Diffida di chi teme e osteggia le solide mura e vuole che tutto sia liquido e leggero, in un’apparenza di triste e macchinosa bontà.
L’ingegno nefasto dell’avversario confida in un’apparenza di aperture e tolleranze per muovere la mossa finale: la creazione di una massa indistinta di schiavi volenterosi e inconsapevoli.
Dietro solide mura, invece, a sfida ardono nonostante tutto ampi camini e nei vasti saloni si raccontano ancora storie. Si narrano eventi che hanno nomi e cognomi, eppure rappresentano un’intera era del mondo.
Dietro alte muraglie si coltivano speranze e si scrivono sogni. Sotto le arcate anche le cose hanno nitide forme e identità.
Là fuori, invece, è la patria vuota del mondo non segnato, dell’informe e dell’incostante.
Ciò che un alito di vento distrugge e un attimo oblia.
Spetta a noi non addormentarci sui bastioni e lungamente vegliare.