8 Maggio 1936
“Di fronte a questo destino (…), meglio una vita breve ma densa di fatti e di gloria che una vita lunga e vuota (…); il tempo non si può fermare: non vi sono saggi ritorni né prudenti rinunce. Soltanto i sognatori sperano nelle vie di salvezza.
L’ottimismo è viltà. (…) Non abbiamo alternative.
Il nostro dovere è di tener fermo sulle posizioni perdute, anche se non c’è più speranza né salvezza.
Tener fermo, come quel soldato romano le cui ossa furono trovate a Pompei davanti a una porta: egli morì perché al momento dell’eruzione del Vesuvio si dimenticarono di scioglierlo dalla consegna.
Questa è grandezza, questo significa aver razza. Una fine onorevole è l’unica cosa che non si può togliere all’uomo”.
(da Oswald Spengler, L’Uomo e la Tecnica. Ascesa e Declino della Civiltà delle Macchine, Piano B Edizioni)