Tratto da Ven. Fulton J. Sheen, Il sentiero della gioia
Un nuovo tipo d’uomo si va moltiplicando nel mondo moderno, e caso mai qualche lettore abbia a riconoscere qui sotto il proprio ritratto, auguriamoci che si soffermi, che rifletta e che operi un mutamento di sé. L’uomo nuovo è l’uomo di massa, che non apprezza più la propria personalità individuale, ma che cerca di sommergersi nella collettività o nella folla.
L’uomo di massa si può riconoscere dai tratti seguenti:
- È privo di originalità di giudizio; non legge altro che quel che si trova nei quotidiani o nei giornali illustrati, o eventualmente in qualche romanzo. Può tutt’al piú, su un argomento non peregrino, esprimere un parere diverso da quello degli altri, non mai enunciare un nuovo principio o proporre una nuova soluzione.
- Detesta la tranquillità, la meditazione, il silenzio e tutto ciò che possa dargli agio di penetrare nelle profondità della propria anima. Ha bisogno della folla, del frastuono, della radio (l’ascolti oppur no).
- L’evasione o fuga da se stesso è per lui una necessità. Assorbe dosi regolari di alcool, di cocktails, di libri gialli, di cinema, per colmare il vuoto delle ore. A differenza del genio, che ama la concentrazione, egli ricerca la dispersione, e in particolar modo il sesso, affinché l’eccitazione del momento possa fugare la considerazione dei problemi dell’esistenza.
- Cerca piuttosto di essere influenzato che d’influenzare, è sensibile alla propaganda, alle sollecitazioni della pubblicità, e ha generalmente un articolista favorito che s’incarica di pensare per lui.
- Ritiene che ogni istinto debba essere soddisfatto, indipendentemente dal fatto che la sua attenzione sia, o meno, conforme alla sana ragione. Non può capire la rinuncia o autodisciplina; identifica l’autoespressione con la libertà, e non è padrone di sé in nessuno di quelli che sono i punti vitali.
- Le sue opinioni sul giusto e sull’ingiusto cambiano come la banderuola che segna la direzione del vento; sostiene posizioni che non sono altro se non un succedersi di contraddizioni: un mese traccia degli itinerari mentali e il mese dopo li abolisce. Non approda in nessun luogo, ma è sicuro di essere «sulla buona via». Non ha il senso della gratitudine verso il passato né il senso della responsabilità verso l’avvenire. Nulla gli sta a cuore eccetto le distrazioni, cosicché la vita si frammenta in un assurdo schema d’istanti successivi di cui nessuno s’integra agli altri per acquistare un senso compiuto.
- Identifica il danaro col piacere, e cerca quindi di procurarsi in abbondanza il primo per avere molto del secondo. Ma, per lui, il danaro dev ‘essere ottenuto col minore sforzo possibile. L’ego è il centro di tutto, e qualsiasi cosa dev’essere collegata all’ego per mezzo del danaro.
- Per rompere la propria solitudine ricorre a una pseudo-comunione con gli altri, mediante i locali notturni, i ricevimenti e le distrazioni collettive. Ma sempre ne ritorna sentendosi piú solo di prima, e infine si persuade con Sartre che «l’inferno sono gli altri».
- Essendo un uomo di massa completamente standardizzato, odia la superiorità negli altri, sia essa reale o immaginaria. Ama gli scandali perché sembrano dare la prova che gli altri non sono migliori di lui. Detesta la religione per il semplice motivo che, negandola, crede di poter seguitare a vivere come vive, senza rimorsi di coscienza.
- Così sommerso nella mentalità della massa, potrebbe essere contrassegnato tanto da un numero quanto da un nome. Perfino l’autorità da lui invocata è anonima. Si configura sempre nella terza persona plurale : «Dicono», «fanno», «portano», e via dicendo. L’anonimato diventa una protezione contro l’assunzione di responsabilità. Nelle grandi città l’uomo di massa si sente piú libero perché è meno conosciuto, ma nello stesso tempo desta questa condizione in quanto cancella la sua distinzione personale.
Sono questi i dieci contrassegni dell’uomo di massa […]. Ma il suo caso non è senza speranza: gli basterebbe interiorizzarsi.
La sola ragione per cui vuole sperdersi nella folla è che non può sopportare la propria miseria interiore. Ne consegue che un tal uomo deve staccarsi dalle masse e mettersi faccia a faccia con se stesso.
La fuga è codardia ed evasione, specialmente la fuga nell’anonimato.
Bisogna essere coraggiosi per guardarsi nello specchio della propria anima al fine di scorgervi il detrurpamento cagionato dalla cattiva condotta.
Non è lapalissiano il dire che gli uomini devono essere uomini, e non atomi sperduti nella massa.
Una volta che l’uomo abbia potuto discernere le ferite ch’egli stesso si è inferte, la prima iniziativa che prenderà sarà quella di mostrarle al Medico Divino per essere curato. Fu per simili, travagliati uomini di massa che Egli pronunciò il suo appello: «Venite a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi, Io vi ristorerò.»