Le ultime cartucce di Pompeo: nuove sanzioni all’Iran

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Mentre Donald Trump passava sotto le forche caudine del secondo impeachment, il Segretario di Stato uscente sparava le sue ultime cartucce in politica estera, attaccando ancora una volta l’Iran.
Dopo le grottesche dichiarazioni dei giorni scorsi, per cui l’Iran sarebbe “la nuova base di Al-Qaeda”, Mike Pompeo, negli ultimi giorni di mandato, ha annunciato nuove sanzioni, stavolta dirette a due fondazioni legate alla Guida Suprema, l’Ayatollah Khamenei.
Ma se le dichiarazioni di Pompeo si commentano da sole – accusare di sponsorizzare il terrorismo lo Stato che più di tutti lo ha combattuto fa sinceramente ridere – le sanzioni, invece, due parole le meritano. Ebbene: siamo sicuri che la vulgata sovranista del Trump “che non ha iniziato guerre” sia accurata?
Da un lato, infatti, sin dai tempi di Tucidide è noto come le sanzioni economiche siano un atto militare, come spiega Daniele Perra nel suo Dalla Geografia Sacra alla geopolitica (CinabroEdizioni, 2020).
Dall’altro, compongono un quadro tutt’altro che “pacifista” gli assassinii mirati di importanti esponenti delle nazioni nemiche agli Usa, come quello del Generale Soleimani.
I posteri, insomma, se potranno guardare indietro a Donald Trump con legittima simpatia per essere stato combattuto in tutti i modi (il)leciti dalla sinistra liberal e dalla Silicon Valley, di certo non gli potranno perdonare una politica estera che è stata tutto fuorché contraria agli interessi di quel famoso “deep state” cheTrump ha sempre detto di combattere!

(Tratto da Tgcom24.com) – Iran, Usa impogono sanzioni alle fondazioni controllate da Khamenei

“Gli Stati Uniti stanno imponendo sanzioni a due organizzazioni controllate dalla Guida Suprema dell’Iran, l’Execution of Imam Khomeini’s Order e Astan Quds Razavi”. Lo ha annunciato il segretario di Stato Usa Mike Pompeo in un comunicato. “Mentre si travestono da organizzazioni di beneficenza – si legge – Eiko e Aqr controllano ampie porzioni dell’economia iraniana, a beneficio di Ali Khamenei, del suo ufficio e di alti funzionari del governo”.