
«Non si guarisce il bambino che diventa adulto e pretende, per poter ritrovare la felicità, di ritornare alla fanciullezza e di veder restituire alle braccia materne la loro dolcezza. […] Ma le braccia materne non sono più un rifugio. […] Il bambino che s’è fatto grande e che ha perso il sostegno della madre non avrà pace finché non avrà trovato la sua donna. Solo lei gli ridarà la tranquillità».
Ogni bambino trova rifugio nell’amore di una madre e la felicità nel suo dolce abbraccio.
Egli ha altrettanto bisogno del padre seppur in maniera diversa; d’altro canto, la maternità è un dono riservato alle donne.
L’importanza della figura femminile è fondamentale: la donna ha, infatti, un ruolo insostituibile nella crescita del bambino e nella vita dell’uomo.
È la madre che educa il figlio così come è la moglie che, trascorrendo la vita accanto al suo uomo, rappresenta un approdo sereno e uno stimolo.
È l’uomo che porta avanti le battaglie, mentre la donna ha il compito di spronarlo.
Alla donna – madre e moglie – appartiene la capacità di lavorare affinché l’uomo possa liberarsi dai pericoli dell’anima, oltre alla possibilità di elevarlo.
Altre categorie di donne, invece, abbassano l’uomo anziché elevarlo, lo trattengono anziché liberarlo e lo abbandonano anziché custodirlo.
Purtroppo, al giorno d’oggi, la generale omologazione e il diffuso intorpidimento delle coscienze, hanno fatto in modo che quest’ultimo tipo di donne fosse sempre più diffuso.
Ma l’uomo avrà sempre bisogno di rifugiarsi nella sua donna e non avrà pace finché non troverà la sua sposa.
Uomo e donna anche se diversi sono complementari tra loro e, se consapevoli dei rispettivi ruoli, diventano capaci di grandi cose.