All’epoca della loro nomina, i media ufficiali fecero un gran parlare di due “donne forti” alla guida di due organi fondamentali dell’Unione Europea, e cioè la BCE e la Commissione Europea. La terribile Christine Lagarde, che merita ben poche presentazioni, sostituì Mario Draghi alla poltrona della Presidenza della Banca Centrale Europea, e i cui esiti già prevedemmo in passato.
Ma ben pochi conoscono la presidente della Commissione Europea, la tedesca Ursula Von der Leyen, “delfina” di Angela Merkel. Ebbene, qualche anno fa, proprio su AT, ne parlammo in questo articolo che ripresentiamo qui sotto.
Come si è cercato di illustrare nel precedente articolo, le forze della sovversione, accanto alla graduale ma massiccia introduzione di pornografia e sessualità deviata fra le masse ed alla sistematica legalizzazione dei matrimoni e delle adozioni da parte dei gay, stanno fruttando l’arma della diffusione a tappeto della teoria del gender, fin dalla scuola, per facilitare l’opera di indebolimento e ibridazione dell’essere umano e sconvolgere definitivamente ogni forma di ordine tradizionale.
Questo processo è stato avviato da tempo, e si sta cercando di farlo radicare sempre più, per quanto non stiano mancando delle forti resistenze, seppure nel completo silenzio dei mezzi di comunicazione.
Diamo uno sguardo a quanto sta accadendo, nell’indifferenza e nell’ignoranza più generale, in due tra i paesi più importanti dell’Europa, per storia, cultura, tradizione, quali Francia e Germania, e nell’area scandinava. Premettendo che le stesse tecniche di subdola diffusione del genderismo e delle degenerazione sessuale sono in atto praticamente in ogni paese europeo.
In Germania, il suddetto processo di ibridazione e perversione è in atto da diversi anni. Un particolare ruolo in materia ha avuto Ursula von der Leyen, Ministro degli Affari Sociali, delle Donne, della Famiglia e della Salute della Bassa Sassonia nel 2003, poi scelta da Angela Merkel nel 2005 quale Ministro della Famiglia e confermata nel dicastero nel 2009. La von der Leyen ha iniziato, coadiuvata da una schiera di solerti tecnici e collaboratori, un’opera di devastazione a tappeto della gioventù tedesca proponendo e diffondendo il cd. “Gender mainstreaming”, adoperandosi perché la distinzione sessuale tra uomo e donna e l’eterosessualità come norma venissero rimosse e di conseguenza i modi di vita omosessuale, bisessuale e transessuale fossero considerati equivalenti alla sessualità di uomo e donna.
In Germania, si sa, per tradizione le cose vengono fatte con una precisione ed una meticolosità tutta particolare. E purtroppo ciò vale anche per le nefandezze tipiche di quest’epoca: e così, è stato creato qualche anno fa il “Gruppo di Lavoro Interministeriale per il Gender Mainstreaming”, che dipende dal ministero per la Famiglia e che elabora le strategie utili a far cambiare direzione alle finanze dello Stato e destinarle alla creazione dell’uomo sessualmente variabile.
Il lavoro “scientifico” e l’attività di consulenza per la ristrutturazione della società è prestato dal “Centro di Competenza Gender” presso l’università Humboldt di Berlino, centro che viene finanziato in buona misura dal ministero per la Famiglia.
Il ministero per la Famiglia ha cominciato a lanciare così messaggi molto chiari: “Il termine ‘gender’ indica i ruoli socialmente e culturalmente definiti dalla sessualità di uomini e donne. Questi, diversamente dalla sessualità biologica, vengono appresi, dunque sono anche modificabili”. Questa “modificabilità” conduce al cd. “social engineering”, alla creazione di un nuovo uomo, sessualmente variabile.
Per ottenere ciò lo Stato deve impossessarsi dei bambini, statalizzarne l’educazione secondo dei contro-valori antitradizionali, “sessualizzandoli” ed ibridandoli il prima possibile. A quest’opera satanica provvede, con la già citata solerzia tutta teutonica, la BZgA, la “Centrale Federale per l’Istruzione Sanitaria”. La sezione che si occupa dell’istruzione sessuale è sottoposta al ministero per la Famiglia, mentre tutto il resto è subordinato al ministero dell’Istruzione.
La BZgA distribuisce gratuitamente i propri scritti a genitori, insegnanti, educatori, scuole e studenti. Sono vademecum per l’educazione sessuale infantile, da un anno di età (!) in su, che lasciano di stucco, proponendo giochi erotici tra genitori e figli, parlando di masturbazione, contraccezione (dai nove anni questi bambini dovrebbero diventarne esperti), aborto (presentato come un’innocua opzione da sottoporre alla libera scelta del singolo), omosessualità, bisessualità, transessualità, erotismo libero. Alcune guide offrono e promuovono stili di vita omosessuale, proponendo giochi di ruolo a tema, invitando dei “rappresentanti” di progetti omosessuali a prendere parte a lezioni, proiezioni cinematografiche e giornate di studio sul tema. Una “sessualizzazione” selvaggia che omologa ogni forma di sessualità, la descrive e la propaganda fin dai primissimi anni di vita, mirando a trasformare questi bambini in futuri animali dediti al soddisfacimento sfrenato delle proprie pulsioni.
Ursula von der Leyen fu obbligata, proprio per l’opera della signora Gabriele Kuby, di cui si è parlato nel precedente articolo, a ritirare il libro di educazione sessuale Corpo, amore, il gioco del dottore, in cui si proponevano tra l’altro “giochini erotici esplorativi” fra genitori e figli.
Negli anni a venire in Germania la definizione del sesso è diventata facoltativa, e nell’atto di nascita se ne può omettere la precisazione, lasciando vuota la relativa casella. Accanto ai classici ‘m’ o ‘f’ può dunque apporre una bella ‘x’ per indicare il genere ‘intersessuale’.
Il governo regionale di Verdi e Spd del land tedesco di Baden-Wurttemberg, nel gennaio 2014, ha deciso di adottare per il 2015 un nuovo curriculum intitolato “Educazione alla diversità sessuale”. Sia la Chiesa cattolica che quella luterana hanno parlato di «ideologizzazione e indottrinamento, nel delicato settore dell’identità sessuale e degli stili di vita personali e familiari connessi».
Il 22 marzo scorso, un gruppo di genitori ha organizzato a Colonia una manifestazione di protesta. I circa 1000 intervenuti, con tanto di bambini al seguito, sono stati bloccati da una violenta contro-protesta di beceri propagandisti pro-LGBT/gender, che hanno cominciato ad insultare i genitori, lanciando bombe di vernice e attaccando fisicamente i manifestanti, con sputi, lancio di uova e sacchetti con feci e vernice. I cavi per gli altoparlanti sono stati strappati, rendendo impossibile far parlare dal palco i relatori, e sono state strappate anche pagine della Bibbia, usate poi come carta igienica, appallottolate e gettate addosso ai genitori. Alcuni uomini del servizio d’ordine sono stati accecati da spray al pepe. Sembra che la polizia sia rimasta sostanzialmente inerte, ed abbia anzi invitato gli organizzatori a porre fine alla manifestazione per evitare ulteriori guai.
E’ stata intanto lanciata una petizione che ha raccolto 200mila firme fra genitori e insegnanti che intendono bloccare i demoniaci progetti ministeriali, chiarendo che «dietro questo obiettivo di prevenire la discriminazione» si nasconde «l’ideologia dell’arcobaleno».
In Francia il giacobinismo come paradigma dello statalismo degenere, quello al servizio del laicismo materialistico e delle avanguardie antispirituali, sta risorgendo sotto una veste se possibile ancor peggiore di quella che l’ha caratterizzato ai tempi della Rivoluzione.
Dapprima, alcuni anni fa, sono state approvate le leggi che hanno sancito la nascita dei reati d’opinione, prevedendo il carcere per chi nega l’esistenza e la quantificazione di taluni genocidi della storia; poi sono seguite le prime leggi antireligiose, che hanno stabilito il divieto di introdurre simboli religiosi nelle scuole.
Dall’arrivo dell’anticristo Francois Hollande e del governo socialista di sua “emanazione”, la situazione è poi precipitata.
La recente legalizzazione dei matrimoni e delle adozioni da parte di omosessuali è solo la punta del classico iceberg; in realtà in Francia è in atto una vera e propria opera demoniaca, dai tratti talvolta sorprendenti per la loro sfrontatezza. In particolare, l’opera di sessualizzazione forzata e di genderizzazione dell’infanzia è il punto di forza di quest’opera di devastazione.
Per cominciare ricordiamo, tanto per capire con chi siamo a che fare, le parole del Ministro dell’Educazione francese Vincent Peillon, promotore di numerosi provvedimenti pro-gay e autore del significativo libro “La Rivoluzione francese non è ancora terminata”. Si tratta di un vero e proprio proclama dell’anticristo: “Non si potrà mai costruire una paese libero con la religione cattolica (…). Non si può fare una rivoluzione unicamente in senso materiale, bisogna farla nello spirito. Adesso abbiamo fatto la rivoluzione essenzialmente politica, ma non quella morale e spirituale. Quindi abbiamo lasciato la morale e la spiritualità alla Chiesa cattolica. Dobbiamo sostituirla (…). Non si può nemmeno più adattare il protestantesimo in Francia come han fatto nelle altre democrazie, bisogna inventare una religione repubblicana. Questa nuova religione è la laicità, che deve accompagnare la rivoluzione materiale, ma che è in realtà la rivoluzione spirituale”.
Il mezzo per portare a compimento questa “rivoluzione” è la scuola: “La rivoluzione implica l’oblio per tutto ciò che precede la rivoluzione. E quindi la scuola gioca un ruolo fondamentale, perché la scuola deve strappare il bambino da tutti i suoi legami pre-repubblicani per insegnargli a diventare un cittadino. È come una nuova nascita, una transustanziazione che opera nella scuola e per la scuola, la nuova chiesa con i suoi nuovi ministri, la sua nuova liturgia e le sue nuove tavole della legge”. Le parole di Peillon sono talmente chiare che non hanno bisogno di commenti.
Più che parlare di guerre occulte, qui ci si trova davanti ad una guerra dichiarata esplicitamente, con argomenti inquietanti ma ampiamente noti a chi conosca le basi del pensiero tradizionale e di certe dinamiche storiche e metafisiche: Peillon parla di nuova spiritualità che deve sostituire quella esistente, di portare a compimento la rivoluzione francese creando la nuova religione della laicità, quella della repubblica giacobina, aggiornata e rivista; chiede espressamente e sfacciatamente di “strappare il bambino da tutti i suoi legami pre-repubblicani” e parla di “nuova chiesa con i suoi nuovi ministri, la sua nuova liturgia e le sue nuove tavole della legge”, di “nuova nascita” e di “transustanziazione”: l’utilizzo di termini che hanno un preciso significato in ambito spirituale tradizionale (nuova/seconda nascita, transustanziazione, nuova spiritualità) in chiave rovesciata, cioè per condurre al concetto invertito del termine, e la propugnazione di una nuova chiesa (satanica?), con ministri, leggi e liturgie, sono segnali chiarissimi di chi siano e del ruolo che, coscientemente o meno, stiano ricoprendo questi servi della sovversione.
In linea con questo discorso, Peillon ha fatto affiggere in tutte le scuole una “Carta della laicità” e ha proposto di inserire nel programma scolastico l’insegnamento della “morale laica”. Come già sottolineato a suo tempo , l’idea della creazione di una religione laica è di provenienza massonica: in un articolo pubblicato sul suo blog personale nel 2012, Jean-Michel Quillardet, ex Gran maestro del Grande Oriente di Francia, proponeva infatti di “scrivere una Carta della laicità in seno alla scuola della Repubblica (…) da inserire nel regolamento interno degli istituti e da affiggere nei locali scolastici”.
Detto, fatto: Quillardet aveva proposto un testo che è quasi identico a quello che Peillon ha fatto affiggere quest’anno nelle scuole, sia nel riferimento alla stretta neutralità politico-religiosa degli insegnanti, sia nel divieto di mostrare simboli religiosi a scuola (divieto introdotto a livello legislativo già da alcuni anni). Il leader massonico proponeva nello stesso articolo di “inserire nei programmi l’insegnamento della laicità, che si inscrive perfettamente nel quadro dell’insegnamento della morale laica”.
Lo scorso luglio, peraltro, l’attuale Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, José Gulino, aveva scritto ad Hollande per denunciare la ‘Manif pour tous’ ed in particolare le manifestazioni dei ‘Printemps francais’ e dei ‘Veilleurs Debut’ (…), le cui manifestazioni rimetterebbero “in questione la laicità, che permette la libertà di coscienza e la concordia universale”.
Gulino, a proposito dei gruppi di protesta, ha infatti parlato di” gruppuscoli che mettono in pericolo la libertà di espressione e di pensiero” e si è poi tradito, utilizzando un’espressione molto significativa, attribuita con una sorta di “transfert” al “nemico”: “davanti a questa rinascita della bestia immonda”, i massoni francesi si aspettano da Hollande “risposte a questa crisi che mette in pericolo i valori repubblicani”. “Bestia immonda” è un’altra espressione che non può uscire casualmente dalla bocca di determinate personalità. A buon intenditor poche parole, di nuovo.
La “Manif pour tous” citata da Golino è, com’è noto, un’associazione nata con lo scopo di mobilitare i cittadini francesi di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematiche riguardanti le recenti leggi su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali. Dalla Manif, che ha visto nascere di recente una costola anche in Italia, sono nati anche ‘Printemps francais’ e i ‘Veilleurs Debout’ (questi ultimi, protestano con lunghissime veglie di protesta, pacifiche quanto di grande impatto simbolico).
Il governo francese perseguita da tempo questi gruppi con violenze, vessazioni, rastrellamenti ed arresti continui, violando, nell’impunità più generale, ogni minimo principio di legge. Per essere perquisiti, arrestati e tradotti davanti ai Tribunali è sufficiente partecipare ad una pacifica manifestazione contro la legge su matrimoni e adozioni da parte dei gay. Anzi, basta indossare una T-shirt con slogan di sostegno alla famiglia naturale (ad esempio “anti-mariage pour tous”) o addirittura con l’immagine di un uomo e di una donna che tengono per mano un bimbo. Gli stessi poliziotti, imbarazzati per delle condotte evidentemente lesive della libertà personale, hanno fatto capire di essere costretti ad obbedire a dei precisi ordini giunti dall’alto.
Un caso clamoroso ha visto protagonista un giovane ufficiale della Riserva Operazionale dell’Armata di Terra, arrestato il 25 Maggio 2013 agli Champs-Élysées di Parigi nel corso del “rastrellamento” dei partecipanti alla manifestazione contro il matrimonio-gay operato e rilasciato solo dopo 24 ore di detenzione.
L’ufficiale, giunto dalla provincia ed estraneo al corteo, si stava dirigendo alla tomba del Milite Ignoto, ma è stato arrestato probabilmente perché, pur da spettatore, mostrava di non condividere “la violenza con la quale le nostre forze dell’ordine agivano contro questi giovani”, come ha scritto nella lettera aperta poi inviata al Presidente della Repubblica. In questa lettera, tra le altre cose, si potevano leggere delle parole che, per certi versi, possono far tornare alla mente, con le dovute proporzioni, le dolorose vicende che hanno visti imprigionati e uccisi tanti eroi che si sono sacrificati per difendere l’Europa: “Queste ventiquattro ore di detenzione hanno avuto almeno il merito di permettere uno scambio con i miei codetenuti (…).
I numerosi quadri dirigenti e studenti universitari che mi circondavano mi facevano pensare a quelle élites che si mettono in carcere per paura che diventino vettori di coscienza. Disonorato da questi metodi, sono profondamente offeso e vi prego di voler, gentilmente, ritirare le mie decorazioni che mi rendevano fiero d’incarnare l’Amore profondo della Nostra Patria e i doveri che esse implicano”.
Persino i gruppi omosessuali contrari all’ideologia gender e ai gruppi LGBT e alle loro politiche sovversive, come “Homovox” , subiscono vessazioni, ingiurie e limitazioni delle libertà personali.
L’anticristo Hollande ed il governo socialista ha più volte dichiarato il suo odio verso il cattolicesimo, che poi è un odio ideologico verso qualunque forma di spiritualità tradizionale, in modo più o meno esplicito. Tempo fa annullato la visita ad un museo per non dover parlare di un quadro di soggetto cristiano, ed ha costretto le autorità navali a chiamare “inaugurazione” quello che da sempre è il “battesimo” di una nuova nave, nello specifico la nave Jules Verne.
Al suo insediamento ha dichiarato di ispirarsi a Jules Ferry, politico ottocentesco teorico di un’umanità “senza Dio e senza re”. Ha dato asilo politico alle tristemente note Femen, gruppo satanico-femminista, arrivando persino a dare alla Marianna francese, sui francobolli, il volto della leader del gruppo sovversivo, Irina Shevchenko, protagonista di innumerevoli atti blasfemi.
Per motivi puramente elettoralistici (più dell’80 per cento dell’elettorato musulmano francese ha votato per Hollande nel 2012), il presidente francese ha poi fatto un continuo e volgare uso strumentale in chiave anti-cristiana e materialistica dell’islamismo: fenomeno peraltro non nuovo negli ambienti di sinistra, soprattutto italiani, che può facilmente contribuire – insieme alle “guerre di civiltà” volutamente costruite ad arte in campo geopolitico dall’Occidente della “democrazia” a stelle e strisce e dei suoi vassalli contro il mondo dell’Islam costruito a tavolino sul modello Salafita – allo sviluppo di situazioni critiche in grado di portare a fenomeni di rottura sulla falsariga del cd. “colpo di rimbalzo”, una delle tecniche della guerra occulta ricordata anche da Evola.
In tal senso, ad esempio, Hollande ha voluto ricordare soltanto i 100 mila soldati musulmani che hanno combattuto tra le fila francesi durante la prima Guerra Mondiale, ma non ha reso omaggio ai caduti cristiani, ed ha sistematicamente ignorato tutte le festività cristiane, non mancando al contrario di fare ipocritamente gli auguri ai musulmani per il Ramadan e persino ai cinesi per l’anno nuovo.
Le decisioni prese dall’esecutivo sui temi etici, dal matrimonio gay, fino alla fecondazione assistita e all’ideologia di genere insegnata nelle scuole, al di là dei disastri economici, hanno in realtà alienato gran parte dei consensi islamici al partito socialista, e l’atteggiamento ipocrita di Hollande non lo aiuterà nel suo volgare tentativo di galleggiare nella melma in cui sta facendo affondare la Francia.
Ma oltre ad Hollande e Peillon il governo dell’anticristo in Francia si avvale di molti altri solerti manovali: ad esempio Cecile Duflot, ministro delle politiche territoriali e urbanistiche, che ha espressamente detto a suo tempo che se la Chiesa non metterà a disposizione dello Stato i suoi locali, questi ultimi saranno requisiti con una “dimostrazione di autorità”.
Oppure Manuel Valls, ex ministro degli Interni, ora divenuto nuovo capo del governo francese dopo la recente debacle elettorale dei socialisti alle amministrative, che ha più volte ha festeggiato con i musulmani il Ramadan (si veda sopra per il significato strumentale di tali condotte), ignorando sistematicamente i cristiani, di cui però ha saputo tener conto nel momento in cui, da ministro degli Interni, come visto, ha provveduto ad emanare le disposizioni per cui basta indossare una maglietta della ‘Manif Pour Tous’ per essere arrestati. Sono stati suoi gli ordini dall’alto dati alla Polizia francese per perseguitare i gruppi anti-gender.
E come dimenticare il Ministro della Giustizia Christiane Taubira, promotrice della legge sui matrimoni gay e solerte sostenitrice della maternità surrogata per consentire alle coppie gay di avere figli.
Con queste premesse, il governo socialista ha iniziato brillantemente la sua opera devastatrice, stabilendo che l’anno scolastico 2013-14 sarà “l’anno della mobilitazione per l’uguaglianza”. Sono state pertanto elaborate diverse misure che vanno dal programma “ABCD dell’uguaglianza” alle elementari, alla “lotta contro l’omofobia” nei licei. Il tutto con l’obiettivo finale, come spiega il sito del Ministero per gli affari sociali, di “decostruire gli stereotipi di genere”.
In 600 classi di 275 scuole elementari ha preso pertanto il via quest’anno il programma “ABCD dell’uguaglianza”, elaborato da Peillon, che dovrebbe poi essere esteso a tutte le scuole l’anno prossimo. L’obiettivo è “educare alla cultura dell’uguaglianza fra i sessi” fin dall’età di sei anni per “eliminare pregiudizi e stereotipi che possono essere alla base di discriminazioni”.
Tra i testi che Peillon ha voluto inserire tra quelli consigliati agli insegnanti nell’ambito del programma ABCD, risalta “Tous à poil”, “Tutti nudi”: nelle illustrazioni del libro tutti si spogliano completamente e si mostrano allegramente insieme: i vecchi, il poliziotto, i vicini, la maestra e ovviamente i bambini. Così si insegna ad essere «disinibiti», per raggiungere “l’uguaglianza attraverso il nudismo”.
Ai bambini viene già insegnato che il concetto di genere non è naturale ma psicologico, e sarà quindi facile indottrinarli anche al concetto che la maternità è una situazione relativa: non è il portare un bambino in grembo che fa di una donna una madre, ma è il fatto di “volerlo”. E se a desiderare il bambino è una coppia di omosessuali, i veri genitori saranno loro, non la persona che ha materialmente dato alla luce il bambino: un altro passo, secondo gli intellettuali francesi, verso la liberazione dalla “tirannia dell’anatomia”.
In linea con quest’orientamento, il principale sindacato francese degli insegnanti delle elementari ha consigliato ai professori di non utilizzare libri che “veicolano stereotipi di genere” ma quelli che “escono dai sentieri già battuti e dai cliché bambini/bambine proponendo ai piccoli di riflettere sulla loro identità sessuale”. In particolare, sono consigliati quattro libretti dai titoli piuttosto eloquenti: “Ho due papà che si amano”, “Signora Zazie (ha il pistolino?)”, “La nuova gonna di Bill”, e “Papà porta la gonna”.
“Il rispetto e l’uguaglianza” tra i sessi saranno obiettivi educativi anche nei licei. In particolare l’attivissimo Peillon, nella lettera a tutti i rettori del 4 gennaio scorso, consiglia di diffondere «con la più grande energia» la campagna di comunicazione di “Ligne Azur”. “Linea azzurra” è “un servizio anonimo di aiuto a distanza per tutte le persone che si interrogano sulla salute sessuale (orientamento/attrattiva, identità e pratiche)”.
Sul sito Internet del servizio si può leggere che “l’eterosessualità non è la sola via” e invita tutti, per conoscersi meglio e definire il proprio orientamento, a fare un questionario a risposta multipla in cui si parla volgarmente di sessualità, androginia, transessualismo, pratiche sessuali di ogni genere e si chiede autodefinirsi sessualmente.
“Questo programma è la prima fessura dalla quale si cerca di introdurre l’ideologia di genere nella scuola: con la scusa di promuovere l’uguaglianza dei sessi, si cerca di negarli”, dice Olivier Gosset, presidente dell’associazione “Einsegnants pour enfance”, di cui si parlerà fra breve. “Gli esercizi che questo programma propone incitano i bambini a sperimentare il cambio di sesso.
L’esercizio ‘Danser le Petit Chaperon rouge’ propone ad esempio ai piccoli di mimare il celebre conte di Perrault e chiede ai bambini di fare le bambine e alle bambine di fare il personaggio del lupo. Come si vede, è la nozione di arbitrarietà dei generi che viene utilizzata per lottare contro le disuguaglianze”.
Non solo i gruppi organizzati, ma anche le famiglie francesi si stanno ribellando ad Hollande e alle politiche del governo socialista: ad esempio, da tempo circa 18.000 studenti francesi restano a casa un giorno al mese, come iniziativa di protesta che ha costretto il governo a rallentare la propaganda di genere negli istituti del paese.
Anche gli insegnanti non allineanti stanno cercando di opporsi: nel 2013 è nata infatti la “Enseignants pour enfance”, cui si accennava poc’anzi. Si tratta di un’organizzazione di insegnanti con l’obiettivo di impedire che l’ideologia di genere possa penetrare nella scuola francese. Il tutto dopo che, come detto dal suo presidente Olivier Gosset, “il 4 gennaio 2013 il ministro dell’Educazione Vincent Peillon ha inviato una lettera a tutti i presidi, che cominciava così: ‘Il governo si è impegnato a lavorare sui giovani per cambiare la loro mentalità’, parlando poi chiaramente di ‘identità di genere’. “È allora”, aggiunge Gosset, “che abbiamo capito che dovevamo avvertire i genitori e vigilare sugli alunni, perché stavamo per diventare strumenti di propaganda”. L’associazione comprende circa 250 membri e una trentina di simpatizzanti, genitori di alunni o amici che la sostengono da esterni.
Infine, diamo un’occhiata al Nord Europa che, da tempo, è sede di gravi fenomeni di degenerazione. Il protestantesimo che da secoli ha attecchito in quelle terre, con l’aggravarsi del declino antropologico tipico dell’era in cui viviamo, ha prodotto conseguenze irreparabili in termini di sviluppo di modernissime, efficientissime società improntate ad un piatto egualitarismo e ad un individualismo laicista di rara aggressività.
Il distacco, l’impersonalità, lo stile asciutto tipico dei popoli nordici, con il progressivo ritrarsi dell’elemento spirituale – già minato dalla diffusione delle dottrine protestanti, solo apparentemente in linea con un presunto luciferismo/prometeismo di matrice gnostica, a sua volta mal interpretato – è degradato in una gelida indifferenza laicista a qualunque concetto di tradizione o di normalità, spesso ai limiti dell’inverosimile.
In particolare soffermiamoci sulla Svezia, dove, dopo l’approvazione nel 1998 della legge secondo cui le scuole “devono garantire pari opportunità a femmine e maschi”, alcuni asili pubblici sono divenuti piccoli laboratori della sovversione.
Nella biblioteca del“Nicolaigarden”, asilo finanziato dai contribuenti, sono quasi del tutto assenti fiabe tradizionali, come “Cenerentola” o “Biancaneve”, perché ritenute dannose per i loro rigidi stereotipi maschili e femminili. In linea con l’infezione genderista in atto, abbondano i racconti i cui protagonisti sono genitori single, figli adottivi o coppie dello stesso sesso.
Le bambine vengono spinte a non giocare con cucine-giocattolo e a preferire i mattoncini del Lego, che non devono essere considerati giochi solo per maschi. Quando un alunno si fa male, gli insegnanti devono coccolarlo come farebbero con le bambine. Ed anche i maschi possono, anzi devono giocare con le bambole (alcune delle quali sono ovviamente di colore).
Gli insegnanti del Nicolaigarden hanno espressamente detto che avevano notato “molte differenze nel modo di interagire con i maschietti o con le bambine”e che sostanzialmente tali differenze andavano annullate: il progetto in salsa gender consiste appunto nell’omologare i comportamenti, per far sparire ogni presunta diversificazione tra maschi e femmine, che sarebbe il mero frutto di convenzioni imposte dalla società. Persino l’uso delle parole “bambino” o “bambina” è sostituito da un più neutro (appunto) “ragazzi”.
Questo modello sovversivo ha avuto così tanto successo tra le famiglie svedesi, ormai contaminate dal virus anti-tradizionale, che da qualche anno alcuni insegnanti hanno aperto una succursale, oggi frequentata da 40 bambini, chiamandola “Egalia” (per sottolineare il tema dell’uguaglianza perversa), sita nel distretto di Sodermalm, isoletta densamente popolata poco a sud del centro di Stoccolma.
Anche in questo caso l’obiettivo è la lotta alla “discriminazione sessuale” in nome della dittatura gender. I bimbi, tutti da 1 a 6 anni, non vengono chiamati a seconda del loro sesso ma sono appellati indistintamente con il nome «friend», amico/a, e per dire «lui» o «lei» viene usato il pronome neutro «hen», inesistente nel vocabolario svedese ma usato nei circuiti femministi ed omosessuali. In questo luogo “si impara a non discriminare interessi e diritti partendo dal sesso del singolo individuo”: i giochi ed i libri sono mischiati, nella tipologia e nei colori, senza creare aree spiccatamente femminili separate da zone maschili, e non ci sono adesivi colorati azzurri e rosa né fiocchetti sui grembiulini.
Anche qui si leggono libri che raccontano anche e soprattutto “storie diverse”, come l’amore tra due giraffe maschi. Un esperto di differenze di genere segue gli iscritti ed istruisce le maestre, tutto all’insegna della totale parità. “La società si aspetta che le bambine siano femminili, dolci e carine e che i bambini siano rudi, forti e impavidi. Egalia dà invece a tutti la meravigliosa opportunità di essere quel che vogliono”, dichiara una delle insegnanti.
L’asilo vanta una lista d’attesa lunghissima: ha solo 33 posti, troppo pochi rispetto alle richieste della zona, e vanta un numero molto basso di defezioni.
E’ dunque questo il tragico volto degenerato della nuova scuola d’infanzia svedese.
A questo quadretto (contro)educativo si affiancano altre tragicomiche notizie di cronaca degli ultimi anni, che consentono di inquadrare ancor meglio la situazione semplicemente grottesca che caratterizza la Svezia e, in generale, le ormai totalmente pervertite società nordeuropee: si pensi alla proposta di legge volta a vietare ai maschi di rimanere in piedi davanti al water, per migliorare l’igiene dei bagni pubblici e ridurre la differenza tra i sessi.
Oppure alla vicenda della multinazionale Toytop, che detiene anche la Toys R Us svedese, che era stata rimproverata dal garante per la pubblicità per aver diffuso in Danimarca un catalogo di giocattoli troppo sessista, semplicemente perché era pieno di pericolosissime immagini di bambine vestite da principessa e bambini vestiti da supereroi. Catalogo prontamente modificato, con immagini di bambini che allattano bambolotti e di bambine che sparano con fucili.
E cosa dire di quanto accaduto in una scuola elementare del paesino svedese di Laxa, in cui durante la recita di Natale un bimbo che aveva “osato” vestirsi da omino-biscotto di pan di zenzero era stato rimproverato dalle maestre e costretto a non indossare il costume, perché il colore marrone dell’omino sarebbe stato un elemento razzista(!?) e perché, essendo il pan di zenzero pieno di sostanze potenzialmente allergeniche, sarebbe stato irrispettoso nei confronti dei bambini che sono allergici a certe spezie.
E, ancora, si pensi alla proposta di legge per modificare la dizione “donna incinta” con quella di “persona incinta”, per non discriminare i transessuali che hanno cambiato sesso e che sono quindi diventati uomini dopo essere state donne …
Sembra davvero di trovarsi dinnanzi ad un quadro partorito dalla mente di qualche folle pittore surrealista, eppure è la realtà. Queste sono le formae mentis di molti uomini e donne nordiche di quest’epoca: ai limiti dell’incredibile, un passo oltre l’estremo limite del nulla.
Paolo G.