Il 25 marzo si celebra il Dantedì, la giornata celebrativa di Dante Alighieri.
Oltre a ricordarlo con il profondissimo Studi su Dante – Scritti inediti sulla Divina Commedia di Guido De Giorgio, vogliamo celebrare il Sommo Poeta con questo contributo da parte di un nostro caro lettore.
La giornata dedicata all’Alighieri
ci consente di essere molto fieri
che l’Italia è stata attraversata
da genio e bellezza incontestata.
Con Dante la profondità del sapere
ha interessato categorie intere
di persone, luoghi, aspirazioni
in svariati modi e condizioni.
Egli ha creato un’enciclopedia
di conoscenze indicanti la via
per l’uomo che aspira ancora
a raggiungere di verità la dimora.
Il Nostro potrebbe far parte
del calendario, non in disparte,
ma a livello di molti Santi
capaci di azioni miracolanti.
Il Dantedì coincide con stupore
con l’Annunciazione del Signore
memorabile ricorrenza annuale
di un miracolo unico, eccezionale.
Le coincidenze non sono casuali
ma non sempre sono vitali
ve ne sono molte di strane
alcune vicine, altre più lontane
che mirano in modo vario
a peggiorare il calendario.
Tante giornate sono dedicate
a torti subiti, a leggi violate,
provocando fiumi di lamentele
che fanno scucire le fragili tele
di una società già sfilacciata
puntigliosamente, mal governata.
I Santi bacchettano i governanti
quand’essi opprimono incuranti
coloro che adempiono al dovere
in ogni sorta di mestiere.
I Santi sono con il popolo
curano l’ultimo discepolo,
esempio di misura e coraggio,
son fatti di altro lignaggio,
non prevaricando qualcuno,
tendendo la mano ad ognuno.
Se venerassimo i Santi presenti
nei calendari ancora (speriamo a lungo) esistenti
risparmieremmo tanta elettricità:
il Santo vive in povertà.
Risparmieremmo in carburante:
il Santo è vero camminante
e ci farebbe ognidì ricordare
che bene mondiale è camminare.
Risparmieremmo pure in violenza:
il Santo è Pace in presenza.
Eviteremmo osanne di malattie
‘che i Santi fanno opere pie:
sono rappresentati in pose
ricordanti azioni miracolose.
Emanano gioia i Santi,
liberano dai guai gli astanti,
caricando tutta la sofferenza
nelle loro spalle, in penitenza.
Danno immensamente coraggio
con semplice e mirato linguaggio
a chiunque abbia un problema
ricordando la calma suprema.
Rimembrano di non affannarsi
a cercare i tesori più sparsi
ma di tornare entro se stessi:
di tesori ve ne sono immessi.
Con semplici, chiari precetti
di guardare i propri difetti,
di desinare il giusto necessario,
di ridurre il proprio vestiario,
in un colpo, come per magia,
s’è realizzata dieta ed ecologia
perché è proprio la misura
che aggiusta ogni stortura.
Le nuove ecologiche giornate
non raggiungono le mete sperate
se non si torna alla semplicità
di chi ha emanato santità.
La giornata dedicata a Dante
fa eccezione rispetto alle tante
perché tutto considerato
Dante è gioiello del creato
che ha messo in piena evidenza
ciò di cui dobbiamo far senza.
Ha messo a nudo ciò che vizia,
tracciato la strada della letizia:
… … se si superano i difetti,
si raggiungeranno gli Angioletti.
Dante è un mentore vero
di messaggi illuminanti foriero,
andrebbe letto fino all’inedia
tanto è preziosa la Divina Commedia.
Coloro che snobbano tutti i Santi
dovranno sottostare ai farneticanti
che alle festose giornate patronali
sostituiranno le litanie mortali
delle giornate dell’inquinamento,
di qualche avvenimento violento
o di terribili malattie mortali
intercalate da giornate conviviali,
ridotte, di scarsa probabilità,
oramai chimere in verità.
Altri eventi in calendario
costituirebbero un nuovo rosario
per pregare in altro modo:
la fede avrebbe diverso approdo.
Credere molto nella natura,
bestemmiandola con molta cura;
pregare contro la mafia carponi
non disdegnando raccomandazioni;
istituire giornate di malattie
ricavando oboli nelle retrovie.
Conserviamo, invece, il calendario,
dei Santi vero abecedario,
per sollevarci dal peso insopportabile
di ogni cattiva nuova notiziabile
violentemente impiattata tutte l’ore
in qualunque testata o televisore.
I Santi rimembrano con ardore
quel che mai e poi mai muore
tangibile lungo la via del cuore
e Dante è proprio là dove
è l’amor che tutto move:
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle
sì come rota ch’igualmente è mossa
l’amor che move il sole e l’altre stelle