
Premessa: il confronto è la base di una Comunità di Destino. In assenza di questa sana e virile attitudine di affidamento ai propri camerati e al contempo di costante attenzione a se stessi, piuttosto che una comunità si avrebbe una collettività. Individualismo, interessi e rivendicazioni legano e slegano gli atomi di questi agglomerati per via di più o meno condivisi tornaconti. Un attaccamento al proprio io che ha alterato e modellato la nostra epoca e contro cui la Comunità offre un’alternativa rivoluzionaria affinché, attraverso il confronto, ognuno possa specchiarsi nei princìpi impersonalmente, vedere la propria forma e rettificarsi. Raccontiamo, allora, l’attrito che due opposti stili di vita generano, entrando nei pensieri di un militante a pochi attimi da una riunione.
Stai lavorando, hai la testa piena di pensieri ma allo stesso tempo uno torna ciclicamente a tormentarti, come se fosse un chiodo che ti hanno piantato nella mente. Stai pensando alla riunione di stasera. Non di lavoro né di condominio, ma della Comunità. Un impegno preso che vorresti proprio saltare questa volta perché non hai fatto il tuo dovere, non ti sei sacrificato, non hai rispettato la parola data. E sei recidivo.
Tutto questo ti pesa e mentre lavori pensi a mille giustificazioni per cui non hai dato seguito alle tue responsabilità, a quei tanti piccoli o grandi alibi che stasera potrebbero giustificarti e saltare l’incontro che pesa come un macigno, rimandando così la tua presenza a quando si saranno calmate le acque.
Acque che, però, sai che non si calmeranno perché non si tratta di emozioni personali, furori momentanei o presunzioni. Qui non sei a lavoro e nemmeno al bar; nessuno ha da guadagnare qualcosa sulla pelle degli altri. Sai, insomma, che ogni riunione e confronto è una pietra miliare del percorso di ogni militante: all’interno di quel cerchio si dona e si riceve, si alimenta e si prende il calore di un fuoco eterno. Per questo non hai mai vie di fuga, ma vieni messo sempre di fronte a te stesso, nel bene e nel male, da chi condivide lo stesso fronte, da chi è disposto a farti rialzare dalla caduta e ad insegnarti ad affrontare gli ostacoli.
Qualcuno ci tiene a te e stasera proverà a dimostrartelo con fatica, col peso del suo compito, con nuove parole ed esempi, con il sacrificio e il frutto di una sua esperienza, di una strada calpestata prima di te e sublimata in ogni aspetto della sua esistenza.
C’è una frase, però, già sentita, detta e ridetta, che ti rasserena e solleva da quel peso sullo stomaco: “non esistono colpe, ma solo azioni da riscattare”. Ti rendi conto che il troppo pensare alle cose non fatte o fatte male è ancor peggio, poiché ti porta ancora più lontano dalla giusta via. Invece di intervenire in modo chirurgico – senza se e senza ma -, ti lasci trasportare da calcoli, dubbi e scuse per ciò che non hai, consapevolmente, portato a termine.
È arrivata l’ora della riunione e, come previsto, ti è stato chiesto di relazionare il tuo operato. Hai superato ormai in te stesso la ricerca di una giustificazione e, ai tentativi dei tuoi fratelli di farti leggere la tua condotta con gli occhi di chi vive la Tradizione, ammetti di aver sbagliato. Lo scambio è asciutto, duro e virile. Ma al luogo di scomposte reazioni e fratture insanabili, ti senti sollevato e preso per mano. Ti viene spiegata l’importanza della tua esclusiva responsabilità, gli slanci e le opportunità che quel compito favorivano in te: tu, che ti sei lasciato sopraffare da paura e sconforto e, travolto, hai lasciato le briglie tu, che senti l’attrazione di un destino comune, di una Comunità che marcia allo stesso passo e di camerati che si sacrificano quotidianamente.
Con il confronto, una nuova strada ti viene tracciata, quindi, ma ora spetta solo a te percorrerla fino alla prossima riunione, preparandoti per rivivere quel momento. Solo tornando ad agire davvero, a verificare quotidianamente le tue qualificazioni, confermerai la massima “non esistono scuse”.
Perché non basta rialzarsi, non serve scusarsi, ma è necessario avanzare, scavalcare l’ostacolo e superarsi.
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