Heliodromos | Scienze tifoniche, oscure e tenebrose

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Il confronto militare fra USA e Russia in corso in Ucraina ha riportato drammaticamente d’attualità il tema del nucleare, che da tempo era passato in secondo piano, se si escludono le scaramucce e le tensioni sorte negli ultimi anni intorno ai tentativi della Repubblica Islamica dell’Iran di dotarsi di questa fonte energetica. In seguito all’operazione militare speciale di Putin in territorio ucraino il nucleare è però tornato di fatto al centro del dibattito politico: sia come fonte energetica alternativa al gas ed al petrolio russo, sia come possibile arma a cui potrebbe ricorrere qualcuno dei contendenti, mettendo veramente in dubbio le basi stesse della vita sulla Terra per i tremendi pericoli che la fissione nucleare comporta. 
In margine al dibattito in corso in Italia su un possibile ritorno all’uso “civile” dell’energia nucleare (anche in funzione della cosiddetta “transizione ecologica”, che minaccia di affliggerci per i prossimi decenni), non si può non notare quanto poco sia tenuto in considerazione il parere della popolazione su temi che la riguardano così da vicino; essendosi questa già espressa a suo tempo negativamente, tramite un apposito referendum, proprio sul nucleare. Ma, come si sa, il potere politico e quello economico tengono conto dell’opinione pubblica e della sua volontà solo quando questa coincide con le indicazioni e le decisioni già prese altrove.
Tuttavia, al di là di simili contingenze, va opportunamente sottolineato il fatto che dietro ogni teoria scientifica ed ogni sua applicazione pratica, sono sempre riconoscibili una determinata visione del Mondo e la mentalità prevalente presso la maggioranza delle persone. Una visione improntata al più rigido ed ottuso scientismo è possibile trovarla solo in presenza di un tipo umano che ignora ogni principio superiore o non ne tiene conto — almeno da quando Cartesio ha basato la conoscenza sul dualismo — relegando quell’uomo nella totale orizzontalità animale tendente al subumano, che in ragione del suo rapporto utilitaristico e pratico con la scienza è pronto ad accogliere ed utilizzare anche tecnologie create per scopi malvagi. Per costui le scienze cessano di ricoprire un ruolo secondario e subordinato rispetto alla conoscenza assoluta dei principi universali, per assurgere al rango di verità assoluta e di nuova religione dogmaticamente accolta, alla quale perfino le religioni ortodosse si sottomettono e porgono il loro tributo, a dispetto della sua completa dipendenza dalla forma e dalla molteplicità, che è quanto di più relativo si possa immaginare.
Questo è in particolar modo vero per tutta la fisica sviluppatasi nell’ultimo secolo sulla base proprio della teoria della relatività, accolta con mistico entusiasmo da parte della comunità scientifica, mettendo in discussione ogni precedente certezza scientifica stabilita dal positivismo, giunto all’esaurimento della sua funzione “materializzatrice”; a sua volta lontanissimo dagli ideali tradizionali e organici di conoscenza fondati sull’ordine metafisico. Con una semplice equazione algebrico-matematica è stata azzerata, in un colpo solo, ogni precedente misurazione dello spazio (diviso prima fra concentrazione ed espansione) e del tempo (delimitato fra passato e futuro); rivestendo, fra l’altro, il suo ideatore Albert Einstein dell’aureola di legislatore universale dello scientismo e massimo modello d’intelligenza umana… anche per far la spesa al supermercato! 
Per tale sistema, che la terra si muova intorno al sole o viceversa, come pensavano gli antichi, è del tutto relativo e, più o meno, la stessa cosa. Non si ha più a che fare con la “quantità” e la misurazione oggettiva dei fenomeni, ma piuttosto con la “qualità”, o meglio, con un particolare tipo di qualità, dal carattere totalmente invertito rispetto al sentire comune e naturale. Da qui a mettere in discussione tante altre cose (per esempio il genere sessuale degli esseri umani), il passo è molto più breve di quanto si pensi.
Sullo sfondo di tale liquefazione e scioglimento delle certezze materiali non si percepisce, tuttavia, alcuna realtà spirituale e trascendente, come avveniva per i percorsi realizzativi di tipo ascetico e iniziatico, dove l’acquisizione di una qualunque scienza tradizionale costituiva una tappa d’avvicinamento alla conoscenza e un elemento di qualificazione personale, a differenza dei “possessori” delle scienze moderne, che seguono un percorso inverso di squalificazione; fino a sbucare nel dominio dell’inversione controiniziatica e della contraffazione demonica dell’impulso ad elevarsi dal mondo sensibile; o, come suggerisce Evola ne “La scienza ebraica, la teoria della relatività e la «catarsi demoniaca»” (Il genio d’Israele, Catania 1992), «in un mondo spettrale e cabalistico, estrema esasperazione della facoltà puramente razionalistica e intellettualistica». L’enorme energia contenuta nell’atomo e sprigionata attraverso la sua fissione ha, di fatto, rappresentato una vera e propria profanazione dell’alchemica Quintessenza (cioè l’etere, che costituisce il fondamento di tutti i modi d’essere fisici), determinando una forma di “sortilegio” paragonabile a quelli della magia nera, proprio in ragione della sua carica distruttiva e della sua capacità di violare e stravolgere tutti gli equilibri dell’ordine naturale.
L’asservimento della scienza moderna al potere politico è documentato da una lettera scritta da Albert Einstein al presidente americano Roosevelt, dove lo si invitava a prevenire il rischio che dalla sua teoria della relatività potessero trarre profitto i fisici del III Reich: «Signor Presidente, alcune ricerche svolte recentemente da Enrico Fermi e Leo Szilard, di cui mi è stata data comunicazione in manoscritto, mi inducono a ritenere che un elemento, l’uranio, possa essere trasformato nell’immediato futuro in una nuova ed importante fonte d’energia…». Infatti, già alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, i fisici Fermi, Rasetti, Segré, Amaldi, Ettore Majorana (la cui posizione critica verso l’uso militare di quelle ricerche e la sua nota ammirazione per il regime nazionalsocialista sono, molto probabilmente, la vera causa della sua misteriosa scomparsa), Pontecorvo e D’Agostino, in Via Panisperna a Roma, avevano gettato le fondamenta teoriche che avrebbero portato alla costruzione della prima bomba atomica. L’incontro di buona parte di questi con i loro correligionari statunitensi diede vita al “progetto Manhattan”, che permise di passare dalla teoria alla pratica, facendo uscire dai laboratori di Los Alamos gli ordigni nucleari che portarono la morte e la distruzione sulle città del Giappone. A dimostrazione che anche le astrazioni matematiche possono trovare un impiego diabolicamente concreto, quando a manipolare le formule sono certi personaggi. 
Collocando furbescamente tali eventi all’interno del quadro della Seconda Guerra Mondiale, con l’alibi di sottrarre ad Hitler il presunto primato nella costruzione della bomba atomica, la propaganda democratica ha voluto giustificare ogni cosa — poiché qualunque cosa, anche la più atroce, sarebbe giustificabile al fina di abbattere la “belva nazista” e sconfiggere l’antisemitismo — facendo finta di ignorare che i lanci su Hiroshima e Nagasaki avvennero a Germania e Giappone battuti e non più in grado di nuocere agli Alleati. Ed è forse da allora che la demonizzazione di ogni critica alla scienza ha cominciato a coincidere e sovrapporsi con la “minaccia alla democrazia”, nell’apostolato dei suoi divulgatori impegnati ad identificare i nemici della scienza con i nemici della democrazia. E se n’è recentemente avuto una ulteriore e tangibilissima prova proprio in occasione della cosiddetta pandemia.
E quanto detto per il nucleare è altrettanto valido, per gli identici motivi, per tutta una serie di “scoperte scientifiche” che dovrebbero, a detta di chi se ne fa promotore, migliorarci la vita: a cominciare dalla notoriamente satanica psicanalisi e sua sorella minore la psicologia, la chimica dei “soffiatori di carbone”, gli OGM avvelenatori di alimenti, le manipolazioni del genoma umano e i cosiddetti vaccini a mRNA, l’intelligenza artificiale e il metaverso prossimo venturo; sempre più giù, fino a marchingegni tecnologici come smartphone, tablet, cellulari e quant’altro, in grado di vampirizzare la concentrazione e divorare l’attenzione delle persone, sottomettendole al dominio della menzogna.  
Tolkien che, senza tema di smentite o di esagerazione, potremmo definire l’Omero dei tempi ultimi, per la sua capacità di inserire in un contesto mitologico credibile e coerente figure emblematiche di eroi e personaggi ordinari in cui vengono rappresentati i caratteri essenziali della natura umana, ha condensato nella figura di Vermilinguo (“verme dissennato dalla lingua forcuta”) tutte le astuzie, insidie e falsità degli odierni manipolatori mediatici che riescono, con i loro racconti contorti e suggerimenti disonesti, ad imbrigliare e rendere schiavo e barcollante Re Théoden, magnifica rappresentazione dell’uomo dei nostri giorni, il cui “sovrano interiore” è stato detronizzato da una congiura di palazzo ordita da coloro che sono in possesso delle arti fascinatorie atte a suggestionarlo e renderlo inerme; fino all’irruzione finale delle forze luminose, capaci di ricordargli chi egli realmente sia e qual è il suo destino, restituendogli la forza e la dignità corrispondenti al suo rango, per poter affrontare con onore e determinazione l’opportunità finale offerta alla sua esistenza terrena. A dimostrazione del fatto che nessuno può farci niente senza la nostra accondiscendenza: allo stesso modo di quello che succede quando si firma volontariamente (il famigerato consenso informato!) un patto col diavolo.