Qualche tempo fa avevamo rilanciato un coraggioso approfondimento giornalistico targato ‘Rai’. In quel documentario, si puntava forte e chiaro il dito contro le case farmaceutiche, colpevoli di aver creato un esercito di milioni di potenziali-tossici, rendendo anche persone insospettabili dipendenti da farmaci.
Si trattava di farmaci oppioidi, prescritti con leggerezza da medici di base conniventi con le Big Pharma, che assicuravano di guarire dai tipici mali della modernità (ansia, stress, etc.). Ma, avevano una piccola contro-indicazione di cui tutti sapevano, tacendo: rendevano (tossico)dipendenti, perché medicinali oppioidi. Il risultato fu la progressiva, ma lenta, dismissione di questi prodotti dal mercato e la parallela creazione di eserciti di tossici che, non potendo più approvvigionarsi dei farmaci legali, dovettero riversarsi sulle droghe illegali.
Fra i principali responsabili di tutto questo – come descritto nel documentario – c’era Purdue Pharma (e non solo). Oggi, ad anni di stanza, e centinaia di cause aperte presso le Corti statunitensi (benché questi farmaci fossero venduti in tutto il mondo, si badi bene!) l’azienda farmaceutica statunitense si è dichiarata colpevole delle accuse rivolte a suo carico nel caso riguardante la crisi sanitaria da dipendenza da oppioidi che negli ultimi anni ha causato centinaia di migliaia di morti negli Stati Uniti.
Una piccola vittoria che vale ben poco. Serve però a dimostrare una volta per tutte il doppio filo che lega il mondo della farmacia con quello delle droghe illecite, nella più totale noncuranza (interessata) degli organismi di vigilanza e controllo. Cui prodest? A chi conviene diffondere droghe nel tessuto di una nazione, creando delle bombe sociali a livello tanto sanitario, quanto psichiatrico nonché nella gestione economica che un esercito di tossicodipendenti di milioni di individui genera per uno stato?..
L’azienda farmaceutica statunitense Purdue Pharma si è dichiarata colpevole delle accuse rivolte a suo carico nel caso riguardante la crisi sanitaria da dipendenza da oppioidi che negli ultimi anni ha causato centinaia di migliaia di morti negli Stati Uniti. In udienza Purdue Pharma ha ammesso di aver ostacolato l’agenzia federale antidroga nel contrastare la diffusione della dipendenza da oppioidi, di non aver impedito che i suoi farmaci venissero dirottati verso il mercato nero e di aver fornito informazioni fuorvianti alle agenzie di controllo. Ha inoltre ammesso di avere indotto i medici alla prescrizione di antidolorifici e di aver inviato loro informazioni su pazienti a cui poterli prescrivere.
Le ammissioni formali di colpevolezza da parte dell’azienda — che un anno fa ha dichiarato bancarotta — rientrano nell’accordo raggiunto il mese scorso con il Dipartimento di Giustizia il quale prevede anche una sanzione di 8 miliardi di dollari e 225 milioni da corrispondere direttamente al governo federale. I membri della famiglia proprietaria — che in base all’accordo non riceveranno accuse penali — subiranno confische per 2 miliardi di dollari.