Tratto da RigenerazionEvola
In stretto collegamento con il tema delle Torri del Diavolo e delle influenze negative generate sulle coscienze individuali e collettive da forze di tipo sottile, in grado di produrre anche veri e propri aggregati psichici di natura controtradizionale, presentiamo oggi un originale ed interessante saggio scritto da un nostro affezionato lettore ecuadoregno, Francisco José de la Torre Freire. Nato a Quito nel 1965, Francisco de la Torre è un economista (Pontificia Universidad Católica del Ecuador), ha conseguito un master in Amministrazione delle Imprese (Universidad Andina Simón Bolívar) ed è professionista nel settore tessile, ma è anche e soprattutto un attento studioso e cultore di dottrine tradizionali; collabora, in tal senso, con la rivista cilena di politica e cultura alternativa “Ciudad de los Césares”, con la rivista argentina “El Pampero Americano” e con la famosa rivista italiana “Eurasia” diretta da Claudio Mutti.
Francisco de la Torre, con questo saggio, ha voluto approfondire un argomento poco conosciuto ma estremamente interessante, che si ritrova in maniera frammentaria negli scritti di René Guénon, uno degli autori più studiati da De la Torre, vale a dire il cosiddetto “Satellite Oscuro”, non meglio definita “entità” da cui verrebbero irradiate pericolose forze sottili di ordine inferiore. Come abbiamo avuto modo di osservare di recente, spesso il grande maestro di Blois si limitò a “sfiorare” alcuni temi nei suoi scritti, rinviandone talvolta l’approfondimento a possibili scritti successivi che poi, purtroppo, raramente sono stati sviluppati compiutamente, anche per la sua scomparsa prematura, oppure dandone per presupposta la conoscenza nel lettore. Sta di fatto che, comunque, tale prassi ha lasciato in sospeso dei temi e soggetti che necessitano pertanto di analisi ed approfondimenti da parte di studiosi ed interpreti dell’opera guénoniana.
Da notare che nel saggio di Francisco De La Torre è menzionata la mistica tedesca Anna Caterina Emmerick ed una sua visione particolarmente attinente al tema trattato; ricordiamo, a tal proposito, che le visioni della Emmerick sono state ritenute particolarmente affidabili in termini strettamente tradizionali dallo stesso Guénon. Alla veggente di Dülmen abbiamo dedicato ampio spazio nell’articolo “La nascita di Cristo e la visione di Ottaviano Augusto”, dopo averla già precedentemente citata (“La Francia come misterioso crocevia della storia d’Europa”); l’abbiamo poi ritrovata di recente con un riferimento ai Giganti, sempre trattando delle Torri del Diavolo, e non mancheremo di prenderla ulteriormente in considerazione in futuro.
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di Francisco José de la Torre Freire
Una delle caratteristiche degli scritti di René Guénon è la rigorosità delle sue espressioni o la precisione delle sue parole al momento di esporre la “dottrina tradizionale”, tanto che suoi noti detrattori, com’è il caso di due eminenti teologi gesuiti, ispiratori e fautori principali della svolta modernista della Chiesa cattolica, uno, il cardinale Henri de Lubac, riconosce al metafisico francese un: “…grande rigore di organizzazione logica” (1) e, l’altro, il cardinale Jean Daniélou, che gli dedicò un capitolo intero del suo libro Il Mistero della Storia, intitolato: “La grandezza e la debolezza di René Guénon”:
Proprio qui sta precisamente la grandezza di René Guénon, nell’essersi saputo liberare dai pregiudizi correnti e nell’aver elaborato la sua opera col più inflessibile rigore in solitudine. (…) Una delle prime verità dell’opera di Guénon è la riabilitazione della conoscenza simbolica contro la conoscenza scientifica. (2)
Non è il momento di provare a controbattere i “punti deboli” di Guénon, ma questo non impedisce di riconoscere, nella sua prolifica opera, la presenza di alcuni temi a prima vista controversi, come può essere il suo libro Il Re del Mondo (1927) o anche di certi paragrafi o brani enigmatici che, per varie circostanze, non sviluppò e di cui non offrì alcuna spiegazione esaustiva. In questa occasione ci concentreremo su un brano che si trova alla fine della prefazione del suo libro: Errore dello Spiritismo (1923), dove menziona l’esistenza di un «Satellite» dal quale si irradierebbero le forze sottili dell’ordine più basso, che sfociano, tra l’altro — secondo il contesto del libro citato — nella creazione del fenomeno della «pseudoreligione», detta anche dal metafisico francese «neospiritualismo», che è necessario combattere. Il paragrafo è il seguente:
“Comunque sia, di fronte alle attuali circostanze, siamo convinti che non si farà mai troppo per opporsi a certe perniciose attività, e che ogni sforzo compiuto in tal senso, a patto che sia ben diretto, avrà la sua utilità, potendo forse essere più idoneo di altri ad avere effetti su questo o quel punto determinato; e, per parlare un linguaggio che alcuni comprenderanno, aggiungeremo che non si diffonderà mai troppa luce per dissipare tutte le emanazioni provenienti dal «Satellite oscuro»”. (3)
Abbiamo incontrato oscure allusioni a questo concetto in alcuni scritti di Guénon, innanzitutto, nella recensione dedicata al libro di Robert Ambelain: Dans l’ombre des Cathédrales (All’ombra delle Cattedrali), segnala la tendenza di questo noto scrittore occultista a confondere magia con iniziazione, e, in generale, lo psichico con lo spirituale, constatando l’esistenza di una ispirazione o predisposizione sinistra in Ambelain ad invertire il senso dei simboli tradizionali:
“…e il modo stesso in cui l’autore vuole cambiare il significato riconosciuto tradizionalmente a certe nozioni come quelle del «Sole nero» o del «Satellite oscuro» è altrettanto sospettosa…”.
Un altro riferimento lo troviamo nell’articolo “Sulle qualificazioni iniziatiche”, nello spiegare che certe asimmetrie fisiche accentuate sono il prodotto di imperfezioni psichiche, che ostacolano assolutamente l’aspirazione ad ogni iniziazione; ma, al contrario, queste disarmonie gravi, potrebbero convertirsi in qualificazioni per quella che Guénon denominò la “controiniziazione”:
“…d’altra parte, questo si comprende facilmente, giacché quest’ultima, essendo al contrario dell’iniziazione, per sua stessa definizione, di conseguenza va nel senso di un aumento dello squilibrio degli esseri, il cui termine estremo è la «disintegrazione», alla quale già abbiamo fatto allusione alcune volte; ma non è il luogo adatto per insistere ulteriormente su questo, giacché, naturalmente, non è della «controiniziazione» né dei misteri del «Satellite oscuro» che ci proponiamo di trattare in questo momento”. (4)
Continuiamo ad indagare su tale questione oscura e troviamo una nota a piè di pagina in un libro di Jean Reyor, Études et Recherches Traditionnelles, nel capitolo dedicato al simbolismo zodiacale, che si basa sia sull’opera di P. V. Piobb come sulle recensioni dedicategli da Guénon, per fornire un’applicazione di tale simbolismo agli ultimi dodici motti del famoso testo noto come la “Profezia di San Malachia” sui Papi, attribuito al monaco benedettino dallo stesso nome, del secolo XII, amico di san Bernardo di Chiaravalle; sebbene la prima apparizione pubblica di tale testo la si registri nel 1595. È una citazione un po’ lunga quella di Reyor, ma vale la pena riportarne la traduzione completa:
“A proposito del numero 34 (33+1) che corrisponde al rango che occupa nella «Profezia dei Papi» il motto di Clemente V, Piobb fa un accostamento che doveva sembrare arbitrario alla maggior parte dei suoi lettori: «Verso l’inizio del secolo XVI e intorno all’epoca in cui la Profezia di San Malachia sembra essere stata conosciuta in manoscritto, il celebre pittore e disegnatore Albert Dürer componeva la sua incisione intitolata La Melancolia. Questa incisione divenne famosa. Ebbene, essa presenta una disposizione di numeri detti in matematica il «quadrato magico», che sommati verticalmente o trasversalmente danno il numero 34, cioè, 33+1. Forse Albert Dürer leggendo che Clemente V porta il n° 34 nella lista delle profezie, ha voluto segnalare che questo numero aveva un significato speciale? E perché, allora, la sua incisione si riferisce ad una parola, tracciata in essa, a una Melancolia?» In primo luogo, abbiamo stimato, come molti altri lettori senza dubbio, che questo approccio era alquanto forzato, ma dopo abbiamo trovato un testo che ci ha fatto cambiare opinione. Si sa che La Melancolia mostra nella sua parte superiore sinistra un astro che proietta raggi neri; a lato dell’astro e nella sua irradiazione, c’è una banderuola con l’iscrizione «Melancolia» (a continuazione di questa, una S e una I). Questo astro si chiama comunemente il Sole Nero della Melancolia (un articolo pubblicato nel Mercure de France fu dedicato alcuni anni fa a questo). Ebbene, se ci rifacciamo alla «profezia» attribuita a Gioacchino da Fiore e a quella del vescovo Anselmo di Marsico (Vaticina sive Propheticae abbatis Joachimi y Anselmi Episcopi Mariscani, ecc., Venetiis MDLXXXIX) e riportate da Roger Duguet nel suo Autour de la Tiara, troviamo l’espressione «Sole tenebroso» (Solem tenebrosum), proprio nell’oracolo consacrato a Clemente V: «Perderà il suo splendore sotto il Sole tenebroso». Ci sembra che sia più che una coincidenza e che l’incisione di Dürer, amico e protetto di Massimiliano I, che è stato nominato il «Re Bianco», si riferisce a Clemente V. Aggiungiamo che il «Sole tenebroso» sembra avere una stretta relazione col «Satellite oscuro» di cui parla l’opera astrologica molto nota, La luce dell’Egitto, di Burgoyne.” (5)
Questo riferimento allo scrittore scozzese Thomas Burgoyne, segretario della Hermetic Brotherhood of Luxor, e al suo libro, The light of Egypt, Voll. I e II (6) — stampato la prima volta nel 1889 —, è stato quello che ha attratto maggiormente la nostra attenzione, e che nel capitolo III, del volume I, in effetti tratta esplicitamente di questo tema: “The Dark Satellite” (“Il Satellite Oscuro”) e annuncia che:
“…è giunto il momento in cui certi fatti relativi a questa sfera del male siano per la prima volta rivelati al mondo “pro bono pubblico”. (7)
Thomas Henry Burgoyne
I lettori dell’opera guénoniana constateranno una certa simpatia e affinità del metafisico francese per la Hermetic Brotherhood of Luxor, specialmente all’epoca della sua collaborazione con la rivista La Gnose (1909 – 1912), precisamente nei suoi articoli: “La Gnosi e le scuole spiritualiste”, raccolto nel suo libro Mélanges, o in “Barlet e le società iniziatiche”, come pure: “Alcune precisazioni a proposito della H. B. of L.” (entrambi raccolti in Articoli e Recensioni, Tomo I). Ugualmente, ma con una certa prudenza, nelle sue opere: Il Teosofismo (1921) e Errore dello spiritismo (1923), e allo stesso modo, in alcune lettere col destinatario sconosciuto (8), specialmente in quella del 31 maggio 1936, dove rivela che ne ha fatto parte. Ugualmente, in un’altra di queste lettere, riconosce che fu un’organizzazione “seria”, ma con tendenze eterodosse, perché
“sembra che in essa ci sia stato come un miscuglio di diverse correnti, e che non abbia finito per prevalere la migliore (lettera del 17 agosto 1934). (8)
Come possiamo vedere, al contrario dei duri attacchi indirizzati da parte di Guénon alla Società Teosofica e all’insieme di organizzazioni e personaggi legati a quel che viene chiamato spiritismo e occultismo, insomma, quel che comprende il “neospiritualismo”, si nota un trattamento differente riguardo alla H. B. of L. Non è fuori luogo ricordare che alcune delle denunce fatte dal nostro autore avevano già riguardato in precedenza vari membri della H. B. of L., sia negli Stati Uniti sia nel suo ramo installato in Francia, cioè, quelle intente a smascherare le distorsioni o falsità insite nelle “dottrine” pseudo orientali diffuse dalle società prima menzionate — specialmente quella fondata dalla Blavatsky — come: la reincarnazione, il Karma, i Mahatma, il buddhismo esoterico, ecc. Curiosamente, la divisa Vincit Omnia Veritas che suggerisce Guénon nel finale della sua Crisi del mondo moderno, adottata — secondo lui — da “determinate organizzazioni iniziatiche d’Occidente”, rimanda alle opere e ai documenti della H. B. of L.. Chi è interessato a maggiori informazioni su questa organizzazione, la sua storia, i suoi membri e alcuni dei suoi testi interni, può consultare il libro di Joscelyn Godwin: Hermetic Brotherhood of Luxor. (9)
Riprendendo il tema del Satellite oscuro, crediamo che sia necessario esporre in maniera succinta la tesi di Burgoyne, per quanto sarebbe piuttosto avventato catalogarlo come tradizionale; inoltre, come è stato detto in precedenza, si nota che la H. B. of L. maneggiò certi dati tradizionali ma incompleti.
Lo scozzese inizia la sua spiegazione in forma inversa, in altri termini, puntualizza quel che non è il citato Satellite, osservando la tendenza negli ambienti occultistici di confondere la concezione del “Globo perduto” dei misteri greci col globo “oscuro”, perché il primo è la sfera dove si dirigono post mortem le anime cadute e, nel secondo, le anime perdute. Il primo corrisponderebbe agli stati inferiori dell’essere umano, conosciuto nella teologia cattolica come l’inferno o il suo plurale (10), e nel secondo caso, le tenebre esteriori, che anche sono citate nel Vangelo, in cui cadrebbero gli stregoni o maghi neri, come il saher, cui fa riferimento Guénon nel suo Regno della quantità e i segni dei tempi (11), sempre più lontani dal loro centro e condannati alla disintegrazione del loro essere.
Un’altra confusione — secondo Burgoyne — è l’identificazione della Luna col Satellite oscuro, sebbene affermi che, da un particolare punto di vista, esiste qualche relazione in certi aspetti; aggiungiamo noi, specialmente con le eclissi e il lato oscuro della luna, discusso da Plutarco, il filosofo greco poi divenuto cittadino romano, che nel suo trattato La faccia visibile della luna (29, 944B) segnala quel che segue:
“Allo stesso tempo le anime dei dannati si avvicinano verso il basso, lamentandosi e gridando di dolore (per questo la maggior parte della gente durante le eclissi è solita percuotere oggetti di bronzo, e fare frastuono e rumore, per allontanare le anime malvagie); ed anche il cosiddetto volto della luna le terrorizza quando si avvicinano e così appare terribile e spaventoso a vedersi (12)”
Per continuare con la descrizione del tema trattato, Burgoyne si ispira alla dottrina della “Costituzione Ermetica dell’uomo”, la quale — secondo lui — è composta da 7 livelli o sfere: 1) La fisica; 2) il corpo elettro-vitale; 3) il corpo astrale; 4) l’anima animale; 5) il corpo spirituale; 6) l’anima divina; 7) lo spirito divino (p. 55 e ss). Applicando la Legge Ermetica: come in alto, così in basso, come in terra, così in cielo; cioè, l’intima relazione esistente tra macrocosmo e microcosmo, il citato occultista deduce che il pianeta Terra partecipa alla stessa divisione settenaria, per cui, ognuna delle sfere descritte, ha le sue corrispondenze e articolazioni precise con quelle che configurano il nostro pianeta. Da questa concezione olistica, la sfera magnetica della Terra che esattamente corrisponde a quella dell’anima animale nell’individuo, è quella che si denomina il Satellite Oscuro.
Questa sfera cosmica non è visibile (13), ma è abitata da esseri “semi spirituali”, poiché sono soggetti coi più bassi istinti, astuti, infidi e di elevata intelligenza di fronte al mondo animale. Allo stesso modo, essendo la sfera della morte, è anche il luogo dove vanno ad abitare temporaneamente le anime o ombre che, per la loro depravata vita, persero ogni legame col Divino. Senza dubbio, pur essendo la fonte perturbatrice e promotrice degli squilibri mentali, la cui espressione è lo spirito di menzogna, crimini, frodi e, specialmente, di imposture religiose (evidenziato nostro), Burgoyne indica che questo cerchio ha una propria organizzazione, sue leggi e gerarchie, e inoltre, cosa più importante, indica che questi esseri malefici che abitano in questo Satellite (14) sono propriamente quelli a cui si riferisce San Paolo nella Lettera agli Efesini (6, 11-12):
“Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”.
Allo stesso modo, afferma che l’equivalente sul piano terreno o umano di questi esseri maligni sarebbero quelli noti come i “maghi neri”, o la “Fratellanza Rovesciata”, cioè, gli stregoni o negromanti che, mediante le loro pratiche cultuali e riti evocatori o, in altri termini, la vera “magia nera”, possono canalizzare queste influenze infernali per consentire il loro ingresso e consolidamento sul piano umano e, successivamente, questi stessi personaggi oscuri, proiettare queste influenze psichiche del più basso livello (adattate agli spiriti e temperamenti delle diverse epoche) verso i più reconditi spazi della mente umana; la cosa peggiore, di fronte ad esse, è che siamo totalmente indifesi.
Non possiamo fare a meno di segnalare la similitudine con quanto scritto da Guénon nel suo libro Errore dello Spiritismo, nel cap. VII, riguardo le “influenze erranti” (secondo la tradizione cinese) o nel capitolo sui “Residui psichici” del suo Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi col paragrafo precedente. Anche quello che scrisse il metafisico francese in tali opere o nel suo articolo del 1914, “Riflessioni sul potere occulto”, a proposito di certe “correnti mentali” o “movimenti d’opinione” che generano determinati stati d’animo che predispongono le masse o un determinato paese, sotto “un insieme sistematico di suggestioni relative”, ad accettare condizionamenti religiosi, ideologici, politici, ecc., come anche quelli di tipo scientifico; come dimostra l’efficacia ottenuta nella preparazione della rivoluzione francese.
Senza dubbio è una questione spinosa questa del Satellite oscuro, nonostante si trovino rappresentazioni simili, come nell’Apocalisse di Paolo, apocrifo che descrive l’esistenza di una sfera infernale piena di angeli malvagi e terrificanti, responsabili del male e dei peccati che affliggono l’umanità; ma chi si avvicina maggiormente al tema trattato, ci sembra la beata tedesca Anna Caterina Emmerick, nelle sue visioni sull’esistenza di alcuni spiriti maligni o planetari e l’intercomunicazione con gli esseri umani; riproduciamo allora qualche paragrafo della sua opera Visioni e Rivelazioni Complete:
“Vedo sempre in un certo cerchio, intorno alla terra, nove corpi, o spazi, o sfere, come astri lontani. Queste sfere le vedo abitate da spiriti di diversa natura e vedo da loro derivare strade formate da raggi, con i quali si può seguire ogni direzione verso qualunque punto della terra. Ho capito sempre che tramite loro quelle sfere sono collegate ad ogni punto della terra. […] In questi mondi abitano spiriti malvagi. […] Sono pigri, stanchi, paranoici, melanconici o alquanto focosi, collerici, arroganti, irremovibili, ostinati, pronti ad ingannare e raggirare. Questi spiriti hanno volti duri, determinati, violenti e penetranti; sono straordinariamente insistenti e insinuanti nell’animo umano. […] Non producono da soli alcun peccato, nessun atto; ma separano l’uomo dall’influenza divina e aprono nel mortale la porta all’azione del mondo. (15)”
Più avanti, distingue la stretta relazione di una delle sfere infernali, la più tenebrosa, con i praticanti del magnetismo (il principale precursore del “neospiritualismo” denunciato da Guénon), e la presenza di questi “esseri malvagi” come intermediari delle visioni di questi operatori, perché questo cerchio è quello della magia e del culto formale a Satana, e che definisce come la sfera della chiesa infernale. (16) Esistono numerose visioni della mistica teutonica sulla materia, ma queste ci sembrano essere le più significative. In relazione alle visioni di ogni tipo, Guénon ha raccomandato una certa prudenza, per le farneticazioni che vi si potrebbero incontrare, ma manifesta una considerazione particolare per questa veggente, e non è la prima volta:
Quel che risulta veramente interessante in certe visioni è che esse sono in sintonia, su numerosi punti, con i dati tradizionali, evidentemente ignorati dal mistico che ha avuto queste visioni. Nota 5: Si possono citare ad esempio le visioni di Anna Caterina Emmerick. (17)
Merita di essere sottolineato il fatto che sia Burgoyne sia la chiaroveggente di Dülmen assicurano che questa sfera diabolica è la fonte o il centro ispiratore delle parodie religiose, le “pseudoreligioni”, di solito attualmente indicate con tutta quella costellazione chiamata New Age, cumulo di anomalie il cui proposito in questa tappa terminale del ciclo attuale è di deformare tutti gli insegnamenti spirituali autentici ed essere strumenti che accelerano i processi dissolutivi delineati dalla controtradizione, veicolando le influenze inferiori di cui abbiamo trattato e, in questi tempi postmoderni, il neospiritualismo assume caratteristiche molto più sottili di quelle combattute da Guénon; sono parodie più elaborate ma frammentarie, libere da qualsiasi supporto dogmatico o da ogni mediazione sacramentale; travestite inoltre da discipline spirituali semplificate con una certa venatura tradizionale. Ma in fine emerge sempre questa pseudo spiritualità individualista — col suo ponderato superamento personale e gli insistenti desideri di rinnovamento in ogni ambito umano (18) — e, peggio ancora, l’intrinseco spirito di dissoluzione (disfacimento) diretto contro le autentiche tradizioni o il poco che ne rimane.
Note:
1) Dialogo sobre el Vaticano II, BAC, 1985, p. 87.
2) Ediciones Dinor, S.L., 1957, pp. 162 e 163.
3) L’Érreur Spirite, Editions Traditionnelles, Paris, 1997, p. 6.
4) Rivista “Études Traditionnelles”, N° 198, giugno 1936, p. 205.
5) Editions Traditionnelles, Paris, 1991, p. 291.
6) H. O. Wagner, Denver, 1963. (La versione spagnola: La luz de Egipto. Voll. I e II, Editorial Kier, Buenos Aires, 1978²).
7) p. 151 della versione nordamericana.
8) Rivista di Studi Tradizionali, N° 71, luglio-dicembre del 1990.
9) Samuel Weiser Inc., York Beach. 1995.
10) “La parola sanscrita loka è identica al latino locus, «luogo»; si può notare a tal proposito che, nella dottrina cattolica, il Cielo, il Purgatorio e l’Inferno sono ugualmente designati come altrettanti «luoghi», che, anche in quel caso, rappresentano simbolicamente degli stati, poiché non potrebbe affatto trattarsi, nemmeno nella più esteriore delle interpretazioni di questa dottrina, di considerare spazialmente tali stati postumi; un tale equivoco non può essere prodotto che dalle teorie «neospiritualistiche» che hanno visto la luce nell’Occidente moderno”. René Guénon: El Hombre y su devenir según el Vedanta. CS Ediciones, Buenos Aires, 1990, p. 212, nota 18.
11) Ediciones Paidós, Barcelona, 1997, p. 232.
12) Plutarco, Tutti I Moralia. “Sul volto che appare sulla luna”. Giunti Editore S.p.A./Bompiani, Milano, 2017, p. 1825. È interessante notare che Roger Waters, leader dei Pink Floyd, si è ispirato a questo libro di Plutarco per comporre il famoso Dark Side of the Moon, dove menziona l’influenza del lato oscuro del satellite per produrre follia e atti criminali.
13) “In effetti, i diversi mondi (Lokas), sfere planetarie e regni elementari, descritti simbolicamente (ma solo simbolicamente, poiché l’essere che li percorre non è più sottomesso allo spazio), non sono veramente che stati differenti”. René Guénon: El Hombre y su devenir según el Vedanta, p. 212.
14) Burgoyne: op. cit., p. 102.
15) Versione spagnola del R. P. José Fuchs, S. D. B., México, D. F., s/e, Tomo I, Libro II, pp. 352 e 353.
16) Op. cit.: Tomo I, Libro II, p. 466.
17) Consideraciones sobre la Iniciación, Editorial Librería Pardes, Barcelona, 2012, p. 33.
18) Ora ci parlano del Great Reset.
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