a cura della Comunità militante Furor
Lontani da ogni forma di discriminazione e di violenza gratuite, le quali non ci appartengono minimamente, vogliamo analizzare il fenomeno LGBT, negli ultimi anni sempre più discusso e accettato.
Un individuo si definisce transgender quando non si riconosce in nessuno dei due generi, quindi combina le caratteristiche di entrambi.
Nella società attuale, che tende a deridere tutto ciò che è Sacro e giusto, le comunità LGBT vengono tutelate sempre di più. Risulta difficile infatti fare una critica a questa comunità, dato che il nostro modo di vedere e vivere la sessualità è differente dal loro, e i buonisti non ci pensano due volte a definirci omofobi.
I transgender vengono protetti dalla maggioranza della società di oggi che, composta da gente priva della capacità di pensiero, si lascia travolgere dall’ondata buonista e valuta come giusto un fenomeno che magari andrebbe analizzato in modo differente, definendolo per quello che realmente è: un insieme di persone che hanno fatto propria la sovversione e che cercano con ogni mezzo di imporre la propria visione.
Quindi questa finta lotta delle comunità LGBT non mira alla conquista di nessun diritto; è soltanto un mezzo come un altro per portare avanti la sovversione ed imporre il pensiero unico all’interno di una società già priva di Ordine e Giustizia. Smascheriamo quindi il buonismo di chi, in nome di pace e amore, compie azioni diaboliche ai danni dei più deboli.
Abbiamo avuto in Italia il caso Bibbiano, ma quello che succede in Inghilterra forse è anche peggio. Ci chiediamo se sia davvero libertà attuare violenza psicologica su un bambino per indurlo a cambiare sesso. Se sia davvero progresso rifiutare il disegno di Dio per accettare uno scenario diabolico in cui i generi non esistono e i bambini vengono torturati per accettarlo.
In Inghilterra, molti medici hanno avuto il coraggio di dimettersi dopo aver capito lo squallore che si cela dietro la pressione psicologica su un bambino. Il tutto per convincerlo a cambiare segno, in nome della più crudele dittatura del pensiero. Attraverso la TV ed i social media, la società (anche e soprattutto quella “infantile”) viene sensibilizzata ad adattarsi al pensiero unico; per un bambino sarà quindi giusto fare i capricci per cambiare sesso, fenomeno che prima dell’avvento di questo progresso dissolutore di ogni valore tradizionale non esisteva.
Un bambino lasciato crescere normalmente, senza che gli venga imposta fantasia alcuna, non
arriverebbe mai a pensare al cambio di sesso, oggi però iniziano a registrarsi casi in cui bambini di 10-11 anni si avviano a cambiare sesso. Questo non può che essere causato dalla campagna di sensibilizzazione portate avanti dai mezzi di propaganda.
Nel dicembre 2018 è andata in onda su Fox la mini serie Butterfly, che vede come protagonista un bambino di nome Max che, non contento di essere maschio, lotta per diventare una femmina. Anche la Chiesa, attaccata soprattutto dalla comunità LGBT, si sta adeguando a scenari sicuramente diversi rispetto a quelli descritti nelle Sacre Scritture. Papa Francesco non ha fatto altro che “modernizzare” tutto ciò che è Sacro, arrivando ad aprire le porte al “farmaco LGBT”, senza dimenticare l’accoglienza di una famiglia gay.
Il Vaticano accetta quindi un farmaco che permetterà ai bambini affetti da disforia di genere di bloccare la pubertà, nell’attesa che essi scelgano a quale sesso appartenere. Che Bergoglio fosse motivato a dissolvere le nazioni che ancora preservano la propria identità per fare spazio alle “società nuove” formate da un miscuglio razziale (frutto di globalismo e sovversione) era ormai noto a tutti, ma arrivare ad accettare il fatto che un bambino possa essere influenzato così tanto dalle forze sataniche fino ad arrivare al punto di cambiare sesso ci sembra troppo anche per lui.
La Chiesa quindi, al contrario di ciò che si afferma nelle Scritture, accetta che non sia il progetto che Dio ha per ognuno di noi, ma il disagio circa la corporeità maschile e femminile a guidare lo sviluppo dei ragazzi. Ecco quindi che il desiderio e le passioni vincono sulla natura, mentre un tempo la Chiesa insegnava che l’uomo deve riuscire a dominarle, le passioni. In questo scenario, non può quindi non parlarsi di “rivoluzione LGBT”.
Ma cos’è esattamente una rivoluzione? Il termine rivoluzione, ricordiamolo, deriva dal latino “revolutio”, che significa appunto “rivolgimento, ritorno”. Se dovessimo quindi parlare di rivoluzione e di un ritorno alle origini, non ci verrebbe certo da pensare ad un mondo LGBT; al contrario, penseremmo ad un ritorno all’Ordine e ad una chiara quanto giusta distinzione dei due generi che Dio attribuì all’umanità. In questo mondo però Dio è “morto” e con lui si stanno via via spegnendo anche tutte le dottrine tradizionali che un tempo mantenevano la propria integrità.
La propaganda LGBT invade ormai ogni campo sociale e non, e più che una rivendicazione di diritti, quest’invasione assume la forma di dittatura del pensiero. Se infatti qualcuno si azzardasse a criticare questa società verrebbe subito etichettato come omofobo, proprio come se avesse picchiato o discriminato qualcuno solo per l’orientamento sessuale. L’omofobia forse ormai è una semplice etichetta che viene usata per indicare le anime coscienti che ancora si oppongono alla dittatura della propaganda LGBT.
Alla luce di quanto scritto, ci viene impossibile pensare a questo come una rivoluzione, in quanto non si compie un ritorno a qualcosa, ma si va avanti, sovvertendo ogni forma di Ordine per fare avanzare il Caos.