Negli ultimi giorni è stato oggetto di discussione il divieto di pubblicazione di foto a torso nudo da parte delle donne, così come attualmente regolato dalle piattaforme social Facebook e Instagram.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la censura di un post di una coppia americana “transgender” che era intenta a raccogliere fondi per un intervento chirurgico (ovviamente nulla centrano i problemi di salute).
A quel punto la lobby LGBTQ ha preso subito la palla al balzo e ha attaccato con violenza l’azienda Meta e questi regolamenti considerati ancora “poco inclusivi”, inscenando diverse manifestazioni e proteste.
Ancora una volta sembrerebbe che i capricci di queste persone verranno accontentati, cedendo così nuovo terreno alla sovversione e mercificazione dei nostri corpi.
A noi il compito di non indietreggiare di fronte a queste questioni che, se all’apparenza banali, in realtà rientrano in un piano di decadimento più grande.
(Tratto da Ansa.it) – Meta potrebbe rivedere bando sui “capezzoli”: discriminatorio
Facebook e Instagram potrebbero forse rivedere le loro policy sui capezzoli e sulle nudità degli adulti, un tema che nell’ultimo decennio ha fatto discutere dopo le proteste delle mamme che allattano ‘Lactivist’ e del movimento ‘Free the Nipple’.
L’Oversight Board, il consiglio di sorveglianza indipendente di Meta composto da esperti, giuristi e accademici, ha chiesto una revisione delle regole che vietano le immagini a torso nudo delle donne – quelle degli uomini non sono vietate – ritenendo che Meta debba “definire criteri chiari, oggettivi e rispettosi dei diritti”.
L’osservazione arriva dopo la censura da parte del social dei post di un account gestito da una coppia americana transgender che raccoglieva fondi per un intervento chirurgico.
I contenuti riportavano la foto del petto nudo di una persona, con i capezzoli coperti e accompagnati da informazioni riguardo l’assistenza sanitaria per le persone transgender, le operazioni di chirurgia al seno e link per raccolte fondi di beneficenza.Sono stati rimossi dopo le segnalazioni degli utenti e poi ripristinati dopo il ricorso dalla coppia. Da qui l’osservazione dell’Oversight Board sulle regole “poco chiare quando si tratta di utenti intersessuali, non binari e transgender” e l’invito a cambiarle in modo che “siano governate da criteri chiari che rispettino gli standard internazionali sui diritti umani”.
Il movimento ‘Lactivist’ e Free the Nipple’ ha avuto il supporto di celebrities come Rihanna e Miley Cyrus.
Meta ha 60 giorni di tempo per accogliere la raccomandazione del Board indipendente, ma ha fatto sapere attraverso un portavoce che “accoglie con favore la decisione del consiglio su questo caso”, che “sta costantemente evolvendo le politiche per contribuire a rendere le piattaforme più sicure per tutti”, aggiungendo di essere a conoscenza del fatto che “si può fare di più per supportare la comunità LGBTQ+, e questo significa lavorare con esperti e organizzazioni di difesa LGBTQ+ su una serie di problemi e miglioramenti del prodotto”.