Trapani, puoi scendere in piazza solo se ti dichiari antifascista. Il TAR: è illegittimo
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Battuta d’arresto per la democrazia partigiana. A Trapani un regolamento comunale sull’arredo urbano del 2019 imponeva, per poter ottenere spazi pubblici, la firma di una dichiarazione di:
“a) riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo e il nazismo; b) di non professare e non fare propaganda di ideologie neofasciste e/o naziste, in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa; c) di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando violenza (fisica o verbale) quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione e i suoi valori democratici fondanti; d) di non compiere manifestazioni esteriori inneggianti le ideologie fasciste e/o naziste.”
Il regolamento è stato impugnato insieme al provvedimento con cui il Comune rigettava l’istanza di occupazione temporanea di suolo pubblico avanzata da due cittadini per realizzare una raccolta firme in piazza, perché sprovvista della dichiarazione di antifascismo. Il TAR di Palermo adito ha annullato i due atti, affermando che è illegittimo “imporre al richiedente la concessione di suolo pubblico di effettuare affermazioni che appaiono, almeno in parte, lesive del diritto inviolabile (ai sensi dell’art. 2 Cost.) alla libertà di manifestazione del pensiero, sancita dall’art. 21 Cost. nella parte in cui tutela anche la libertà di pensiero e il diritto al silenzio, cioè a non manifestare le proprie convinzioni.”
Insomma, i campioni trapanesi della democrazia, così confusi da colpirsi da soli, dopo aver violato quegli stessi diritti affermati dalla loro Costituzione “più bella del mondo!!1!!” ,sono costretti a tornare sui loro passi, con la coda fra le gambe, rinunciando al ricatto delle dichiarazioni di antifascismo.
Senza riporre la rituale ‘fiducia nella magistratura’, perciò, ci auguriamo altre analoghe pronunce nei confronti di tutti i comuni d’Italia che, sotto il giogo dell’ANPI, abbiano partorito simili mostruosità giuridiche!