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Qualche giorno fa è successa una cosa interessante, parlando con un amico spagnolo riguardo alle fiabe dei Fratelli Grimm, mi chiede improvvisamente se conoscessi Arturo Pérez-Reverte. Io rispondo in modo affermativo, certo non una conoscenza approfondita, ma sapere che è il creatore del personaggio letterario del Capitano Alatriste (da cui è stato tratto lo splendido film “Il destino di un guerriero”) del suo famosissimo ciclo di romanzi fa’ parte del mio bagaglio culturale.
Mi racconta che Perez ha parlato spesso della valenza educativa e formativa della fiaba e che è celebre un suo articolo dove si scaglia contro i censori del politicamente corretto che hanno voluto sanzionare il suo libro per bambini dal titolo “Il piccolo oplita” (che a questo punto pur non avendolo letto crediamo debba meritare).
Dopo aver letto il breve articolo incriminato penso valga la pena riportare una veloce parafrasi e traduzione dell’ultima parte, essendo queste parole valide e riguardanti un tema a noi caro e già noto.
Pérez-Reverte afferma, rammaricandosi, di come negli ultimi tempi la maggior parte dell
a letteratura per ragazzi tenda a raccontare ai bambini un mondo roseo dove i pirati sono bravi, i draghi simpatici e di compagnia , i squali amichevoli come sardine, le streghe gentili e graziose e i lupi dei pezzi di pane. Ah, e poi i vampiri, i vampiri sono i più bravi ragazzi. I racconti di tutta una vita insomma, capolavori a loro modo e genere che hanno fatto anche rabbrividire più di qualche bambino per la loro potenza, genialità e realismo, sono soggetti a oramai a una revisione ideologica e censura per non essere conformi all’attuale canone del politicamente corretto.
Testi superbi come Cappuccetto Rosso, Il soldatino di piombo, I tre capelli d’oro del Diavolo, Cenerentola, Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, sono bollati come violenti, militaristi, maschilisti e da non raccomandare. Anche gli adattamenti di testi classici che sono all’origine della cultura europea, come l’epica omerica o certi racconti della Biblici –Davide e Golia, Sansone e Dalila – e tante altre cose, stanno scomparendo dall’immaginazione collettiva. O sono sul punto di farlo. Metti un bambino davanti a un film sull’Odissea e ne rimarrà affascinato; Ma si scopre che, per molti, Ulisse ha una cattiva stampa: acceca un Ciclope, tradisce una donna.
E così via. Il male non deve solo essere respinto, affermano, ma deve anche essere ignorato. Tutto deve essere morbido, accattivante, roseo. Questo è il bene da dare come complemento all’altro, naturalmente. Ci deve essere e c’è sempre stato di tutto. Ma essendo un discorso esclusivo ed esclusivo per bambini, finirà per trasformare migliaia di bambini in irrimediabili stronzi (parole testuali dell’autore) ignari del lato oscuro della vita: paura, dolore, mali e morte. Il mondo è un luogo pericoloso, governato da una natura insensibile e popolato da persone spesso malvagie. Nascondere ai bambini che se camminano in montagna un orso può divorarli significa metterli inermi alla mercé del carnefice. E non c’erano mai stati così tanti carnefici a piede libero e impunito come adesso.
Beh, non ci resta che sottoscrivere.