Fine lockdown? No, arrivano nuove restrizioni!

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Avete aspettato con ansia rinchiusi in casa l’avvento del vaccino? Avete rinunciato al Natale in famiglia perché ve lo ha chiesto Conte? Avete creduto alle bugie del governo, alla promessa che il vaccino ci avrebbe liberato da Covid e restrizioni? Vi siete barricati in casa perché solo così sarebbe “andato tutto bene”, sicuri che dal 7 gennaio il mondo sarebbe tornato alla normalità? Avete mandato a quel paese il 2020 perché il 2021 sarà l’anno della nuova libertà?! Male!
Avete riposto la vostra fiducia e le vostre paure nelle mani di bugiardi cronici. Infatti, la macchina del terrore psicologico si è già messa in moto e, da qualche giorno i casi Covid sono tornati a salire drasticamente così come si sono inaspriti i toni dei mass media. I giornalisti sono tornati a fare su giornali e telegiornali il classico terrorismo da pandemia;
le scuole forse non riapriranno e pure palestre, bar e ristoranti. Se pensavate che a gennaio ci saremmo liberati delle restrizioni, come promesso dal presidente Conte a inizio dicembre, allora vi siete sbagliati di nuovo.
La colpa, come sempre, è vostra, è nostra, è colpa degli Italiani che vanno al bar, degli Italiani che vanno a trovare i propri parenti. La colpa è di chi passeggia per strade deserte con la mascherina leggermente abbassata, è colpa di chi va a camminare in montagna e di chi, a Natale, ha deciso di fare compagnia ai propri anziani genitori. Preparatevi ad una nuova ondata di terrore, a nuove restrizioni e a nuove chiusure. Gli interessi in ballo sono infatti troppo grossi. Dal vaccino al governo, che senza la pandemia sarebbe già caduto da tempo, siamo mangime per un ingranaggio divoratore che vuole piegarci, schiacciarci e rinchiuderci.
2020 o 2021 per noi poco è cambiato; la nostra tenuta deve essere sempre solida, il nostro realismo romano, e la nostra mente critica. L’Uomo che persegue la Via della Tradizione sa che non deve farsi inebetire dalle litanie stregonesche di giornali e telegiornali, che deve rimanere saldo come uno scoglio colpito dalle maree.

(tratto da ansa.it) – Il dopo lockdown, verso un nuovo decreto legge. Cdm in serata  

La didattica in presenza al 50% nelle scuole deve ripartire dal 7 gennaio. E’ quanto avrebbe detto il premier Giuseppe Conte, secondo quanto appreso dall’ANSA, nel corso del vertice con i capidelegazione della maggioranza, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e membri del Cts.

La riunione era stata convocata per fare un punto sull’emergenza Covid in vista della scadenza delle misure restrittive messe in campo per le festività. 

Nel week-end del 9 e 10 gennaio in tutta Italia saranno in vigore le misure previste per la zona arancione: tra queste, le chiusure di bar e ristoranti anche a pranzo, ma aperti solo per la vendita da asporto.

Dal 7 gennaio e fino al 15, data di scadenza dell’ultimo dpcm, viene consentito lo spostamento tra le regioni solo per ragioni di necessità. 

Si pensa ad una proroga del divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici, minori di 14 anni esclusi. La misura, già prevista nel decreto natalizio in scadenza il 6 gennaio, sarabbe prorogata fino al 15 del mese.

Nel corso del vertice sarebbe stata espressa anche preoccupazione per i ritardi nelle vaccinazioni, in particolare per la Lombardia, nel corso del vertice 

Iv di nuovo all’attacco – “Ancora una volta di più oggi verifichiamo l’insufficienza del sistema sanitario, sancita dalla necessità di far scattare le Regioni arancioni o rosse con soglie di Rt più basse di quanto indicato in precedenza per evitare ulteriori criticità. E si verifica l’insufficienza e la poca chiarezza sul piano vaccinale. Se si vuole uscire da questo stallo dando un messaggio chiaro ai cittadini c’è un solo modo: continuare puntuale tracciamento e far chiarezza sul piano vaccinale”. Lo avrebbe detto secondo fonti IV la Ministra Bellanova durante la capidelegazione in corso. “Il solo messaggio restate in casa è evidente che psicologicamente ed economicamente ai cittadini non basta più. A fronte di un sacrificio che chiediamo alle persone, dobbiamo dare certezze. E io per i dati che leggo, ancora ne vedo poche”.