Ricercando giustizia e perdono,
tra genti infedeli e divise,
mostrando sorrisi per dono
ricevemmo pugnalate improvvise.
E tu, che ascolti la rabbia
e provi il fuoco di un camino acceso,
sei adesso rinchiuso in gabbia
da un dolore per nulla atteso.
Raccogli con le labbra le foglie
su una via del tutto nascosta,
la vita dà poco e poi toglie
come un corpo che sta senza ossa.
Quello che chiamasti rancore
si getta ora sulla tua schiena,
non riesci a vedere il colore
di un tramonto che presto si aliena.
Dimmi cosa scorgesti nel vento
in una calma giornata d’autunno,
consumata dal gelo d’inverno
che concede al cuore un affanno.
Ammazza chi ti vuole passivo
e scala di corsa il gran monte,
fallo solo per sentirti vivo
come un uomo che sfida la morte.