Per i politologi e gli esperti di politica estera della domenica, quelli che si sono accorti di una guerra nel cuore dell’Europa giusto l’anno scorso, ricordiamo e ricondividiamo, un articolo uscito ben 9 anni fa in cui si chiarisce, ancora una volta, le rispettive strategie e i rispettivi ruoli, dell’aggressore e dell’aggredito, del provocatore e del provocato.
Noi di Azionetradizionale seguiamo le sorti di questo conflitto fin dalla sua origine per mano statunitense e dei suoi vassalli e conosciamo fin troppo bene di chi è la mano che lancia il sasso e poi la nasconde.
Il governo fantoccio ucraino “made in USA” di Poroshenko, mentre firma armistizi per non rispettarli e dichiara di voler trovare un accordo di pace con gli indipendentisti, in realtà su ordine di Washington sta portando avanti una strategia, in cui gli USA sono esperti, che consiste nel provocare l’avversario con il fine di generare una risposta eclatante di quest’ultimo per poi dipingerlo come satana agli occhi dell’opinione pubblica tramite i media asserviti.
L’intelligence ha scatenato una rivolta contro l’ambasciata russa a Kiev e ha istruito i militari dell’esercito regolare affinché violassero con dei blindati il confine russo e sparassero colpi di mortaio contro la dogana russa. In tutto questo scenario bisogna registrare la saggezza dello staff di Putin che abilmente sta evitando di cadere nella trappola dell’arcinemico a stelle e strisce e nel contempo è costretta a vedere gli indipendentisti filorussi morire sotto le bombe al fosforo utilizzate da Kiev.
E l’Unione Europea? Figuriamoci, anzichè denunciare l’Ucraina alla corte dell’Aja per crimini contro l’umanità (ricordiamo che l’utilizzo di ordigni al fosforo è vietato) minaccia la Russia di ulteriori sanzioni.
(http://italian.ruvr.ru/) – L’elezione di Poroshenko ha fatto nascere delle speranze, ma pare che fossero speranze inutili. Al posto della pace che Poroshenko prometteva durante la campagna elettorale, da parte di Kiev c’è solo la retorica militare. Persino l’armistizio annunciato dalle autorità ucraine in realtà non viene rispettato. Secondo alcuni esperti, l’armistizio serve a Kiev soltanto per raggruppare le truppe. Nel contempo l’amministrazione ucraina continua a sfidare la Russia, ma le provocazioni, a cominciare dal “brilliant green”, antisettico verde che i teppisti di Kiev lanciavano contro l’ambasciata russa, all’attacco dei mortai contro la dogana nella regione di Rostov, non sono la tattica migliore, neanche per i politici di Kiev. Eppure gli ucraini hanno scelto la linea di inasprimento dei rapporti con Mosca, crede il direttore dell’Istituto di studi sui russi all’estero, Sergej Panteleev.
Creando un’immagine del nemico e inculcando questa immagine nella mente dei semplici ucraini, è molto facile addossare a questo nemico tutte le colpe. La gente comincia a credere che tutti i mali vengano dalla Russia. La Russia chiude il rubinetto del gas, manda nel paese i terroristi, i suoi carri armati e annette territori ucraini. La gente non pensa più che è il loro Stato che sta dimostrando la sua inconsistenza, che il potere in Ucraina non è legittimo. Le istituzioni statali praticamente non esistono, i diritti dell’uomo vengono violati in massa.
Avendo deciso di seguire la linea delle provocazioni, Kiev rischia di condurre il paese in un nuovo vicolo cieco dal quale sarà quasi impossibile uscire senza nuove vittime. Ma Poroshenko e Yatseniuk non ci pensano. Considerati i loro umori filooccidentali e la sottomissione quasi totale agli USA, continueranno a fare quello che gli viene detto dal Dipartimento di Stato, fa notare Sergej Panteleev.
Gli americani si stanno vendicando in questo modo con la Russia per l’insuccesso subito in Siria e cercano di risolvere i loro problemi economici. Vogliono indebolire le posizioni dell’Europa che potrebbe essere un serio concorrente geopolitico. Cercano di indebolire anche le posizioni della Russia che oggi si sta rapidamente sollevando sulla scia dei processi integrativi che sono in atto nello spazio postsovietico. Tutto ciò mira a mantenere il controllo dei territori che per gli USA potrebbero essere dei concorrenti economici o politici. Si tratta di un grande gioco geopolitico.
Tuttavia puntare sull’Ucraina non è stata la migliore delle scelte. Secondo il docente dell’Università umanitaria di Mosca (RGGU), Aleksandr Gushchin, Washington si è impegnata troppo nel gioco di caos controllato in Ucraina e non si è accorta della rivolta dei terroristi in Iraq.
In questo momento gli USA si trovano in situazione difficile e non solo a causa dell’Ucraina. Parecchie regioni del mondo sono in crisi, in gran parte perché la politica degli USA è stata poco saggia. Molti credono che puntando sull’Ucraina l’America ha trascurato altri problemi che dal punto di vista globale sono ancora più seri.
Mosca si sta comportando con moderazione e esorta al dialogo tra le parti in conflitto. Kiev crede però che questo comportamento sia un segno di debolezza e continua a ignorare gli appelli di Mosca. Secondo gli esperti, prossimamente Mosca opterà per un’altra linea nei confronti di Kiev: fornirà più attivamente gli aiuti al Sud-Est dell’Ucraina, mentre la posizione sul problema del gas potrebbe essere irrigidita. Allora le autorità dell’Ucraina, che già cominciano ad irritare persino la guardia nazionale in quanto non pagano i soldi che sono stati promessi, saranno viste dai cittadini del paese con occhi diversi, nonostante tutti gli sforzi della propaganda ucraina.