“Fratelli” ritrovati: la massoneria inglese riabbraccia quella italiana

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C’eravamo tanto amati, sì, ma anche odiati, a volte sconfessati, fin’anche maledetti e, infine, ritrovati all’ombra (è il caso di dirlo) dell’occhio vigile dell’AGADU (al secolo il “grande architetto” di massonica memoria). E’ la travagliata storia della relazione tra massoneria inglese e quella italiana, e quindi delle relazioni – tutt’altro che chiare – tra Londra e Roma, dove questa è stata storicamente sotto le mire di Sua Maestà e del Foreign Office. Cioè della ritrovata amicizia tra la prima e più antica loggia della massoneria moderna (sottolineiamo) con l’altrettanto importante consorella italiana, a discapito di un’altra loggia però. “Fratelli” coltelli, altro che.
A noi, che della massoneria moderna interessa molto poco – e siamo ben consapevoli tanto degli insegnamenti dottrinari di René Guénon, quanto di quelli metapolitici di Julius Evola dall’altro – capiamo solo una cosa: qualcosa si muove. E avremo gli occhi bene aperti, come sempre, perché quei tentacoli che da sempre inquinano, strozzano, complottano stiano ben lontani dai nostri radar.

(Tratto da ilsole24ore.com) – Massoneria, dopo 30 anni il Duca di Kent riconosce (anche) il Grande Oriente ma tra i “fratelli” è polemica

La Grande Loggia Unita di Inghilterra riabbraccia il Goi in un momento delicato della sua vita, apre alla doppia affiliazione (Italia e Inghilterra) e dispone la coabitazione con la Gran loggia regolare d’Italia. Le mosse sparigliano molte carte e aprono problemi. Un garante misterioso dietro la conciliazione.

Datemi un massone e vi solleverò il turismo inglese. Diversi grembiulini hanno davvero creduto alla bufala – fatta girare abilmente nelle chat nelle scorse ore – che il cammino verso il riconoscimento del Grande Oriente d’Italia da parte del Principe Edward, Veneratissimo Gran Maestro Duca di Kent, dipendesse dalla volontà del Regno Unito di risollevare le sorti del turismo, le cui entrate post Brexit sembrano crollare inesorabilmente.