Oggi esiste qualcosa che all’uomo moderno fa più paura del coronavirus e su cui l’establishment fa leva: la paura di perdere il proprio lavoro, la paura dell’isolamento, il giudizio altrui e il terrore di non poter andare a divertirsi la sera; la paura di non poter viaggiare, spostarsi o bere un caffe seduto ad un bar.
Sono frivolezze si dirà: “non siamo in dittatura, dopotutto nessuno ti obbliga a fare nulla!”
Già tuonano gli ovini nel gregge, già orgogliosamente (o rassegnatamente) marchiati, di proprietà di uno stato colluso con le grandi Spa del farmaco.
Chi non baratta la propria libertà con il privilegio di andare in palestra viene considerato un folle; eppure ci vuole coraggio. Coraggio di sopportare il giudizio altrui, il biasimo; di sopportare gli insulti e l’incertezza per il proprio futuro.
Il coraggio della tenuta del tempo, di quel coraggio che tuona più fragoroso delle grandi fiammate del passato, quando il nemico da abbattere era di fronte e aveva un volto.
(Tratto dalle lettere alla redazione del corriere.it)
Caro Aldo, all’ingresso della mia scuola verrà verificato che tutti siano in possesso di un lasciapassare.
Io quel lasciapassare non ce l’ho. Non mi aspetto che i miei colleghi condividano le ragioni del mio rifiuto. Ritengo però di non dover meritare neanche il biasimo. Sono sempre stato rispettoso di tutti i protocolli. In questi due anni, ho visto smontare la scuola in cui ho sempre creduto e che ho contribuito, nel mio piccolo, a costruire.
Quella fatta di condivisione, prossimità, inclusione. In nome della lotta per contrastare il Covid è diventata la scuola dei banchi separati, dei materiali individuali, delle classi-bolla, della Didattica a distanza (Dad). Abbiamo sopportato tutto per il bene comune, perché abbiamo sempre messo al primo posto i nostri alunni.
Oggi la possibilità di continuare a fare il mio lavoro mi è negata. Un decreto-legge mi toglie la possibilità di entrare a scuola. Eppure io non sono cambiato. Sono la stessa persona che ha lavorato fino al 30 giugno. Cosa è cambiato allora? Non mi chiamate no-vax! Io il Covid l’ho avuto, ciò mi dà diritto al rilascio del bollino verde.
Ma io il lasciapassare non lo voglio! Per me, per nessuno.
Su questo punto che vorrei sentirvi vicini, cari colleghi! Ho bisogno anche del vostro sostegno affinché la nostra voce arrivi più forte e chiara a chi può fare marcia indietro e abrogare una legge iniqua. Rinuncerò allo stipendio, al lavoro, a rivedere i bambini e le bambine che già mi mancano.
Con gli occhi lucidi ma con lo sguardo fiero di chi non si arrende a un’ingiustizia.
maestro Sandro