Pubblicato sulla rivista Raido n. 36 (Estate / Autunno 2008)
A Roma la parola data era obbligante al prezzo della vita. Ricordiamo il leggendario episodio del console Attilio Regolo.
Ma la fides non era esclusiva di pochi, come la menzione d’un uomo illustre può far pensare. L’esempio degli uomini illustri rappresentava la condotta degli appartenenti ad ogni ceto e per ciò anche degli uomini de populo, come è attestato da Flavio Giuseppe1 quando narra di una guarnigione romana assediata dai ribelli giudei.
Questi assicurano ai Romani il salvacondotto, a patto che depongano le armi. I Romani, essendo la loro situazione disperata, accettano l’offerta. Le due parti confermano l’accordo con la stretta di mano e il giuramento. “Ma appena gli assediati ebbero deposto le armi, i “Vindici d’Israele” si lanciarono sugli inermi per farne un massacro.
I Romani non apposero alcuna resistenza, non chiesero neanche pietà per la loro vita, ma gridarono:
“Il patto! Il giuramento” e poi ammutolì anche lui2.
Tratto da “Pax Deorum” di Claudio Rutilio
Note: 1) Flavio Giuseppe, La Guerra Giudaica, Mondadori, 1982, II, 17.
2) Elaborazione di L. Feuchtwanger, La fine di Gerusalemme, Mondadori, 1949.