delle vostre sventure,

mi farò beffe quando su di voi verrà la paura,

quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore,

quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano,

quando vi colpirà l’angoscia e la tribolazione.

Allora mi invocheranno, ma io non risponderò,

mi cercheranno, ma non mi troveranno.

Poiché hanno odiato la Sapienza

E non hanno amato il timore del Signore; 

non hanno accettato il mio consiglio

e hanno disprezzato tutte le mie esortazioni;

mangeranno il frutto della loro condotta

e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni.

 

Antonio Medrano