Non sempre la scelta di votare la vita alla Tradizione è lineare: dobbiamo spesso fare i conti con gli eventi della vita, che incidono fortemente sui nostri stati d’animo e sulle nostre certezze; ma soprattutto, dobbiamo spesso fare i conti con Dio, colui al quale ogni nostro sforzo è dedicato.
C’è, infatti, una Volontà celeste che ci spinge sempre affinché la scelta, di schierarsi al Suo servizio, non sia un’acquisizione, una facile sicurezza o, peggio, un qualcosa per sentirci migliori.
I dubbi, gli scoramenti e le ‘notti dell’anima‘ (come molti santi le hanno definite e raccontate) non sono altro che prove interiori, la cui risposta deve necessariamente venire dal cuore, da dentro, pur anche con l’aiuto della propria comunità; in tal caso, il camerata rappresenterà esternamente la nostra parte più nobile, corsa in aiuto di quegli aspetti più bassi che ci vogliono far rinunciare, ecco il vero cameratismo: un comune universo di simboli.