Le PMC e i cosiddetti mercenari

45
È ormai sulla bocca di tutti, si sente sui telegiornali, si legge sulle principali testate giornalistiche mondiali: tutti parlano di questa famigerata PMC (private military company), nominata ‘Wagner’ come se fosse una qualche entità nata dai russi. Ma è realmente così? È primato dei russi quello di schierare una compagnia militare privata in teatri di guerra ed utilizzarla attivamente come asset in combattimento?
La risposta è NO: i primi a schierare questo tipo di “contingenti militari” in teatri di guerra significativi sono stati gli americani, in particolare, durante gli otto anni di guerra in Iraq per cercare le famose “armi di distruzione di massa” di Saddam (destabilizzando un’intera regione) e in quella ancora più inconcludente durata quasi vent’anni in Afghanistan. In questi conflitti le PMC Americane (Blackwater ora academi per citare la più importante)  hanno fatto la loro fortuna arricchendosi e dando il via a questo nuovo modo di concepire la guerra non convenzionale.
Tuttavia non sono solo gli americani ad usufruire di questi asset: infatti, le più importanti PMC a livello mondiale arrivano da Israele, Sud Africa e Inghilterra. In Europa, invece, per via della particolare legislazione questo fenomeno non è ancora “ben visto” e viene attenzionato con severe leggi.
Ma da chi sono composte queste compagnie militari? Da ex galeotti e ubriaconi come ci viene raccontato dai giornali o da professionisti? Principalmente da ex militari che hanno combattuto in teatri operativi e ricevuto  un addestramento militare di qualità (le cosiddette ‘forze speciali’ sono il bacino da cui si attinge principalmente) e quindi da professionisti, non da scappati di casa.
I componenti delle PMC, per via del loro alto profilo di preparazione, sono attivi a livello internazionale anche fuori dai conflitti “conosciuti”. Vengono infatti impiegati in difesa di punti d’interesse strategico, quali per esempio impianti petroliferi, a bordo di mercantili, al soldo delle nazioni che non vogliono essere coinvolte in maniera attiva e trasparente – cosa che non è possibile attivando l’esercito nazionale- potendo così scaricare ogni responsabilità e problemi di politica internazionale in cosa di fatti gravi e destabilizzanti.
Varie PMC vengo utilizzate, in questo momento, nel continente africano (anche Wagner) per fornire assistenza e addestramento ai governi che  lo richiedono e, in situazioni più delicate, per fornire assistenza agli eserciti regolari tramite consiglieri e membri attivi che combattono a fianco delle formazioni militari. Tutto questo avviene tramite dei contratti milionari (da qui il termine contractor).
Per concludere, sempre per citare la Wagner, essa è stata attiva per la gran parte della durata del conflitto Siriano a fianco dell’esercito regolare fedele ad Assad per contrastare l’avanzata dell’ISIS e dei ribelli.
Quello delle PMC è un sottobosco troppo spesso preso ed analizzato con poca cura e in maniera superficiale, ma sono a tutti gli effetti degli eserciti privati, con capacità operative su larga scala, non paragonabili a quelle di un esercito sovrano ma con livelli d’addestramento e capacità superiori.
Tale testo vuole essere uno stimolo a scoprire questo particolare mondo, così da farsi un’idea ben precisa di come si stia sviluppando il mondo della guerra contemporanea, delle “Black ops” (operazioni autorizzate dalle nazioni su territori sovrani ma formalmente non riconducibili al mandante) e delle guerra parallela. Un fenomeno da attenzionare per il futuro.