EVENTO! 25.02.2022 | Vespro romano: fiaccolata in ricordo dell’insurrezione del 1798

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(descrizione tratta da culturaidentità.it)

Il prossimo 25 febbraio si terrà a Roma, in piazza Mastai, una fiaccolata in memoria del vespro del 1798, l’insurrezione del popolo contro l’occupante francese e a difesa della propria identità cristiana: centinaia di morti, in massima parte popolani ed ecclesiastici, ormai dimenticati e ai quali le istituzioni cittadine non hanno mai dedicato un monumento, una via o una targa. Erano passati pochi giorni da quando il 10 febbraio 1798 le truppe del generale Berthier erano entrate a Roma e avevano occupato la città con la scusa dell’uccisione del generale d’ambasciata Duphot, avvenuta alla fine dell’anno precedente durante i tumulti scatenati dai rivoluzionari giacobini francesi e italiani presenti in città. Ancora meno giorni erano passati da quando, il 15 febbraio, imprigionato ed esiliato papa Pio VI, era stata proclamata la Repubblica Romana, sul modello di quella sorta a Parigi dalla Rivoluzione. Mentre nottetempo nelle principali piazze della città i rivoluzionari filofrancesi alzavano l’albero della libertà, i nuovi governanti limitarono la libertà religiosa e vietarono tutte le festività cattoliche, ordinando la rimozione di tutti i simboli del vecchio regime, comprese le immagini sacre disseminate ai quattro angoli della città e, soprattutto, le croci che i cittadini romani portavano addosso. Al posto del simbolo religioso furono costretti a portare la coccarda con il tricolore giacobino.
Un affronto, questo della coccarda cucita al petto al posto della croce portata indosso da sempre, che bruciò e attizzò l’orgoglio dei romani, quasi più dell’aumento delle tasse e delle vessazioni che erano costretti a subire: tanto era forte il legame con quel simbolo di identità religiosa e cittadina.
Non tutti accettarono l’imposizione. Il 25 febbraio del 1798 alcune guardie civiche fermarono alcuni giovani trasteverini rei di aver aggiunto una piccola croce alla coccarda tricolore, in segno di sfida all’occupante: le guardie intimarono loro di rimuovere quel simbolo e finirono gettate nel Tevere. Fu la scintilla che fece scoppiare un incendio che durò due giorni: al grido di “Viva Maria” la rivolta contro i francesi si estese ai rioni di Borgo, di Monti e di Regola fino ad arrivare ai Castelli romani, finché la cavalleria francese spense nel sangue le ultime resistenze. La vendetta e la repressione che seguirono i moti di quei giorni portò all’esecuzione di centinaia di romani, religiosi e laici, per lo più di umili origini, fucilati a piazza del Popolo e gettati nelle fosse comuni senza i conforti del funerale.
È alla memoria di questi martiri che è dedicata la manifestazione di giovedì 25 febbraio, con la quale vogliamo ricordare l’esempio e l’orgoglio di quei romani che si sollevarono contro l’invasore e morirono per non rinegare l’identità di questa città.