
«La dea ragione, nostro idolo, aveva promesso soprattutto una cosa ai suoi adoratori: avrebbero conservato gelosamente la loro libertà. Si volle costruire il regno della libertà in terra. […] Libertà di non servire, ma di asservire e di servirci delle cose fu il nostro Manifesto e sarà anche il loro».
(Messer Arcibaldo – Lettere di un esperto diavolo a un apprendista tentatore, S.M. Lanzetta – ed. Fede & Cultura)
Il giovane discepolo Polliodoro condivide con il suo precettore, Arcibaldo, alcune considerazioni sul modo in cui il Diavolo fa intendere la libertà agli uomini.
Il concetto di libertà può essere declinato come “libertà di” fare, avere, appagare i propri bisogni ecc oppure come “libertà da” costrizioni, dipendenze, paure e così via. Un’ultima differenza è rappresentata dalla “libertà per”, vale a dire la possibilità di scegliere consapevolmente e liberamente di perseguire un obiettivo.
La concezione di libertà come mera assenza di impedimenti riflette una visione materialista dell’esistenza in cui contano solo le possibilità economiche e la soddisfazione degli impulsi.
Infatti, il presunto progresso e il benessere materiale spingono il concetto di libertà (“libertà di”) ad espandersi fino a compromettere la “libertà da”. Inoltre, un eccesso di opportunità – nessuna delle quali in grado di stimolare la realizzazione spirituale – può polverizzare la “libertà per”.
Fede e libertà vanno di pari passo, sia perché la scelta di avere Fede non può che essere libera e soprattutto perché la Fede conferisce alla missione sulla terra di ciascuno una prospettiva di libertà in quanto svincolata dai frutti dell’azione.
Quanto più si ha libertà per agire, tanto più le opere dell’azione andranno a rinforzare la Fede; viceversa, quanto più si avrà Fede, tanto più si sarà liberi.
Un circolo virtuoso che tende ad avvicinare l’uomo all’Assoluto.
Per quanto l’uomo moderno non lo comprenda, essere liberi non significa poter fare qualunque cosa oppure essere tutto e il contrario di tutto. Quella è solo illusione di libertà perché sottomessa alle pulsioni dell’ego.
Solo colui che impara a controllare se stesso è realmente libero.
La libertà per fare qualcosa – ancor più della libertà di fare qualcosa – apre le possibilità di qualificarsi.
Colui che decide di osservare una legge e si pone una disciplina raggiunge la vera libertà.