Dalla pandemia sanitaria a quella psicologica. E nessuno fa niente, anzi…

572

(tratto da huffingtonpost.it) – Dalla pandemia sanitaria a quella psicologica. E nessuno fa niente, anzi di Luigi Crespi


I negazionisti non sono coloro che negano l’esistenza del virus, sarebbe una follia, ma quelli che ne negano le vere conseguenze.

I danni che sta procurando il virus non sono solo quelli sanitari, si tratta di una pandemia con un basso tasso di mortalità, ma il dato più rilevante e globale è che il Covid sta lasciando il proprio segno nella storia determinando un mutamento radicale nelle persone, nei comportamenti, nella dinamica relazionale e in quella economica. Tutto ciò che rientra nell’ambito della socialità è stato completamente stravolto.

L’altro giorno ho incontrato un vecchio amico e d’istinto ci siamo abbracciati, consapevoli per un attimo di aver compiuto un atto eversivo, sentendoci quasi fuori posto. È incredibile come l’uomo si riesca ad adattare a una condizione di isolamento che ha ormai dell’insostenibile, ma che rappresenta la strada per continuare a vivere, che è la questione fondamentale, garantendosi il massimo della sicurezza, ma senza più ritirarsi nel lockdown. L’idea di bloccare ancora una volta tutto sarebbe assolutamente criminogena e farebbe più morti del virus stesso.

Guardandomi intorno, mi accorgo che tanta gente ha disturbi del comportamento. Molti si trovano in forte difficoltà e questa “pandemia psicologica” ormai è estesa a livello globale. La gente è fuori controllo: paranoia, mitomania, paura ossessiva, stress, ansia, depressione stanno mangiando l’anima di molte persone, del resto il nostro cervello è stato ed è ancora sollecitato da paure ataviche: malattia, morte, perdita del lavoro, isolamento sociale.

A questo si accompagna una “iperpresenza” quasi ossessiva di scienziati, virologi e di una nuova casta di personaggi televisivi che dettano le condizioni e i tempi della nostra esistenza, senza titolo e senza avere uno spessore umano e spirituale adeguati.

Noto anche una totale assenza degli intellettuali, dei grandi visionari, di coloro che hanno avuto la capacità nel tempo di immaginare il futuro e dargli una direzione, un senso. Tutti questi personaggi oggi sono totalmente in silenzio. Ed è in un silenzio assordante anche il mondo dello spettacolo, del teatro, della letteratura, della cultura. Si sentono parlare i giornalisti che consegnano una prova ossessiva e ansiogena e spesso contraddittoria della realtà, mentre i politici affrontano argomenti che sembrano quasi sempre interessare solo a loro, privi della capacità di guidare la propria gente oltre la barriera della paura del virus.

La pandemia è diventata esplosiva e si percepisce anche nel mondo del cinema che è rimasto attonito, congelato, spaventato dall’impossibilità di esistere e di rappresentarsi. È stato interessante vedere come siano state tirate le orecchie a Barbera perché al primo Festival di Venezia dopo il Covid, non c’è stata un’adeguata rappresentazione di un paese come il nostro che è stato il primo in Occidente a essere stato investito dal virus. Forse non si sono messi d’accordo sulla narrazione.

In Italia più di mille medici sono morti per cercare di salvare vite umane e nonostante questo sforzoabbiamo perso trentacinquemila persone nel giro di poche settimane senza neanche capire il perché. Tutto questo non rientra nella narrazione, né è parso degno di essere compreso e viene lasciato alla mente di ognuno che è chiamato a elaborare da sé, accompagnato però da una cronaca quotidiana ossessiva, nevrotica e spaventosa che ci rappresenta con precisione il numero di contagi.

Sembra quasi che ci sia un gusto sadico, un’intenzione di voler spaventare, di voler far smettere di vivere, sembra quasi che ci si voglia punire, tutto questo nel silenzio assoluto.

Spero che la cultura, il cinema, la letteratura, gli intellettuali, abbiano la forza di rialzarsi e smettere di avere paura di dire ciò che pensano, giusto o sbagliato che sia, di destra o di sinistra. Spero che abbiano il coraggio di stringersi la mano e poi di pulirsela con l’Amuchina, spero che abbiano il coraggio di guardarsi negli occhi ad una distanza di sicurezza e di aprire la bocca, perché di silenzio io ne ho abbastanza.