Armati di KULTUR! Novità dagli scaffali

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Ecologismo vs natura. Un percorso per il ritorno all’umano

Descrizione

“Il tema del rapporto con la Natura – spesso affrontato con colpevole superficialità o banalizzato con volgare conformismo – è il più presente nella narrazione odierna, imposto all’attenzione generale dalle drammatiche conseguenze che stanno emergendo. Il pensiero mainstream – lo stesso che ha portato il pianeta allo sfascio – pretende di porvi rimedio con l’Ecologismo, figlio diretto di ciò che sostiene di contrastare. Questo Ecologismo, allineato ai processi globali e comunque diverso dall’Ecologia, è assai lontano dal concetto originario di Natura. Quest’ultima – che è molto più di una semplice biosfera misurabile – ha una dimensione armonica, organica e sacrale, il cui orizzonte si perpetua nelle identità dei popoli che la compenetrano. Quello da intraprendere è un percorso arduo ma imperativo: comprendere, rigettando i falsi miti e le utopie incapacitanti, che il valore del cosmos naturale è uno spartiacque netto tra chi considera il pianeta un habitat sfruttabile e chi – rispettandone l’equilibrio – lo vive come un unicum straordinario di cui essere parte.”

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Socialismo Fascismo Europa

Descrizione

«Bisogna fare l’Europa così come è necessario respirare per non morire»

«La più importante raccolta degli scritti politici di Drieu a cura di Jean Mabire. Un altro autore francese che ci trasmette uno stesso messaggio europeo è Pierre Drieu La Rochelle. (…) Drieu non è stato soltanto un romanziere; ma uno scrittore politico, forse il più lucido testimone dell’esperienza europea del fascismo. È perciò che invitiamo a rileggere l’antologia politica di Drieu curata da Jean Mabire, da cui il lettore può trarre un quadro completo della fede e della passione di questo autore. Fede nell’Europa, per cui Drieu si fece propagandista del nuovo ordine hitleriano, e tragica passione di chi vede il suo sogno infranto e l’Europa distrutta. (…) Drieu, che aveva scelto per sé la scomoda missione del profeta e del testimone, non volle sopravvivere al crollo del fascismo e si uccise il 15 marzo 1945 per denunciare la tragedia dell’Europa (…)» (Da L’Italiano del 15 novembre 1968).

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Fuoco n°10 – Non è più un’Italia per italiani?

Descrizione

«NON È PIÙ UN’ITALIA PER ITALIANI?»
Denatalità, grande sostituzione, immigrazione: come stanno uccidendo il futuro dell’Italia

L’Italia è prossima all’estinzione: non è il grido di qualche complottista, ma l’analisi impietosa che emerge da tutti gli istituti di statistica e gli osservatori. L’Italia, e gli italiani, scompariranno molto presto, affogati proprio come nella copertina dell’ultimo numero di FUOCO. Inghiottiti da una immigrazione di massa e fuori controllo, affossati dalla denatalità sostituiti da manodopera a basso costo: siamo ancora in tempo per salvare quel popolo che già fu di santi, eroi e navigatori? 

A questi interrogativi proverà a rispondere lo Speciale dell’ultimo numero di FUOCO, stavolta dedicato a un’analisi a tutto tondo sul futuro del Belpaese e del popolo italiano, senza peli sulla lingua ma senza neanche ricorrere a stereotipi o letture semplificate della realtà che non aiutano a inquadrare il problema. 

È quello che fa il focus di questo numero della Rivista con i contributi di Eduardo Zarelli su immigrazione e neoliberismo, di Cristina Coccia su denatalità e ‘grande sostituzione’, e poi con gli articoli di Renzo Giorgetti sul rapporto tra immigrazione e identità. Completando il lungo excursus con l’analisi della professoressa Anna Bono – già nota per le sue critiche all’immigrazionismo che hanno scandalizzato le ‘anime belle’ della comunità accademica – e di Cristiano Puglisi che ci racconta dove sta precipitando l’Italia.

La scomparsa dell’Italia che nessuno vuole ammettere, fa il pari con uno dei grandi tabù della nostra epoca: la morte. ‘Svelare la morte’, per capire la vita è proprio l’oggetto dell’articolo di Marcello Veneziani che ospitiamo per la prima volta su FUOCO e recensisce l’omonimo volume di Fausto Gianfranceschi di recente pubblicazione per i tipi di Cinabro Edizioni

Spazio poi al rock “politicamente scorretto” con un’intervista a Enrico Ruggeri. Il cantautore, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano si racconta a FUOCO, parlando di musica, cultura anticonformista e critica al mainstream. 

Ed a proposito di anticonformisti e bastian contrari, onorando il suo titolo di ‘Rivista politicamente scorretta’, FUOCO non poteva mancare di dedicare un lungo spazio a Claudio Messora, che ci parla – senza filtri – a tutto tondo, del progetto ByoBlu. 

Motore immobile della grande aggressione all’Italia ed al mondo “tradizionale” è sicuramente la finanza, che Marco Rossi smonta pezzo per pezzo. Ed alla cui critica fa eco, su altri piani, la critica al vetriolo che Emanuele Ricucci fa all’arte contemporanea e alla mancanza di estetica nella vita contemporanea.

Non potevamo mancare di celebrare un anniversario importante, quale quello del primo anno dall’assassinio di Daria Dugina. Il ricordo e la testimonianza sono affidate a Maurizio Murelli, che presenta una serie di contenuti inediti di Daria, presentati per la prima volta al pubblico italiano.

E parlando di kulturkampf non poteva mancare la critica a uno dei dogmi dei nostri tempi: l’intrattenimento di massa che Marco Scatarzi affronta con un occhio sull’impero Netflix. A cui fa eco la critica di Enrico Galoppini che partendo dalle ‘influenze’ (spirituali) e arrivando agli ‘influencers’ ci accompagna nel galoppante viaggio dell’antitradizione dei nostri tempi. 

In vista dell’imminente riapertura delle scuole a settembre, con Jacopo Coghe – di Pro Vita & Famiglia – entriamo nell’aberrante mondo delle carriere ‘alias’ e delle subdole proposte didattiche in salsa Lgbt, con la scusa dell’inclusività. 

Ancora una volta, gli articoli di FUOCO saranno accompagnati dalle grafiche di Daniela De Vita e dalle illustrazioni di Nemo, già disegnatore ufficiale di Cinabro Edizioni.

…E tanti, tanti altri articoli e Autori vi aspettano nel 10° numero di FUOCO!

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Werner Sombart. Il pioniere della «terza via», oltre Marx e il capitale

Descrizione

“Nato nel 1863, Werner Sombart ha prodotto un’opera considerevole. Nel 1896 scrisse un bestseller che rese popolare il pensiero di Marx nel mondo di lingua tedesca: “Socialismo e movimento sociale”. Nel 1902 il suo libro fondamentale, “Il capitalismo moderno”, introdusse questo termine nel mondo accademico. Altre opere, tra cui “Il borghese” e “Gli ebrei e la vita economica”, completeranno una delle analisi più ricche e profonde del modello economico oggi imperante. Nei primi trent’anni del XX secolo, Sombart è stato anche uno dei padri fondatori della sociologia, insieme a Max Weber, Georg Simmel e Ferdinand Tönnies. Tuttavia, la sua opera rimane controversa e spesso sconosciuta o male interpretata. Questa biografia – scritta da uno dei massimi esperti in materia – racconta questo grande studioso per quello che è stato: uno dei principali autori della rivoluzione conservatrice tedesca e il pensatore di un’autentica “terza via” tra capitalismo e socialismo marxista.”

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Guerra

Descrizione

Il primo degli inediti perduti e poi rocambolescamente riscoperti

«Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa ».

«Scritto di getto, senza che lo stesso Céline riuscisse a metterci mano per una eventuale pubblicazione durante gli anni della sua vita, Guerra è una splendida testimonianza delle conseguenze che può avere sul corpo e sulla mente di un uomo l’aver preso parte ad un orribile conflitto.»

Primo, folgorante scampolo dei famigerati inediti rubati nel 1944 dall’abitazione di Céline, e rocambolescamente ricomparsi più di settant’anni dopo la sua morte, Guerra narra episodi contemporanei alla prima parte del Viaggio al termine della notte. Nel racconto, scandito in sei sequenze, seguiremo il giovanissimo Ferdinand, alter ego dell’autore, ferito a un braccio e con una grave lesione all’orecchio dovuta a un’esplosione, mentre cerca come un sonnambulo di guadagnare le retrovie attraverso campi di battaglia disseminati di cadaveri martoriati dalle bombe, in una notte visitata da presenze ostili, fantasmi quanto mai reali. Lo ritroveremo poi in un ospedale, in mezzo a infermi d’ogni risma, circondato da infermiere vampiresche nella foia scatenata dal clima bellico. Qui fa amicizia con un altro parigino, malavitoso intraprendente e cinico al punto di far venire la moglie al fronte perché batta il marciapiede per lui. Spunto per nuovi episodi grotteschi, esilaranti e raccapriccianti al tempo stesso, dove Céline preme come mai avrebbe fatto, né prima né dopo, sul pedale di una sessualità estrema. Céline è scrittore da dimenticare, hanno detto, se vuoi vivere, anche se vuoi soltanto leggere, capace com’è di rendere illeggibili gli altri scrittori. Con lui non resta che lasciarsi portare da quel parlottio ipnotico, sbracato e ininterrotto, come il fischio del rimorchiatore sulla Senna, nella notte, che chiudeva il Voyage. Dai primi velenosi accordi di quella petite musique spiritata che seduce, cattura e non lascia scampo. Alla fine, attraverso il suo delirio, ci si accorge che Céline è l’unico scrittore che sia stato capace di nominare quegli avvenimenti. Dalla parte dei Buoni nessuno ha trovato la parola.

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Il Perù prima degli incas

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