
(www.heliodromos.it) – di Renzo Giorgetti
Il percorso che porta alla nascita della massoneria moderna, chiamata “speculativa”, è stato lento e laborioso e ha portato come risultato finale all’affermazione di una realtà completamente differente da quella esistente in precedenza. La data del 24 giugno 1717, che segna la nascita della Gran Loggia di Londra è infatti puramente convenzionale, indicando soltanto il punto d’arrivo di un processo iniziato secoli prima e sviluppatosi in maniera non del tutto chiara.
Le antiche corporazioni di mestiere non erano soltanto istituti che regolavano il lavoro o custodivano segreti pratici, ma riservavano anche per i loro aderenti delle possibilità di realizzazione spirituale, iniziatica, che permettevano di utilizzare l’attività esteriore come simbolo e supporto per un lavoro interiore di elevazione, di sviluppo personale in conformità a principi superiori. La più importante di tali confraternite fu proprio la Libero Muratoria, custode dell’arte più importante: la costruzione di edifici sacri. L’era delle cattedrali costituì il punto più elevato per questa associazione che con il suo lavoro forniva all’Europa contemporaneamente opere d’arte e strumenti per l’elevazione spirituale.
Ma l’ecumene medievale ben presto tramonta, incrinandosi non solo a livello politico ma anche religioso. Si perde la comprensione del fine superiore dell’arte del costruire così come dei suoi significati iniziatici e simbolici; si continuerà a costruire grandiosamente nei secoli successivi, ignorando però il valore del “tempio spirituale”.
Incomincia la decadenza dell’istituzione, che però continua a esistere vedendo diminuire i propri aderenti e la propria influenza. Incomincia altresì l’ingresso di elementi estranei al mestiere – i cosiddetti “accettati” – filosofi, intellettuali, rappresentanti di scuole esoteriche di varia natura, più o meno deviate, che utilizzano la copertura dell’associazione per garantirsi immunità e la discrezione per continuare il proprio lavoro indisturbati. Anche la rete associativa rimane, utile strumento che potrà essere utilizzato da tali elementi per comunicare e diffondersi con sicurezza.
L’identità della parte più importante dei nuovi “fratelli accettati” non è ancora ben chiara, anche se possiamo ipotizzare una loro appartenenza a cerchie di esoterismo rinascimentale che già aveva perso l’orientamento tradizionale subendo influenze da altre fonti, probabilmente di tipo controiniziatico. Furono forse i rosacrociani o individui deviati di tale corrente di pensiero? Oppure furono i cosiddetti Monopanti di cui ci parla Francisco de Quevedo? Vi fu comunque una fase di transizione in cui i massoni legati all’arte della costruzione diminuiscono, sostituiti da un crescente numero di accettati.
Questa massoneria speculativa incomincia già a essere differente da quella precedente, con in più l’aggravante della politica. In una prima fase la massoneria speculativa è stuardista e cattolica (anche se di un cattolicesimo legato a utopie universalistiche) solo in un secondo tempo, a seguito di uno scisma, diventerà protestante anglicana e orangista. Deviazione ulteriore quest’ultima che porterà a modifiche dei rituali, dei gradi e alla distruzione degli antichi documenti. Nei quindici anni che passano tra l’abbandono di Christopher Wren, ultimo Gran Maestro della Massoneria Antica, e il 1717 avviene il lavoro di preparazione per la svolta.
Tra il 1712 e il 1716 nascono a Londra tre logge minori che si andranno poi a riunire con la loggia Goose and Grideron per formare la Gran Loggia di Londra. Gli scismatici sono chiamati “moderns”. Nel 1720 avviene l’incendio che distrugge gli archivi generali massonici (custoditi dalla Goose and Grideron), nel 1723 vengono pubblicati i nuovi statuti, le cosiddette Costituzioni di Anderson, che avrebbero regolato la futura organizzazione dell’associazione (1).
La trasformazione dell’Ordine è compiuta e la nuova massoneria può iniziare una nuova fase della propria esistenza: dopo la nascita della Gran Loggia di Londra la diffusione di logge simili è rapida e vasta. Nel 1721 viene costituita la prima loggia francese, attorno al 1727 ne abbiamo una in Austria e in Spagna, nel 1725 in Irlanda, nel 1731 in Russia e in Italia, nel 1733 in America, nel 1734 in Olanda e poi, 1736, in Scozia e Germania.
È la più numerosa delle nuove società di pensiero sorte nel fermento intellettuale settecentesco. Ad esempio in Francia la sua diffusione è considerevole: fin dalla metà del secolo le logge si moltiplicano in tutto il regno, con una presenza particolarmente forte lungo le vie di comunicazione, strade, fiumi, coste. Secondo Roger Chartier essa conquista tutte le categorie delle città, anche le meno popolate: nel 1789, 81 città con meno di duemila abitanti hanno un atelier; i massoni sono certamente 50000 nel regno, praticamente – tra le classi della popolazione cittadina suscettibili di essere ammesse alle logge – un uomo su venti (2).
La sua attività è paragonabile a quella di un virus, non solo come diffusione ma anche come modalità di propagazione.
In quello che viene chiamato ciclo litico il virus penetra nella cellula immettendovi il suo DNA, condizionandola in tal modo, prima della sua distruzione, a produrre altri virus identici. La nuova massoneria speculativa non ha forse agito nello stesso modo con le vecchie confraternite operative?
Questo gruppo scismatico e eretico ha dunque conquistato una antica istituzione e operando una mutazione genetica al suo interno l’ha utilizzata per i propri fini, di fatto però uccidendola. La nuova associazione sarà rivolta alla politica, alla società, all’esteriorità: sarà mondana ma anche utopica. Sognerà il ritorno all’età dell’oro, a una repubblica di armonia e fraternità universale, ma quel che è peggio cercherà di ottenerla tramite un’azione concreta. È nota la sua vocazione sempre crescente per l’impegno politico, in sintonia con l’Illuminismo e con i vari progetti di rinnovamento che venivano elaborati all’epoca e che ebbero nel dispotismo illuminato e nella rivoluzione i due momenti più rappresentativi.
Il suo ruolo è ormai apertamente politico, sia pure con differenze e conflitti al suo interno, ma comunque definitivamente orientato verso una attività che in altri tempi si sarebbe detta profana. Come nota Giuseppe Giarrizzo la massoneria non è propriamente una società segreta, ma una società che tratta segreti: “li detiene, li alimenta, li difende e conferisce la conoscenza e i poteri relativi a soggetti cooptati al fine di partecipare alla loro conservazione e trasmissione, e per concorrere così all’obiettivo di cui e struttura e segreti sono strumenti.” (3)
Diventa così uno “stato nello stato”, con i suoi apparati, le sue leggi, le sue pene, la sua gerarchia.
Il ministro francese del Commercio Antoine Gadaud affermò nel 1894: “la massoneria è la Repubblica al coperto, la Repubblica è la massoneria allo scoperto.” (4)
Ma non è il caso di ricordare qui tutte le lotte intestine e gli scismi all’interno dell’organizzazione, così come tutte le interferenze massoniche nella vita pubblica. È necessario però comprendere che tutta la simbologia e le idealità originarie sono state stravolte: la fratellanza è diventata confusione babelica, la rigenerazione è diventata rivoluzione, il silenzio iniziatico il segreto della complicità, la “Grande Opera” in grado di elevare l’uomo viene ora intesa come strumento di manipolazione e controllo. I motti alchemici ordo ab chao e solve et coagula sono stati degradati a norme di ingegneria sociale.
La massoneria autentica, erede di secoli di spiritualità e di autentiche esperienze trascendenti ormai non esiste più come organismo vivente, ora solo guscio svuotato e riempito con altro, un’imitazione, una contraffazione che continua a operare al suo posto utilizzando il suo nome.
Augustin Cochin, all’inizio del ventesimo secolo sosteneva che la massoneria all’interno dello Stato è come “uno di quei bruchi che nutrono della loro sostanza una larva estranea, la quale rispetta i centri nervosi e il minimo indispensabile perché la sua vittima viva e si nutra, o piuttosto la nutra; poi, una volta completata la crescita, dalla larva in bozzolo esce un calabrone.” (5)
Ebbene, una simile metafora, riportata duecento anni indietro, può ben rappresentare il rapporto che intercorse tra le corporazioni medioevali operative e la nuova società massonica speculativa.
Ecco perché sosteniamo che il 1717 sia stato l’anno del definitivo tramonto della massoneria come scuola iniziatica di valore tradizionale (l’attuale ritualità e simbolismo ancora conservati a nostro avviso non costituiscono che un vestigio, un reperto privo di qualsiasi valore al di fuori di quello archeologico) una morte che ha portato a una sorta di triste rinascita, nel segno di valori e forze negative, orientate nel senso opposto a qualsiasi finalità di ordine superiore.
NOTE
[1] Secondo René Guénon (A propos des signes corporatifs et de leur sens originel, in «Regnabit», febbraio 1926) i primi responsabili della deviazione sarebbero proprio Anderson e Désaguliers, che redassero le Costituzioni del 1723 e fecero sparire i documenti antichi, che contenevano delle formule di “fedeltà a Dio, alla Santa Chiesa e al Re”. Solo nel 1813 lo scisma venne ricomposto con la nascita della United Grand Lodge of England, in cui i moderns sono la maggioranza.
2 R. Chartier, Le origini culturali della Rivoluzione francese, Laterza, Roma-Bari, 1991, pp.165-166.
3 G. Giarrizzo, Massoneria e illuminismo nell’Europa del Settecento, Marsilio, Venezia, 1994, p.39.
4 A. Combes, La massoneria in Francia dalle origini a oggi, Bastogi, Foggia, 1986, p.85.
5 A. Cochin, Riflessione (1908-1909) in Meccanica della rivoluzione, Rusconi, Milano, 1971, p.345.