Colpo di scena: gli apripista della seconda, terza e ora quarta dose, gli Israeliani, stanno pensando di cancellare il green pass perché non ha “nessuna logica medica”. Loro, gli stessi che hanno introdotto vaccinazioni nei locali, gli stessi che davano dei novax a quelli che avevano solo una o due dosi, ora smontano tutta la narrazione a favore del green pass sostenendo, di punto in bianco, che non c’entra niente con la scienza, ed è solo una questione politica. In verità non serviva essere ricercatori specializzati, dottori, laureati o bilaureati per capire che la tessera verde, il cosiddetto green pass, fosse una scelta squisitamente politica, fatta per penalizzare, umiliare e ghettizzare i non vaccinati, ovvero coloro che, per libera scelta – non esiste alcun obbligo ad ora – hanno deciso di non vaccinarsi.
Perché è proprio questa la funzione dell’infame tessera: separare, dividere ed emarginare i non vaccinati, o chi ha solo poche dosi, per poi obbligarli alla vaccinazione in maniera “volontaria”. Il Governo italiano, non contento delle già folli restrizioni presenti, ha pure deciso di implementarle, limitando ancora di più la libertà e i diritti di chi ha compiuto una scelta personale e non condannabile. Insomma, se in Israele sta saltando la narrazione del green pass come “strumento necessario per salvare vite”, vediamo quanto ci metteranno i nostri giornalisti, i cosiddetti “professionisti dell’informazione” a fare l’ennesima giravolta carpiata per cambiare di nuovo parere e associarsi alla narrazione globale. Intanto con le nuove restrizioni cittadini e cittadine italiane si troveranno ad essere ancora più discriminati ed emarginati di prima.
(Tratto da liberoquotidiano.it) – Green pass, “nessuna logica medica”: a un passo dall’abolizione, un clamoroso ribaltone
C’è un Paese a cui, da che pandemia fu, spesso guarda il mondo intero: si tratta di Israele, primo stato a varare la quarta dose di vaccino e uno dei Paesi che ha da sempre adottato le politiche anti-pandemiche più stringenti. Anche in Israele, per inciso, c’è il green pass, il certificato per vaccinati e guariti. Ma, ora, il green pass viene messo in discussione dallo stesso governo israeliano.
C’è un Paese a cui, da che pandemia fu, spesso guarda il mondo intero: si tratta di Israele, primo stato a varare la quarta dose di vaccino e uno dei Paesi che ha da sempre adottato le politiche anti-pandemiche più stringenti. Anche in Israele, per inciso, c’è il green pass, il certificato per vaccinati e guariti. Ma, ora, il green pass viene messo in discussione dallo stesso governo israeliano.
Parole pesanti, quelle del ministro, una presa di posizione rilanciata anche dal Jersualem Post e che sta facendo molto discutere. Lo stesso Jerusalm Post ricorda inoltre come il numero di contagi in Israele, nonostante vaccino e guarigioni, con Omicron sia tornato a salire alle stelle. Ragione per la quel il green pass potrebbe essere cancellato poiché ritenuto inutile. L’abolizione del certificato, comunque, ad ora resta soltanto un’ipotesi, non vi è nulla di certo: per esempio, il direttore generale del ministero della Salute israeliano, Nachman Ash, sostiene che comunque vaccinazione e guarigione offrano un certo livello di protezione che rende il sistema del green pass ancora attuale ed efficace.