
«La virtù è la perfezione nella condizione umana e non assenza di difetti. […] La perfezione non è una mèta che si possa raggiungere».
L’uomo cerca instancabilmente la perfezione ma ha una percezione imperfetta della perfezione. In quanto essere soggetto a tempo e spazio egli è condizionato, dunque imperfetto.
È proprio questa incompletezza la condizione comune a tutti gli uomini, in quanto tali, fintantoché restano tali – e, a dirla tutta, potersi definire ‘uomini’ al giorno d’oggi è già un bell’approdo.
Raggiungere la perfezione è un esercizio assai arduo, per il quale può non bastare una vita, in quanto poi entra in gioco la qualità di ognuno di noi, diversa da persona a persona.
Il raggiungimento della perfezione è la direzione da seguire in un cammino che, su questa terra, non può concludersi.
Persino i Santi e gli Eroi commettono errori e sono fallaci. Quando si pensa di essere arrivati alla perfezione, viene meno il fervore e si è già morti prima di morire.
La via per la perfezione inizia dalla conoscenza di sé, dalla sincera consapevolezza di essere incompleti e di esistere per un preciso compito da seguire.
Raggiungere il proprio fine sulla terra, seguendo la componente interiore più nobile, ossia lo Spirito, accettando tutto ciò che questo comporta, è la strada per esercitare le proprie virtù e ricercare la perfezione.