Un recente emendamento approvato dal Parlamento europeo condanna la diffusione di “retorica anti-diritti” che alcuni influenti politici di Ungheria, Polonia e Italia esprimono tramite le loro gesta, oltre che sottolineare una forte preoccupazione per i movimenti “antigender” presenti in tutto il mondo.
Per l’ennesima volta le forze progressiste tentano qualsiasi mezzo, in particolare legislativo, per sovvertire la realtà delle cose.
Utero in affitto, linguaggio inclusivo, transizione di genere per minori: non c’è mai fine a questi imbrogli, che mirano a confondere le menti (pensiamo ai più giovani) rendendo le persone facilmente malleabili e fluide: gli schiavi migliori per il sistema.
Le catene del pensiero unico si stanno allargando e rinforzando, ma c’è chi ha ancora la testa e le mani libere per poterle spezzare.
Anche perché la verità, prima o poi, tornerà a guidare le sorti del mondo!
(Tratto da Ansa.it) – Gli eurodeputati condannano Roma, Varsavia e Budapest
STRASBURGO – Il Parlamento europeo ha approvato un emendamento che “condanna fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtiq da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia“. L’emendamento, approvato con 282 voti a favore, 235 contrari e 10 astenuti era stato inserito dalla delegazione dei Verdi nella relazione sulla depenalizzazione universale dell’omosessualità, alla luce dei recenti sviluppi in Uganda, approvata invece con 416 voti a favore, 62 contrari e 36 astenuti.
“Il Parlamento – recita il testo dell’emendamento – esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, antigender e anti-LGBTIQ a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell’Ue; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell’omosessualità e dell’identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone Lgbtiq sono un’ideologia anziché esseri umani; condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia”.
L’emendamento è stato votato da 282 eurodeputati ma, come da regolamento, non sono disponibili i tabulati della votazioni. I Socialisti, spiegano fonti del gruppo, hanno dato indicazione favorevole all’emendamento e il Pd non ha dato indicazione diversa dal gruppo. Il M5S ha votato a favore e certamente a favore hanno votato anche i due gruppi firmatari della proposta, Verdi e Sinistra. La risoluzione nel suo complesso, invece, è stata votata da 416 eurodeputati e si concentra invece sul dossier Uganda.
Nel testo l’Eurocamera “sottolinea che il disegno di legge, che propone la pena di morte, l’ergastolo o fino a 20 anni di carcere per i reati di “omosessualità” o la sua “promozione”, viola la Costituzione ugandese, gli obblighi dell’Uganda nei confronti della Carta africana dei diritti umani e dei popoli e il diritto internazionale. I deputati, nella risoluzione, “esprimono preoccupazione per il possibile impatto del disegno di legge nella regione africana, data la crescente tendenza a criminalizzare le persone Lgbtiq in alcune parti dell’Africa, come Ghana, Niger e Kenya. La risoluzione deplora il contributo del Presidente Museveni all’odiosa retorica sulle persone Lgbtiq, aggiungendo che le relazioni tra l’Ue e l’Uganda saranno a rischio se il Presidente dovesse firmare la legge”.
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