
«Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa. […]
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che più conta – sarai un Uomo, figlio mio!».
(Rudyard Kipling)
Questo passaggio, tratto da una delle più famose poesie di Rudyard Kipling, individua nella capacità di mantenere l’equilibrio mentale un elemento imprescindibile per essere Uomo e – usando un’espressione nota – per “essere nel mondo ma non del mondo”.
La predilezione, prettamente occidentale, a fare piuttosto che a pensare spinge l’uomo in un vortice agitato da cui derivano ansia, stress e malessere fisico e mentale: preoccupazioni che scuotono la stabilità e fanno “perdere la testa”.
Viceversa, la meditazione e la contemplazione sono la cura per guarire dalla febbre dell’agitazione e aiutano a riscoprire calma interiore e autocontrollo.
Per “mantenere la testa” ogni cosa deve essere collocata al posto che le spetta, senza eccessi né coinvolgimenti.
Tuttavia al giorno d’oggi è sempre più difficile riuscire a ritagliarsi dei momenti di calma ed è sempre più facile “perdere la testa”.
La frenesia e la sregolatezza dei ritmi moderni spingono a pensare che non serva avere un’ordine, fanno smarrire l’orientamento e confondono la mente tra ciò che è positivo e ciò che invece è dannoso.
Colui che riesce a educare e a disciplinare la propria testa può arginare quelle tentazioni che vanno apertamente in contrasto con la calma interiore.
Allo stesso modo, uno stile di vita sobrio e orientato all’essenziale aiuta a mantenere il controllo di sé nonostante le lusinghe del mondo moderno.
Una volta raggiunta la stabilità interiore, contro il caos esterno, si avrà la testa ben salda come Uomini che stanno nel mondo senza che questo prenda il controllo su di loro.