
«Quando gli uomini si odiano, non ascoltare la stupida esposizione dei motivi che hanno per odiarsi. […] Impara ad ascoltare non il vento di parole né i ragionamenti che permettono a costoro d’ingannarsi. Impara a guardare più lontano. Perché il loro odio non era assurdo».
La natura dell’uomo non è quella di odiare ma piuttosto di amare ed essere amati.
Eppure, in qualche momento della vita, il cuore viene ferito e da quella ferita fuoriesce rancore e odio.
Spesso senza volerlo, i colpevoli di quei dolori sono l’indifferenza, il disprezzo o l’ira.
A volte capita di accorgersi delle ferite solo dopo lungo tempo, quando il dolore si fa sentire in quel momento nasce l’odio.
La ferita è come un seme di quella pianta infestante che è l’odio: cresce lentamente, sempre di più, finché è troppo tardi per estirparla; essa risucchia ogni cosa e prende il sopravvento.
L’odio diffonde odio, nuove sofferenze da curare e altri colpevoli da condannare. Tutti sono in grado di condannare, solo coloro che sanno amare possono perdonare.
Le ferite possono essere guarite con la forza di rinnovarsi in uomini nuovi che rispondono all’ingiustizia con la giustizia, alla guerra con la pace e all’odio con l’amore, diventando esempio di un modo diverso di stare al mondo.