22 Febbraio 1945

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“Il mondo nel quale vivevo era troppo pieno di discordia: essendo una comunità di esseri umani e razionali, avrebbe dovuto essere composto meglio. La mancanza di un unico grande maestro induce ciascuno a scatenare un suo proprio suono, che crea dissonanze, laddove invece avrebbero dovuto esservi soltanto melodia e armonia.
Noi serviamo la patria lietamente nella sua presente ora di lotta penosa. Noi picchieremo sul nemico e andremo a sfasciarci contro le navi dell’avversario, accarezzando la convinzione che il Giappone sia stato e sarà un Paese dove sia permessa l’esistenza soltanto a focolai pieni d’amore, brave donne e belle amicizie.
Qual è il dovere di oggi? È quello di combattere.
Quale sarà il dovere di domani? Sarà quello di vincere.
Qual è il dovere di ogni giorno? È quello di morire.
Noi moriamo in battaglia senza rimpianti. Mi domando se altre persone, come gli scienziati che combattono la loro battaglia sul loro Fronte, morirebbero cosi, come facciamo noi, senza rimpianti.”
Queste parole cariche di significato ed onore provengono dalla pagine del diario del Guardiamarina Eiichi Okabe, pilota della sezione Shichisen n. 2 del Corpo Speciale d’attacco (Kamikaze).
Pensiero di un ragazzo che, all’età di 22 anni, si trovò pronto a sacrificare la vita per perseguire e difendere la parola data. Ma questa è solo una delle tante testimonianze da cui trarre energia. Esistono, infatti, diversi esempi come quelli di Eiichi, esempi che servono a noi per poter affrontare il mondo in cui siamo chiamati a percorrere il nostro cammino, dove molte sono le prove e molte le fatiche. Perciò, non dimentichiamo mai chi è stato prima di noi faro e guida e camminiamo verso la vetta anche grazie a loro e per loro.