All’uomo “sfuggente” si oppone l’Uomo Nuovo, l’uomo nobile, il guerriero che trova il suo radicamento nei Principi che fecero grande la Civiltà romana. Egli pone come centro di tutta l’esistenza il rispetto di Verità e Giustizia e, a differenza dell’uomo furbo che si preoccupa del proprio tornaconto o della propria gratificazione, tutta la sua vita è orientata e ordinata all’affermazione dei Valori, corollario della virtù. All’interno del sistema democratico, dove ognuno rivendica per sé una presunta libertà e degli acquisiti diritti, è impegnativo e complicato realizzare tale compito. Al contrario, nella civiltà tradizionale le inclinazioni o le propensioni di una natura viziata, erano corrette o assoggettate dal clima della struttura generale e delle istituzioni, funzionati grazie a dei sostegni dall’alto (spirituali) che vigilavano sui comportamenti corrotti dell’uomo. Tuttavia, se è l’epoca attuale quella in cui si è chiamati ad operare, alle aspirazioni di chi non si riconosce in questo mondo deve fare seguito la volontà di disciplina capace di restituire una forma, uno stile e un modo d’essere.
(tratto da La Formazione del militante della Tradizione. 3. L’Uomo della Tradizione: Stile e Ascesi)