Solstizio d’Inverno: Dies Natalis Solis Invicti

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tratto dalla rivista Raido – Anno I, Inverno 1995
Per la Tradizione i fenomeni naturali sono sentiti come manifestazione e simbolo di un Ordine superiore. In questo senso il Sole assume il significato, di misura e di limite di due realtà tra loro estreme e opposte, l’una luminosa e spirituale, di contro all’altra oscura e materiale. Nel solstizio d’inverno il Sole tocca il punto più basso dell’eclittiica, cioè dell’ellissi che la terra compie attorno ad esso, e rappresenta la maggiore diseguaglianza tra la luce e l’oscurità. Infatti il Sole in questo momento si ferma, si ha quasi l’impressione che sprofondi nella notte fredda per non apparire più, è come se fosse incatenato, prigioniero delle tenebre, ma ecco che subito si rialza, rinasce e torna a splendere nel cielo. Da questo momento avanza una nuova vita, inizia un nuovo ciclo, che si concluderà con il Solstizio d’Estate in cui i rapporti si invertiranno.
Per l’Uomo della Tradizione, il Natalis Solis Invicti non rappresenta solo il momento in cui la natura con i suoi elementi si “rigenera”, ma è prima di tutto un’azione di Rinnovamento e Rinascita interiore.
L’Uomo in questa occasione riflette sull’anno trascorso e sul proprio cammino interiore, e come il Sole vince le tenebre, cosi l’Uomo Nuovo deve distruggere in sé tutte le meschinità. Infatti, la rinascita costituisce la vittoria dell’elemento Spirituale ed Immortale sulla natura mortale ed istintiva.
Ascendere, liberarsi da ogni egoismo individualista, prendere coscienza della propria realtà ed iniziare un cammino di rettifica da ogni passione e condizionamento.
In ciò la ritualizzazione dei fenomeni della natura quale manifestazione del Divino, rimanda ad un Ordine che va ben aldilà del piano materiale e non ha nulla a che vedere con romantici sentimentalismi naturalistici.