Tratto dalla rivista RAIDO
Il totale relativismo contraddistingue il sistema di pensiero moderno, così come l’assenza di reali e saldi punti di riferimento. Tuttavia, una riflessione attenta su quanto giornalmente ci accade, sui meccanismi nei quali siamo inseriti, su come interagiamo col mondo circostante, consente di inquadrare problemi già noti, in modo diverso, sicuramente più introspettivo.
E’ infatti in funzione di noi stessi, della costruzione dell’uomo nuovo, che analizziamo la realtà in cui viviamo, per capire dove, quanto e quando riusciamo a mantenere ben saldo uno stile di vita tradizionale o dove, quanto e quando al contrario ci comportiamo da “comuni” uomini moderni.
L’idea fondante che anima la comunità militante di Raido è che la vita è militanza per la Tradizione, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno; non esiste infatti, durante la giornata, un momento particolare dedicato ai valori o alla virtù, poiché questi ultimi informano ogni pensiero ed ogni atto della nostra giornata.
Ciò premesso, possiamo riflettere sui modi di dire e di pensare che spesso utilizziamo, modi che in questa sede chiameremo ipotetici e condizionali.
Capita spesso che durante la giornata ci poniamo dinanzi alle cose da fare in maniera poco decisa, con una tattica passiva e di difesa, che ha nell’attendismo la sua peculiarità. “Oggi dovrei andare a….”, “forse domani ti chiamo….”, “potrei fare questo….”, “vorrei comprare….” ecc., sono semplici esempi di un modo di porsi dinanzi alla vita poco chiaro, tortuoso, problematico, di chi non impone la propria personalità, di chi non dirige i lavori ma che magari, a seconda degli eventi o dei fattori esterni, deciderà in un secondo momento se fare o dire quella determinata cosa.
Se una cosa la voglio, perché così ho valutato e deciso, quella cosa io farò, lasciando da parte dubbi, indecisioni o quant’altro possa condizionare la mia volontà. La capacità di prendere decisioni efficaci e giuste è vero, dipende molto dall’esperienza accumulata e dalla capacità di valutare il contesto, conseguentemente richiede una riflessione attenta e ponderata, ma ciò non significa che il mio atteggiamento debba poi essere di chi non si pone in maniera dinamica ed attiva di fronte alla vita.
Una persona equilibrata, coerente, lineare fa si che l’azione sia il riflesso di una precisa e determinata forza di volontà, l’espressione di un proprio modo d’essere; qualsiasi intervento esterno, di natura morale o sentimentale ad esempio, è un condizionamento da respingere.
Che la migliore difesa stia nell’attacco, non è una espressione di natura calcistica, ma un’ottima filosofia di vita per chi, come noi, ha deciso di intraprendere un cammino fatto di continue sfide e battaglie.
Il guerriero combatte in quanto kshatriya ed una volta deciso cosa è giusto o sbagliato non dice dovrei ma devo, farei ma faccio, vorrei ma voglio. Non entriamo nell’ambito della riuscita di una determinata azione, la quale dipende anche da fattori non imputabili al modo di essere, ma nell’atteggiamento con cui si intraprende un’attività, nella forma mentis che ci deve (e non dovrebbe!) animare costantemente.
Se è “con la forza che si apre la via” NOTA, la forza non è certo da intendersi come prepotenza o violenza, ma come energia interiore che si riflette in uno stile di vita orientato dal sacro, in una determinazione e volontà propria di chi pretende molto da se stesso e sa cosa volere da questa vita.
Il nostro obiettivo è quello di formare degli uomini sulla base dei valori tradizionali, che siano in grado di affermare se stessi in ogni ambito della vita. E’ una scelta che abbiamo fatto e che ogni giorno vivifichiamo attraverso l’azione militante.
Se ci riusciremo, per ora non è dato saperlo, ma di sicuro ci impegneremo al massimo, perché nel cuore sentiamo un dovere preciso, impellente, imperativo. Lontani dal condizionale e liberi dal condizionato.